Queen of Montreuil

Queen of Montreuil

di

Queen of Montreuil è grazioso e indie nell’animo: il suo pregio principale, a parte la confezione tecnico-artistica e la recitazione, è di non inabissarsi nella mediocre prevedibilità e ripetitività di certo cinema indipendente degli ultimi anni. Per la Anspach, l’indie è quindi un punto di partenza, un modello a cui ispirarsi ma da declinare all’europea. Ed è forse questo melting pot a salvare la pellicola dalle acque torbide. Presentato a Venezia, nelle Giornate degli Autori.

Una regista tra le foche

È l’inizio dell’estate e Agathe è tornata in Francia, nella casa di Montreuil. Deve elaborare la morte di suo marito e tornare al lavoro di regista. L’arrivo inatteso di una madre e figlio islandesi, un’otaria e un vicino che ha sempre desiderato e mai conquistato, le daranno la forza per tornare di nuovo in pista… [sinossi]

Per alleggerire la maratona di drammi e tragedie, spesso propinati in misura eccessiva durante i festival, una commedia può tornare assai utile. Ed ecco, dopo alcune giornate della sessantanovesima Mostra del Cinema di Venezia, materializzarsi sul grande schermo della Sala Darsena, sezione Giornate degli Autori – Venice Days, il grazioso Queen of Montreuil, scritto (con Jean-Luc Gaget) e diretto da Sólveig Anspach (Made in the USA, Stormy Weather, Back Soon). Una produzione francese, declinata dall’islandese Anspach come un indie statunitense.

Una commedia in verità già vista e rivista, ma ben ritmata, sostenuta da un cast più che interessante – a parte la protagonista Florence Loiret Caille (Agathe), meritano quantomeno una citazione Didda Jónsdóttir (Anna), una sorta di versione femminile di Bill Nighy, e il giovane Úlfur Aegisson (Úlfur) – e capace di non appesantire mai l’elaborazione del lutto di Agathe. La formula è semplice e abusata: virato in commedia un dramma intimista, servono numerosi e alternativi personaggi di contorno, alcuni dei quali fondamentali per il superamento dell’ostacolo (in questo caso il lutto), oltre a qualche gag e qualche folle imprevisto (l’otaria, ça va sans dire). Sono indispensabili una colonna sonora da desiderare su disco (un buon lavoro di Martin Wheeler), una particolare attenzione agli arredamenti (fotografie, libri, oggetti vari) e una fotografia attenta a esaltare i colori caldi (i meriti vanno alla direttrice della fotografia Isabelle Razavet). E così la drammatica storia del singolo individuo si trasforma in un racconto corale, gioioso, divertente, che osserva la vita con sguardo sognante ma non superficiale, dipingendo con roseo realismo un sobborgo operaio di Parigi.

Queen of Montreuil, come detto, è grazioso e indie nell’animo: il suo pregio principale, a parte la confezione tecnico-artistica e la recitazione, è di non inabissarsi nella mediocre prevedibilità e ripetitività di certo cinema indipendente degli ultimi anni (oramai parecchi, in realtà). Per la Anspach, l’indie è quindi un punto di partenza, un modello a cui ispirarsi ma da declinare all’europea. Ed è forse questo melting pot a salvare la pellicola dalle acque torbide: è l’incrocio di nazionalità e culture diverse, di sensibilità che vengono a contatto, sostenendosi e completandosi. Funziona bene, in fin dei conti, questo strambo quadretto francese, islandese, giamaicano, maghrebino: l’otaria nella vasca, il lavoro sulle gru dell’inarrestabile Anna, le canne di Anna e Samir, i baffoni di Úlfur e Alexandre, il lavoro nella lavanderia e le comunicazioni skype Montreuil-Giamaica trovano una loro “naturale” collocazione, come i due brevi inserti animati, la sequenza col vestito da sposa rosa e il gioco dei mini fatto dalle due gru.

A ben guardare, il film della Anspach potrebbe quasi sembrare una variante cinematografica, seppur assai meno geniale, della serie televisiva Un medico tra gli orsi (Northern Exposure, 1990-1995), con Cicely (Alaska) trasferita a Montreuil. Personaggi eccentrici, ognuno con la propria stranezza e una sana dose di positività: una catena umana che supera qualsiasi forma di individualismo. Perché nessun uomo è un’isola.

Info
Il trailer originale di Queen of Montreuil.
Queen of Montreuil sul sito delle Giornate degli Autori.
  • queen-of-montreuil-2012-anspach-01.jpg
  • queen-of-montreuil-2012-anspach-04.jpg
  • queen-of-montreuil-2012-anspach-05.jpg
  • queen-of-montreuil-2012-anspach-06.jpg
  • queen-of-montreuil-2012-anspach-02.jpg
  • queen-of-montreuil-2012-anspach-07.jpg

Articoli correlati

Array