20th Century Boys 2: The Last Hope

20th Century Boys 2: The Last Hope

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È una società giapponese orwellianamente controllata da Amico, e dal partito che lui stesso ha provveduto a creare, il palcoscenico ideale per il tortuoso ma coinvolgente svolgimento di 20th Century Boys 2: The Last Hope. La seconda parte della trilogia, affiancata dagli altri due capitoli, era in programma al Science+Fiction 2009 di Trieste.

The Dark Side of Manga

È il 2015, 15 anni dopo che il mondo è stato quasi completamente distrutto. La gente adesso crede che Kenji e i suoi amici fossero dei terroristi satanici e Friend, il misterioso leader, è venerato come il salvatore del mondo... [sinossi]
I need to wash myself again to hide all the dirt and pain
I’d be scared that there’s nothing underneath
And who are my real friends?
have they all got the bends?
am I really sinking this low
– Radiohead, The Bends

Bentornati a bordo! L’immaginario sovreccitato messo in moto dalle menti di Urasawa Naoki e Yukihiko Tsutsumi, rispettivamente autore del manga e regista dell’opera cinematografica, ha nuovamente mollato gli ormeggi. Dopo il susseguirsi di arditi complotti e scenari apocalittici culminato in 20th Century Boys: Beginning of the End con l’incombere di un minaccioso robottone sullo skyline della capitale giapponese, l’avvincente saga ci ha regalato un secondo capitolo capace di tenere alta la tensione. Ricapitolando: all’alba del nuovo millennio Tokyo è stata quasi rasa al suolo, in più si sospetta che il beniamino del pubblico Endo Kenji abbia fatto una brutta fine, ma a distanza di anni è proprio la nipotina di Kenji, l’indomita Kanna, a mantenere vive con la propria condotta sfrontata le residue speranze dei ribelli. Tutto ciò mentre il potere di Amico, ex compagno di scuola di zio Kenji e della sua banda proclamatosi guru di una setta senza scrupoli, si è incredibilmente rafforzato, pur rimanendo la sua vera identità un mistero per tutti. Ed è una società giapponese orwellianamente controllata da Amico, e dal partito che lui stesso ha provveduto a creare, il palcoscenico ideale per il tortuoso svolgimento di 20th Century Boys 2: The Last Hope.

L’incipit del nuovo lungometraggio può risultare un po’ farraginoso, non possedendo il ritmo incalzante del primo e comprimendo eccessivamente le parabole di personaggi secondari che meritavano forse maggior fortuna. Ma poco alla volta la vicenda entra nel vivo. Contribuiscono alcune circostanze che andrebbero di sicuro approfondite: su tutte il modo in cui viene ripresa la situazione che incorniciava, a livello narrativo, il precedente Beginning of the End. Tutto ciò che si mostrava nel film, difatti, era frutto di quanto emerso in prigione dal racconto di uno dei vecchi compagni, che avevano sostenuto zio Kenji nella dura lotta contro Amico, a un giovane artista, arrestato a sua volta per aver disegnato un manga considerato eversivo dalle nuove autorità. In The Last Hope pare che entrambi siano ormai pronti per evadere e unirsi alla ribellione. Ecco, da dettagli come questo si colgono i lineamenti di una riflessione che investe la natura stessa dei manga nipponici, esplorata facendo sì riferimento agli aspetti più ludici e ingenui, ma sovrapponendo di continuo tratti inquietanti, modellati sul culto di una società autoritaria o sulla fragilità del singolo. Sembra quasi che le discussioni in seno alla società giapponese sulla tendenza, sempre più radicata, ad affrontare nei fumetti tematiche ritenute scabrose e/o generatrici di violenza, si inserisca con paradossale leggerezza e acume in determinate scelte narrative del film. Un esempio lampante di questa oscurità che pervade l’opera è in come viene descritto il campo di rieducazione politica, se vogliamo chiamarlo così, in cui si lascia rinchiudere Kanna nel tentativo di scoprire i segreti di Amico. Insieme ad altri giovani indiziati di non conformità alle regole, Kanna viene sottoposta ad alcune prove, tra cui una simulazione di realtà virtuale che allo spettatore regala subito un brivido: il mondo in cui deve avventurarsi la ragazza corrisponde in ogni dettaglio al Giappone di alcuni decenni prima, e più in particolare al villaggio in cui sono cresciuti Kenji e gli altri, ricreato con la scuola, i negozi, le case e tutti gli abitanti di un tempo. A quanto pare la mente malata di Amico ha ancora in serbo diverse sorprese.

Del resto, proprio mentre assistiamo alla maturazione della combattiva nipote di Kenji, sale in cattedra la megalomania del novello dittatore globale, sempre protetto da una maschera, che col suo fosco carisma riesce a irretire non solo le masse, ma gli stessi potenti della Terra. Il grottesco raggiunge punte non indifferenti allorché, tra i personaggi pubblici che intervengono in mondovisione per celebrare la grandezza di Amico, fa capolino anche il Papa! Per non anticipare troppo, limitiamoci ad aggiungere che i nuovi piani di distruzione faranno riferimento a un secondo Libro delle Profezie inventato dal piccolo genio del male, sulla scia di quello che Kenji e i suoi amichetti avevano scritto in precedenza. Ancora qualche indiscrezione a proposito del delirante testo? Amico tenterà di farsi credere un Dio sceso in Terra, mettendo in scena la propria morte e resurrezione. Strano, questa storia ci ricorda qualcosa…

Info
Il trailer di 20th Century Boys 2: The Last Hope.

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