20th Century Boys: Beginning of the End

20th Century Boys: Beginning of the End

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Nonostante la durata ragguardevole, si ha l’impressione che i centoquarantadue minuti di 20th Century Boys: Beginning of the End volino in un lampo, inscatolati dentro una struttura a flashback che stimola costantemente l’interesse del pubblico riguardo al destino dei singoli personaggi… e della stessa umanità!

La genialità del male

Kenji, quand’era bambino, scriveva nel Libro della Profezia. Dopo qualche anno Kenji, ormai adulto, gestisce un negozio di generi alimentari e un giorno la sua noiosa esistenza viene stravolta da una strana concatenazione di eventi, che riproduce gli avvenimenti descritti nel Libro della Profezia. Il tempo passa, ora siamo al 31 dicembre del 2000, il giorno che il Libro della Profezia indica come quello della morte del genere umano… [sinossi]
Friends say it’s fine, my friends say it’s good
Ev’rybody says it’s just like Rock and Roll
Fly like a plane, drive like a car
Ball like a hound, babe I wanna be your man – oh
Well it’s plain to see you were meant for me, yeah
I’m your toy, your 20th century boy
20th Century Boy, T-Rex

L’impero dei manga colpisce ancora. E il merito va ovviamente a Science+Fiction. Pur avendo già sdoganato 20th Century Boys: Beginning of the End (in originale 20-seiki shônen: Honkaku kagaku bôken eiga) nell’edizione 2008, la kermesse triestina dedicata alla fantascienza ha deciso di riproporre quest’anno l’incipit della saga, ponendolo addirittura in concorso, per rinfrescare la memoria a quel pubblico che si sarebbe poi cimentato coi successivi due capitoli, diretti sempre da Yukihiko Tsutsumi e presentati qui in anteprima.
Quello che abbiamo rivisto è quindi il primo degli adattamenti cinematografici live action realizzati in Giappone, dove il manga di Urasawa Naoki beneficia da anni di un seguito enorme. Il fumettista nipponico, che ama trame particolarmente complesse e articolate, dopo aver lavorato al suo 20th Century Boys nel periodo tra il 1999 e il 2006 si era dedicato alla stesura di una seconda serie, conseguentemente ribattezzata 21th Century Boys, in virtù della quale le avventure di Kenji e compagni hanno potuto indirizzarsi di nuovo verso il grande schermo, soddisfacendo così la curiosità dei tanti spettatori che nel vedere il primo lungo lungometraggio si erano appassionati alla storia.

Del resto, nonostante la durata ragguardevole, si ha l’impressione che i centoquarantadue minuti di 20th Century Boys: Beginning of the End volino in un lampo, inscatolati dentro una struttura a flashback che stimola costantemente l’interesse del pubblico riguardo al destino dei singoli personaggi… e della stessa umanità! L’azione ruota intorno ai ricordi del gruppetto di amici d’infanzia capeggiato un tempo da Kenji, il bambino che verso la fine degli anni Sessanta ebbe l’idea di mettere a punto, per gioco, quel Libro delle Profezie secondo il quale sarebbe spettato proprio a loro, in futuro, il compito di salvare il Giappone da spaventose minacce. Momenti di amarcord, fantasie pre-adolescenziali, compagni delle elementari integrati nel gruppo e altri meno, piccoli episodi di bullismo, ingenue ribellioni intrecciate all’ascolto della musica rock (con un celebre brano dei T-Rex a ispirare l’intera saga), tutto ciò è destinato a riaffiorare gradualmente dai più oscuri recessi della memoria. L’escalation ha luogo dopo una cena di classe, organizzata quasi in contemporanea con alcuni eventi apparentemente indecifrabili. Si è infatti manifestata la presenza di un soggetto, indubbiamente disturbato, che all’epoca gravitava ai margini della piccola banda ma che ora gli altri fanno fatica a ricordare, e a identificare, per quanto il tipo sembri prendere il gioco maledettamente sul serio, al punto di trasformare in realtà l’incubo che loro, da bambini, avevano scarabocchiato su qualche foglio di carta; ed è con diabolico ingegno che il misterioso individuo, noto come Amico, si è ritrovato a capo di una setta di fanatici a lui devoti, intenta a organizzare terrificanti attentati in tutto il Giappone per far poi ricadere la colpa su Kenji e i suoi amici, presto additati come pericolosi terroristi. Lo scontro più feroce, ma ovviamente non definitivo, avverrà all’alba del ventunesimo secolo, con l’apparire di un gigantesco robot impegnato a spargere virus letali per le strade di una Tokio quasi rassegnata, secondo la miglior tradizione del cinema nipponico, a essere rasa al suolo. Riusciranno l’ex rockettaro Endo Kenji, determinato anche a proteggere la nipotina Kanna dalle mire di Amico, e i suoi vecchi compagni di scuola ad allontanare il pericolo che incombe sull’umanità?

La trama labirintica di 20th Century Boys è per Urasawa Naoki e Yukihiko Tsutsumi il valido pretesto per una ricognizione della società nipponica non priva di humour, nell’inglobare elementi della cultura pop, ma comunque in grado di imbrigliare nel corpo del racconto e nelle stesse modalità rappresentative qualche elemento di forte inquietudine; non ultimo il pericolo rappresentato da associazioni inclini al fanatismo ideologico, col ricordo sottotraccia dell’attacco alla capitale giapponese che nel 1995 alcuni esponenti della setta Aum ShinRykio (della suprema verità, stando al delirante conio del leader Asahara Shoko) realizzarono spargendo il temibile gas sarin nei tunnel della metropolitana, un evento ancora vivo nell’immaginario collettivo. La regia di Yukihiko Tsutsumi, già elogiato da molti per il precedente Memories of Tomorrow, riesce a puntellare gli aspetti tipici della detection con quelle scene di alleggerimento che risultano anche piuttosto gustose, quando a essere coinvolta è la strampalata famigliola di zio Kenji, mentre il montaggio fin troppo spigliato e rapsodico crea talvolta un po’ di spaesamento. A ogni modo fa effetto il continuo cercare zone d’ombra e potenzialità eversive nell’universo dei manga, qui ritratto enfatizzandone il popolare appeal sia in direzione del puro amarcord, con l’infanzia dei protagonisti ricamata in modo vivace, sia in considerazione della natura distopica, minacciosa delle sue possibili evoluzioni. L’arrivo dell’imponente robottone in un pre-finale davvero vibrante risulta, in tal senso, alquanto sintomatico: il sogno dei ragazzini alla fine degli anni Sessanta si sta già trasformando in un incubo, all’alba del nuovo millennio.

Info
Il trailer di 20th Century Boys: Beginning of the End.

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