True Love Ways

True Love Ways

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Con True Love Ways il regista svizzero Mathieu Seiler mescola onirismo e sangue in un thriller ben confezionato ma in fin dei conti troppo teorico. Al NIFFF 2015.

La lunga notte di Séverine

Ogni notte Séverine sogna l’uomo perfetto, il che fa arrabbiare il suo ragazzo Tom. Questi decide quindi di organizzare un finto rapimento, ma le cose non vanno esattamente come previsto… [sinossi]

Sin dai tempi di Orgienhaus, l’opera prima che nel 2000 lo rese un nome ricorrente nel circuito festivaliero internazionale (in particolare a San Sebastian e Neuchâtel), lo zurighese Mathieu Seiler ha dimostrato un grande interesse per progetti dall’impostazione fiabesca, intrisi di ambiguità e confusione onirica. Se nel suo primo lungometraggio il sogno era un escamotage per esplorare il passato e la realtà, già nel successivo Der Ausflug (2012) si poté notare una svolta verso atmosfere più orrorifiche, confermata dall’opera terza True Love Ways, descritto nel catalogo del festival di Neuchâtel con le parole-chiave “erotico” e “thriller” (ma non “thriller erotico”, la distinzione è obbligatoria). In questo caso la ricerca estetica si spinge oltre con l’uso del bianco e nero che, per via della lingua parlata e del rigore formale, non può non richiamare il Michael Haneke de Il nastro bianco.

Il problema è che Seiler non è Haneke, e True Love Ways soffre proprio per via di un certo autocompiacimento estetizzante: il sogno, anzi l’incubo, si mescola con quella che vuole essere una storia d’amore e una rilettura dei canoni del sottogenere noto come rape and revenge (ragion per cui il film a Neuchâtel è stato programmato nella sezione Ultra Movies, destinata agli stomaci più forti), ma non va mai oltre la superficie. La provocazione, lo scandalo, la concessione al gore in tutto il suo splendore rimangono sterili, antisettici, andando contro l’iconografia sporca e brutale di capisaldi del genere come Cane di paglia di Sam Peckinpah, L’ultima casa a sinistra di Wes Craven, L’angelo della vendetta di Abel Ferrara o, andando a cercare più lontano dalla tradizione americana, lo svedese Thriller: A Cruel Picture di Alex Fridolinski. Non a caso, i primi due film menzionati hanno perso gran parte della loro ferocia quando sono stati rifatti per il pubblico odierno, pur mantenendo mediamente alto il tasso di emoglobina.

In questo labirinto troppo teorico, che raramente lascia spazio all’emozione, quella componente viscerale assolutamente necessaria per la fruizione ottimale dell’horror (l’immaginario del terrore è frustrante per via del suo essere sottotono e “freddo”), si fa notare comunque, per l’impegno e la presenza scenica, la giovane Anna Hausburg, che fa prova di notevole maturità recitativa nei panni di Séverine, la vittima che si ritrova al centro dell’incubo per via della sua passione per i sogni. Un tour de force a base di disperazione e coraggio che purtroppo è troppo grande per un film che, pur volendo raccontare le vie del vero amore, finisce troppo spesso per soffocare la passione, e l’orrore, in nome dell’eleganza estetica.

Info
True Love Ways, il trailer.
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