Shock Wave 2

Shock Wave 2

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Film d’apertura del 23° Far East Film Festival, Shock Wave 2 è il nuovo action mozzafiato, declinato nel disaster movie, di Herman Yau, con protagonista assoluto l’inossidabile Andy Lau. Il regista torna alla squadra di artificieri di Hong Kong alle prese con minacce terroristiche in una ex-colonia britannica sempre più fragile, soggetta a esplosioni violente e catastrofiche.

Che bel mestiere l’artificiere

L’artificiere Poon, dopo aver perso una gamba in azione, lascia la polizia. Anni dopo viene trovato privo di sensi sul luogo di un attentato di cui viene sospettato. Ora Poon si trova implicato nei piani di una setta terrorista con mire dinamitarde. [sinossi]

Una Hong Kong fragile, come la protesi di gamba del protagonista che continua a staccarsi, friabile, soggetta a continue esplosioni che compromettono l’aspetto di città ordinata, postmoderna, il suo skyline mozzafiato, da sempre la vetrina economica dell’Asia, finanche distruggendone l’imponente aeroporto. È l’immagine che esce da Shock Wave 2, action mozzafiato declinato nel disaster movie, sequel di Herman Yau del suo film del 2017, presentato in apertura del 23° Far East Film Festival e distribuito in sala da Tucker Film. I crolli, le distruzioni a carico di quelli che sono i capisaldi urbanistici delle moderne metropoli, minando le nostre consolidate comfort zone, fanno parte del repertorio del genere del disaster movie americano, ma anche nipponico, e hanno avuto una propulsione nell’immaginario con l’11 settembre, l’attentato concepito anche su ispirazione di tanto cinema catastrofico. Non a caso i piani originali di Al Qaeda prevedevano attacchi distruttivi a Hong Kong, al pari del World Trade Center, scintillante avamposto e simbolo della finanza e dell’opulenza capitalistica. E il cinema ha anche saputo prevedere profeticamente gli attacchi suicidi come è il caso dell’attentatore palestinese di Vivere e morire a Los Angeles. In Shock Wave 2 il profilo dei terroristi, del gruppo Vendetta, si avvicina di più alle sette fanatiche giapponesi che non ai movimenti estremisti islamici, con il villain che ricorda Kakihara di Ichi the Killer, con l’obiettivo di rendere l’ex-colonia britannica il centro del terrorismo mondiale. In comune con il fondamentalismo è lo spirito di abnegazione per raggiungere l’obiettivo con attacchi suicidi, in nome di un delirante Resurrection Day. È un eversione 2.0, che fa uso del dark web, ma che non disdegna di guardare ad Al Qaeda, citata più volte, ispirandosi al primo attentato al World Trade Center del 1993. E il suo leader si ispira espressamente a un grande classico della letterarura cinese quale Water Margin (in Italia tradotto come I briganti), affonda così le sue radici ideologiche nella cultura classica cinese.

La minaccia terroristica è ovviamente una costruzione narrativa, per un film come Shock Wave 2, dove le scene di action mozzafiato si reggono sull’intelaiatura di una solida sceneggiatura. Il film mescola alcuni stereotipi del genere. C’è un corpo di polizia, affiatato fino a un certo punto, qui rappresentato dall’Explosive Ordnance Disposal Bureau, c’è un eroe in ritiro, menomato, che sarà nuovamente implicato nell’azione, sempre con quella zavorra della protesi, che qui ha il volto dell’icona Andy Lau, l’eroe accusato ingiustamente perché trovato sul posto di un attentato di cui viene ritenuto responsabile nonostante volesse in realtà sventarlo. C’è poi la classica bomba da disinnescare con il timer che verrà fermato a pochi secondi dallo scadere, ma qui la scena è arricchita dal fatto che tutta l’operazione viene fatta sotto una pioggia di proiettili sparati da cecchini, mentre l’artificiere vede, impotente, i suoi compagni colpiti a morte. Ma soprattutto c’è il topos della perdita della memoria, il recupero della quale porterà a mettere in dubbio le certezze fino a quel momento consolidate del film, un po’ come nel primo Nolan. C’è una narrazione a ritroso, che riporterà al punto di partenza, e un progressivo riempimento narrativo delle zone d’ombra della storia, ivi compresa la vicenda sentimentale di Poon con l’avvenente collega. C’è un gioco di decodifica narrativa espressamente richiamato dal classico gioco del Mastermind che si vede nel film. Tutti elementi che Herman Yau sa orchestrare con le scene d’azione, sempre mozzafiato e finalmente con effetti speciali impeccabili. L’adrenalina scorre nelle scene d’azione, non è mai disinnescata.

Info
Il trailer di Shock Wave 2.

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