Between Us

Presentato al Torino Film Festival 2016 nella sezione Festa mobile, Between Us è un film indipendente che vorrebbe guardare un po’ a John Cassavetes, un po’ a Woody Allen, nel raccontare, forse con elementi autobiografici, un rapporto di coppia che entra in crisi, ma si perde in facili schematismi.

Nubi di ieri sul nostro domani odierno

I trentenni Henry e Dianne devono fare i conti con la realtà della coppia: gli anni della giovinezza, fatta di avventure, nuovi incontri e di un futuro tutto da scoprire, sono finiti. Quello che li attende è l’incubo della normalità e dell’età adulta: una casa in periferia, uno o più bambini e un cane da portare a spasso… [sinossi]

La vivisezione di un rapporto di coppia, saldo in apparenza ma in cui si apre un’inevitabile crisi. Il ritratto della vita dei trentenni, un’età di passaggio e di transizione tra la giovinezza spensierata e una monotona, borghese esistenza da adulti. Questo è quello che vuole confezionare il giovane filmmaker Rafael Palacio Illingworth con Between Us, presentato al Torino Film Festival 2016. Partendo forse da elementi autobiografici, lo si presume dal fatto che il protagonista è un regista.

La crisi nasce, prevedibilmente, quando Henry e Dianne cercano casa, si sposano e nel loro orizzonte di vita si profila un’agiata esistenza borghese in pantofole. I due sono in giro a vedere appartamenti, con i proprietari che magnificano la vicinanza a più Starbucks. Sono i loro amici a insistere perché si sposino, cosa che faranno. Un matrimonio apparentemente anticonvenzionale, senza nessun invitato e senza scambio di anelli. I due si ostinano a voler fare gli alternativi, si illudono di esserlo, ma finiscono per cedere al fascino tutt’altro che indiscreto della borghesia. Arrivano alla cerimonia in una limousine lunghissima, con tanto di cocktail a bordo, e poi vanno a pasteggiare a ostriche. Henry e Dianne sono due creativi, lui è regista e lei organizzatrice di eventi pubblicitari. Proprio il loro scivolamento al quieto vivere, che inconsciamente rifiutano cercando altri partner dallo stile di vita alternativo, è la causa della loro crisi di coppia.

Questa è la tesi, facile facile, di Between us. La tensione verso l’anticonformismo, vero o presunto – su questo ci sarebbe da discutere – li porta all’avventura extraconiugale. Henry con una musicista appassionata di orge, che odia il materialismo e ama il marxismo (e qui c’è molto Woody Allen) e lo porta a un happening neo-hippie in uno sfasciacarrozze; Dianne invece, non con il suo committente, con cui esce, ma con un performer teatrale d’avanguardia che interpreta spettacoli con proiezioni e interazioni virtuali. Le due scappatelle sono seguite in montaggio alternato ma la simmetria si rompe perché solo Dianne consumerà l’adulterio, anche se la religione dice che basta il pensiero. Come mai? Che sia il nerboruto performer il vero alternativo? Che peraltro vorrebbe continuare a vedersi con Dianne mentre lei forse se ne pente e considera quello che è successo una fugace scappatella, mentre la ragazza con cui esce Henry è solo una conformista dell’anticonformismo? Fatto sta che Rafael Palacio Illingworth rielabora il classico “Cielo, mio marito!” iscrivendolo in un contesto contemporaneo. Si finirà in un reciproco prendersi a schiaffi catartico: la ricomposizione prelude ad altre nuvole all’orizzonte della vita di coppia.

Illingworth riesce a confezionare un film ben fatto, con un crescendo drammatico, recitato con grande spontaneità. Usa uno stile personale, dove spesso una voce off, il flusso di coscienza extradiegetico dei vari protagonisti, così come la musica che può improvvisamente alzarsi di volume, copre i dialoghi e l’audio del film. Tutto per rompere con una narrazione tradizionale, così come nei momenti irrazionali dei protagonisti che improvvisamente si possono mettere a saltare e a urlare mentre sono in casa. E usando anche il linguaggio dello smartphone con la visualizzazione su fondo nero, come fossero dei cartelli del muto, dei messaggi. Ma è proprio lo stile che Henry spiega agli studenti dopo la proiezione, aumentando l’identificazione tra lui e Rafael Palacio Illingworth, il regista nel film e il regista del film. E il senso di Between Us si cristallizza nella bella immagine di Dianne coperta dalla proiezione psichedelica nel locale dove la porta il suo cliente. Peccato che il regista voglia strafare e l’immagine della nuvola, che oscurerà e ha oscurato la vita dei protagonisti, suona come un vezzo autoriale inutile e pretenzioso. Che riversa sul regista la stessa ironia con cui lui vede i suoi personaggi.

Info
La scheda di Between us sul sito del Torino Film Festival 2016.
  • between-us-2016-Rafael-Palacio-Illingworth-01.jpg
  • between-us-2016-Rafael-Palacio-Illingworth-02.jpg

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