Out Stealing Horses

Out Stealing Horses

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Presentato in concorso alla Berlinale 2019, a cinque anni di distanza da In ordine di sparizione, Out Stealing Horses è un intenso melodramma familiare intrecciato a un racconto di formazione, immerso nei boschi scandinavi e in un tempo oramai lontanissimo, quasi sfumato. Materiale rischiosissimo da maneggiare, sempre prossimo all’implosione, regge grazie alla scrittura e alla messa in scena di Moland, cineasta solido e talentuoso.

Com’era verde la mia valle

Novembre 1999. Dopo la morte della moglie, Trond Sander, sessantasette anni, si è ritirato in un piccolo villaggio nell’est della Norvegia. Una notte d’inverno s’imbatte in una vecchia conoscenza della sua giovinezza, il vicino di casa, Lars. L’incontro riporta alla mente ricordi del 1948, quando Trond trascorse un’intera estate in una semplice capanna di legno vicino al fiume con il suo amato e ammirato padre. I lunghi pomeriggi nella foresta, le corse su cavalli selvaggi e il duro lavoro di abbattimento del legno cominciano a confondersi in una serie di immagini di spensierata felicità ma anche di esperienze fatali… [sinossi]

Non era semplice portare sullo schermo il romanzo del norvegese Per Petterson, Ut og stjæle hester (Out Stealing Horses, 2003), così stratificato, frammentario, grondante (melo)drammi familiari, traumi storici, lutti indicibili. E non solo: al contesto storico si sovrappongono il racconto di formazione, la parabola discendente di una vita, i fantasmi del passato ma anche i ricordi luminosi, vitali. All’orrore della guerra si affiancano le prime pulsioni amorose ed erotiche, le prove da uomo, una rivalità padre-figlio prima impensabile. Tantissimo materiale. Rischiosissimo materiale.

Out Stealing Horses è un melodramma. Anzi, è un ipermelodramma paradossalmente tenuto a bada, al guinzaglio. Strattona a più riprese, viaggia quasi costantemente sul ciglio del disastro, del polpettone indigesto. Eppure, pur nell’accumulo di drammi più o meno ad ampio respiro, la messa in scena e la scrittura di Hans Petter Moland (In ordine di sparizione, The Beautiful Country, Aberdeen) controbilanciano costantemente. Si veda, ad esempio, il duplice crescendo della sequenza dell’incidente che costa la gamba al padre di Jon (Pål Sverre Hagen), con questo intreccio di rivalità maschili, di prove di forza e di amoreggiamento: l’accumulo di temi e traiettorie emotive si traduce in una sequenza compatta, fatta di gesti e dettagli, di non detti che dal passato si proiettano nel presente e nel futuro. Un notevole esempio di sintesi che contrasta (o, appunto, riequilibra) altri passaggi verbosi, statici, dilatati. In un certo senso, il film è tutto qui, in questa sequenza, è il cuore pulsante dei ricordi e dei ripianti, il punto d’incontro tra quello che è stato (il triangolo amoroso e familiare) e quello che sarà (il rapporto tra Trond e il padre).

Moland rimette insieme i tasselli di un mosaico da saga familiare, trovando nel sodale Stellan Skarsgård la consueta struttura portante: la presenza scenica e il lavoro di sottrazione dell’attore svedese sono la base d’appoggio per le performance più marcate di Jon Ranes (Trond quindicenne, inevitabilmente pulsante e ormonale), Danica Curcic (la madre di Jon, personaggio che emerge sequenza dopo sequenza, sommando ammirevole fierezza alla magnetica bellezza) e Tobias Santelmann, il padre-eroe-rivale che diventa una sorta di chiave di lettura delle vicissitudini norvegesi durante la Seconda guerra mondiale e l’occupazione nazista.
Out Stealing Horses è un fluviale racconto che lascia delle porte aperte, dei passaggi temporali: nella messa in scena di questi snodi narrativi ed emotivi, come la raggelante sequenza del colpo di fucile o la spericolata impresa di Trond coi tronchi nel fiume (una sorta di rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta, di presa di coscienza di se stesso e della dimensione terrena del padre), Moland si dimostra ancora una volta cineasta capace di declinare azione e minimalismo, grandi spazi e scandagli interiori. Una folle passione resta a debita distanza.

Info
Il trailer di Out Stealing Horses.
La scheda di Out Stealing Horses sul sito della Berlinale.
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