Cannes 2025 annuncia il programma

Cannes 2025 annuncia il programma

Cannes 2025, 78esima edizione del festival, svela le sue carte nella tradizionale conferenza stampa del Delegato Generale Thierry Frémaux. Solita messe di nomi imperdibili, all’interno di una struttura che dall’edizione “estiva” del 2021 è oramai sempre la stessa. Per l’Italia presenti Mario Martone con Fuori e le opere seconde di Francesco Sossai e della coppia Rigo de Righi/Zoppis.

E così come d’abitudine nelle prime settimane primaverili il “festival più festival di tutti” (per citare una brillante intuizione contenuta in Una claustrocinefilia di Alessandro Aniballi) mette in fila il suo programma; ecco che a Parigi – sede amministrativa della kermesse azuréen – il delegato generale Thierry Frémaux, alla diciannovesima edizione in questo ruolo dopo altri sette anni trascorsi come “direttore artistico”, sciorina uno dopo l’altro le decine di titoli che andranno a comporre Cannes 2025, settantottesima edizione che si svolgerà dal 13 al 24 maggio prossimi. Un paio di settimane in cui ci si imbatterà, sugli schermi del Palais des Festivals et des Congrès, in alcune delle visioni più “importanti” dell’annata cinefila; appuntamento imperdibile per chiunque si debba confrontare con le immagini in movimento, e l’industria all’interno della quale si articolano e prendono forma, Cannes 2025 già sulla carta non può che confermare la propria vocazione alla grandeur, facendo incetta di una buona parte dei titoli più attesi di questa prima parte dell’anno. L’Italia, che manca l’obiettivo con la vittoria della Palma d’Oro addirittura dai tempi de La stanza del figlio di Nanni Moretti (2001, quando scippò il premio a Mulholland Drive di David Lynch: quest’anno ci si attende un corposo omaggio del festival a uno dei suoi “figli” più celebri, amati e studiati) si presenta ai blocchi di partenza con Mario Martone e il suo Fuori, ispirato a un momento fondamentale dell’esperienza umana di Goliarda Sapienza – ed è interessante che la grande scrittrice sia qui interpretata da quella Valeria Golino che solo dodici mesi fa, sempre sulla Croisette, presentava L’arte della gioia, tratto proprio dal romanzo di Sapienza -; gli altri due titoli (Le città di pianura di Francesco Sossai e Testa o croce? di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis sono entrambi in Un certain regard; c’è da rallegrarsene). Com’è ovvio la parte del leone la interpreta la Francia, che sfodera alcuni dei suoi pezzi da novanta, mentre dagli Stati Uniti arriva un bizzarro miscuglio di nuovi autori (Ari Aster) e quella che potrebbe essere considerata una sorta di generazione “di mezzo”, gli esordienti tra fine anni Settanta e primissimi Novanta quali Kelly Reichardt e Richard Linklater (l’ambizioso Nouvelle Vague, che attirerà molte occhiate sulla Croisette). In un giro a trecentosessanta gradi attorno al globo, fondamentale per qualsiavoglia festival internazionale che si rispetti, non mancano l’Asia e l’Africa, e tale vocazione – quella di dover tenere sempre gli occhi aperti sul mondo e quel che vi accade – è stata sottolineata dalla Presidente Iris Knobloch nel suo discorso introduttivo, prima che Frémaux sciorinasse i titoli uno dopo l’altro. Un festival che va dunque dai lustrini che accompagneranno giustamente la consegna della Palma alla carriera a Robert De Niro fino a Once Upon a Time in Gaza di Arab Nasser e Tarzan Nasser, annunciato proprio nei giorni in cui pare che Emmanuel Macron voglia riconoscere ufficialmente lo Stato palestinese. Un tentativo di tenere insieme le parti più distanti dell’universo cinematografico, e di porsi come principale interlocutore allo stesso tempo per quella “stagione dei premi” che sempre più peso (eccessivo) sta prendendo nel dibattito collettivo. In attesa, per di più, di qualche altro titolo che indubbiamente renderà più corposa la selezione.

O agente secreto di Kleber Mendonça Filho
Alpha di Julia Ducournau
Dossier 137 di Dominik Moll
Eagles of the Republic di Tarik Saleh
Eddington di Ari Aster
Fuori di Mario Martone
The History of Sound di Oliver Hermanus
In Simple Accident di Jafar Panahi
Jeunes mères di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
The Mastermind di Kelly Reichardt
Nouvelle Vague di Richard Linklater
La Petite Dernière di Hafsia Herzi
The Phoenician Scheme di Wes Anderson
Renoir di Chie Hayakawa
Romeria di Carla Simon
Sentimental Value di Joachim Trier
Sirat di Oliver Laxe
Sound of Falling di Mascha Schilinski
Two Prosecutors di Sergei Loznitsa

La Femme la plus riche du monde di Thierry Klifa
Mission: Impossible – The Final Reckoning di Christopher McQuarrie
Partir un jour di Amélie Bonnin [Film d’apertura]
La Venue de l’avenir di Cédric Klapisch
Vie privée di Rebecca Zlotowski

Aisha Can’t Fly Away Anymore di Morad Mostafa
Le città di pianura di Francesco Sossai
Eleonor the Great di Scarlett Johansson
Homebound di Neeraj Ghaywan
L’inconnue de la Grande Arche di Stéphane Démoustier
Karavan di Zuzana Kirchnerova
Meteors di Hubert Charuel
My Father’s Shadow di Akinola Davies, Jr.
The Mysterious Gaze of the Flamingo di Diego Céspedes
Once Upon a Time in Gaza di Arab Nasser, Tarzan Nasser
A Pale View of Hills di Kei Ishikawa
Pillion di Harry Lighton
The Plague di Charlie Polinger
Promis le ciel di Erige Sehiri
Testa o croce? di Alessio Rigo de Righi, Matteo Zoppis
Urchin di Harris Dickinson

Gli aquiloni non muoiono in cielo di Claude Miller
Bono: Stories of Surrender di Andrew Dominik
Dites lui que je l’aime di Romane Bohringer
Marcel et Monsieur Pagnol di Sylvain Chomet

Amrum di Fatih Akin
Connemara di Alex Lutz
The Disappearance of Josef Mengele di Kirill Serebrennikov
La Ola di Sebastián Lelio
Orwell: 2+2=5 di Raoul Peck
Slitsville di Michael Angelo Covino

Dalloway di Yann Gozlan
Exit 8 di Genki Kawamura
Sons of the Neon Night di Juno Mak

Info
Il sito ufficiale di Cannes 2025.

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