Denti
di Mitchell Lichtenstein
Dopo il passaggio alla Berlinale del 2007 arriva in sala, con un anno e mezzo di ritardo, il divertente Denti di Mitchell Lichtenstein.
All’Osteria numero 20
Dawn, una studentessa del liceo, si è impegnata molto per preservare la sua verginità ed è una delle attiviste più convinte del gruppo della castità. La sua determinazione è messa a dura prova dal fratellastro, con il suo comportamento sempre più provocatorio. L’innocente Dawn, estranea al proprio corpo, scopre di avere una vagina dentata quando diventa oggetto di una violenza sessuale. Mentre lotta con se stessa e cerca di comprendere questa sua caratteristica anatomica, Dawn prova l’esperienza terribile ed al tempo stesso potente di essere l’esempio vivente del mito della vagina dentata… [sinossi]
Tra i vari motivi per i quali Denti merita di essere analizzato e discusso, risalta la constatazione che, almeno fino a oggi, Mitchell Lichtenstein rischiava seriamente di essere ricordato negli annali esclusivamente per essere il figlio di Roy Lichtenstein, tra i padri del movimento Pop Art statunitense e più in generale uno dei principali artisti del Ventesimo secolo. A parte questo il giovane Mitchell si era immerso nel mondo della recitazione, diplomandosi alla Drama School di Yale. Al cinema non c’è effettivamente molto da ricordare, a parte la sua partecipazione a Streamers di Robert Altman, Crackers di Louis Malle e Il banchetto di nozze di Ang Lee; credevamo seriamente di aver perso definitivamente le sue tracce dopo la partecipazione al non certo indimenticabile Flawless di Joel Schumacher, nel quale si prestava a un’apparizione amichevole, e invece eccolo tornare alla ribalta grazie a Denti. Prima annotazione interessante: in questa sua opera d’esordio nelle vesti di regista (per quanto riguarda i lavori sulla lunga distanza, visto che nel 2004 mise mano al corto Resurrection) Lichtenstein non recita. Scrive, produce, dirige, ma non si mette in scena. Scelta interessante, e quantomai curiosa.
In secondo luogo, e qui il tutto inizia a farsi decisamente sorprendente, Denti è un film che non ci saremmo mai aspettati di vedere: non solo si tratta di un horror, ma la trama ha anche il pedale continuamente spinto sull’acceleratore per quanto riguarda l’annullamento di ogni retaggio di buon gusto.
Si fa spesso un gran parlare di horror “sociale” e “politico”, come se si trattasse di due sottocategorie tese a raffigurare un’anomalia all’interno dei percorsi soliti del genere; eppure si continua a non tener conto che la peculiarità del cinema orrorifico è sempre stata quella di rappresentare la società osservandola attraverso una lente deformante. Come anche la fantascienza e il fantasy, l’horror è per sua stessa natura “sociale” e “politico”, anche inconsciamente, anche quando non si ha davanti niente di più che una semplice boutade. Perché di questo si tratta: Denti non è null’altro che un divertito gioco, una sguaiata storiella di quelle che si adattano bene a essere raccontate in campeggio vicino al fuoco; eppure, nelle pieghe della sua struttura si nasconde da un lato lo sguardo ironico di un regista con la passione per il cinema lo-fi dei drive-in e delle sale di periferie, dall’altro la messa in scena (probabilmente neanche troppo ricercata, visto che Denti sembra un film fatto principalmente di “pancia”, lontano da qualsivoglia sirena intellettuale) del mostruoso insito nella vita di tutti i giorni.
Le avventure alle quali va incontro la giovane e bella Dawn (Jess Weixler, che avevamo già intravisto in Innamorarsi a Manhattan e in una piccola parte nel serial Everwood), sarebbero quelle proprie della vita di ogni adolescente americana di buona famiglia che si rispetti: la partecipazione a un gruppo di riflessione sulla fede cristiana, il rapporto amorevole con i genitori, quello conflittuale con il fratellastro, l’amore per un compagno di classe e via discorrendo. Eppure l’uso del condizionale è d’obbligo, perché Dawn soffre di una “piccola” malformazione: la sua vagina è “protetta” da una vera e propria dentazione – l’esilarante termine medico usato è Vagina Dentata. Con i risultati che potrete immaginarvi anche da soli: ha inizio qui una vera e popria carneficina di organi sessuali maschili, amputati di netto, squarciati, ridotti inevitabilmente a mal partito. La delicata Dawn da principio non vorrebbe, terrorizzata com’è dalla sessualità ma soprattutto dall’impossibilità di perderla, ma poco alla volta inizia a prendere coscienza del proprio corpo e a gestire – come un perfetto e chirurgico killer – l’arma che la natura gli ha affidato. Ed è dunque nella scelta di Dawn che il film di Lichtenstein gioca la sua carta politica: ma anche qui, come rimarcavamo in precedenza, sembra di essere di fronte non tanto a una spietata analisi del bigottismo della borghesia bianca (i famigerati wasp che tanta parte hanno avuto nella creazione dell’immaginario visivo a stelle e strisce), né a una metafora approfondita dei traumi derivati dall’età dello sviluppo (come poteva essere il bell’horror licantropico Ginger Snaps). Ciò che preme all’autore è la fantasiosa e goliardica messa in scena dell’orrido; pur non osando quanto alcune opere a lei affini – si veda su tutte lo splendido Slither di James Gunn, ma anche buona parte del catalogo della Troma – Denti eleva lo schifo a elemento essenziale nel cinema contemporaneo, capace di travalicare ogni tabù, dalla castrazione all’incesto per finire a pochissimi passi dalla pedofilia. Così facendo, incidentalmente, si trova a ragionare sulla nostra concezione della vita e della morale che dovrebbe sorreggerla. Ma quello, come abbiamo detto in precedenza, è elemento proprio di ogni horror. Come dire, un incidente di percorso.
Info
Il trailer di Denti.
- Genere: commedia, horror
- Titolo originale: Teeth
- Paese/Anno: USA | 2007
- Regia: Mitchell Lichtenstein
- Sceneggiatura: Mitchell Lichtenstein
- Fotografia: Wolfgang Held
- Montaggio: Joe Landauer
- Interpreti: Adam Wagner, Ashley Springer, Ava Ryen Plumb, Hale Appleman, Hunter Ulvog, Jess Weixler , John Hensley , Josh Pais , Julia Garro, Lenny von Dohlen, Mike Yager, Nicole Swahn, Taylor Sheppard, Trent Moore, Vivienne Benesch
- Colonna sonora: Robert Miller
- Produzione: Teeth Llc
- Distribuzione: MediaFilm
- Durata: 88'
