Dynamite Fishing

Dynamite Fishing

di

Con Dynamite Fishing il regista filippino Chito S. Roño affronta il problema dei brogli elettorali in un teso thriller politico che sfocia nel dramma sociale. Al Far East 2014.

Inchiostro sulle dita

Un piccolo villaggio filippino durante la campagna elettorale. Elezioni pilotate, secondo una regola ormai accettata: voti in cambio di soldi e di favori. Questa volta però qualcosa va storto: il sostenitore di uno dei due candidati a sindaco ha un malore, e affida i suoi loschi affari al figlio… [sinossi]

Riflettendo le storture dei vari sistemi sociali e politici, la storia del cinema si è costellata nel corso di oltre un secolo di sindaci corrotti, di sistemi elettorali truccati, di faide politiche tra concittadini: un universo malato in cui la politica va a braccetto con le losche figure della malavita organizzata, in una continua compravendita di voti. Nulla che si distacchi, come già accennato, dalla realtà nuda e cruda. Le Filippine, terra martoriata prima da colonizzazioni economiche, politiche, culturali, e quindi da un sistema che, anche dopo il crollo della dittatura di Marcos, non è riuscito a trovare una concreta via alla democratizzazione, non è certo da meno per quel che concerne i brogli elettorali, e ha sviluppato una propria tecnica per truccare i voti.
Il governo dell’arcipelago ha deliberato che, per evitare che nelle isole più distanti da Manila la popolazione riesca ad aggirare i controlli e a votare dunque più di una volta, chiunque abbia espletato il proprio diritto “democratico” (il virgolettato diventa tristemente obbligatorio) deve essere marchiato con l’inchiostro blu sull’indice della mano destra. Questo sistema da un lato avrà limitato i rischi di voto multiplo da parte dell’elettorato, ma ha fornito un assist perfetto a chi ha intenzione di far ruotare a proprio favore l’esito degli scrutini. In un microcosmo in cui la compravendita di voti è pane quotidiano per chiunque si occupi di politica, basterà marchiare con l’inchiostro gli elettori della parte avversa per guadagnarsi i voti necessari alla vittoria: un metodo che viene chiamato “pesca con la dinamite” o anche, in tagalog, “badil”.

Prende l’aire da questo fenomeno criminale Dynamite Fishing, nuova creatura partorita dalla mente di Chito S. Roño, autore tra i più prolifici della scena cinematografica di Manila con i suoi quaranta film diretti in meno di trenta anni: Roño torna con Dynamite Fishing al Far East Film Festival di Udine a cinque anni di distanza dalla sua ultima apparizione nella kermesse friulana con Caregiver. Spesso citato soprattutto per il suo lavoro con materiali prossimi all’intrattenimento popolare (in particolar modo l’horror, come testimoniano i vari Feng Shui e Sukob), Roño è in realtà un regista in grado di maneggiare con sapienza le derive più antitetiche della Settima Arte: il già citato Caregiver, ad esempio, tratteggiava con cura e partecipazione la difficile vita quotidiana delle donne che abbandonano la propria casa e gli affetti personali per recarsi a lavorare in Europa, in modo da poter contribuire in maniera sostanziale alle spese dei parenti rimasti in patria.
Anche Dynamite Fishing, pur senza perdere mai di vista una componente di “genere” – nello specifico il thriller politico – si muove in direzione di una reprimenda dura e priva di compromessi nei confronti del sistema filippino. Roño affronta la storia del signor Ponso e di suo figlio, che lo accompagna in giro per il barrio a distribuire mazzette in cambio di voti sicuri per il sindaco uscente, in maniera diretta: la prima mezz’ora di Dynamite Fishing sembra suggerire uno stile strettamente documentario, con la videocamera di Roño che pedina letteralmente i suoi protagonisti, pronti a svolgere il loro lavoro alla piena luce del giorno e senza alcun senso di colpa. Proprio la normalità nell’acquisto dei voti rappresenta il pugno allo stomaco più difficile da digerire: non esiste una manichea suddivisione tra buoni e cattivi, in Dynamite Fishing, perché il comportamento non varia da fazione a fazione ma mantiene al contrario un tragico standard, a cui chiunque (dai bambini agli anziani) sembra essere definitivamente assuefatto.

L’approccio documentario viene poco per volta raggiunto e superato dalla componente più strettamente riconducibile al thriller: dimostrando una notevole sapienza nella messa in scena, Roño smette di affidarsi al pedinamento, accorcia la durata dei piani sequenza e si lancia all’inseguimento di una notte buia che sembra ingoiare – insieme ai suoi protagonisti – sogni e speranze di una nazione allo sbando, incapace di intraprendere una volta per tutte il viaggio verso la giustizia sociale. Il ritmo si fa serrato, le parentesi ironiche dissolvono, e Dynamite Fishing lascia incollato lo spettatore alla sedia in un crescendo emotivo che muove in direzione di un dramma non più evitabile, e di una nemesi in cui padri e figli scontano gli uni le colpe degli altri. Un’opera sincera e dolorosa e allo stesso tempo di una cupezza suo malgrado ammaliante, tra le perle più luccicanti regalate finora da Chito S. Roño. Peccato che la collocazione all’interno del Far East (la mattina alle 9.15) abbia tenuto lontano parte del pubblico dalla sala, perché Dynamite Fishing avrebbe meritato di dire la sua di fronte a una platea decisamente più vasta.

Info
Il trailer di Dynamite Fishing
  • dynamite-fishing-2013-01.jpg
  • dynamite-fishing-2013-02.jpg
  • dynamite-fishing-2013-03.jpg

Articoli correlati

Array
  • Festival

    Far East 2014

    La sedicesima edizione del festival friulano dedicato al cinema popolare asiatico: tutte le nostre recensioni dal Teatro Nuovo Giovanni da Udine.
  • FEFF 2014

    Far East 2014 – Presentazione

    La sedicesima edizione del festival che Udine dedica al cinema dell'estremo oriente. Otto giorni alla scoperta di meraviglie troppo spesso nascoste agli occhi dei cinefili.
  • Far East 2009

    Caregiver

    di Il poliedrico Chito S. Roño torna al Far East di Udine con Caregiver, abbandonando le derive orrorifiche e concentrandosi su un dramma realista che racconta la vita all'estero di una donna filippina che cerca maggiori fortune fuori dalla madrepatria.