Romantic Heaven

Romantic Heaven

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Con Romantic Heaven, presentato nel corso della tredicesima edizione del Far East Film Festival di Udine, Jang sembra aver (definitivamente?) smarrito la creatività che aveva caratterizzato le prime opere, quella capacità di coniugare comico e drammatico che riusciva a spiazzare anche lo spettatore più smaliziato. Misurato eppure eccentrico, sentimentale ma anche spassoso, il cinema di Jang si è fatto sterile e confusionario.

Carrambata in Paradiso!

Una donna sta lottando contro il cancro e il potenziale donatore di midollo, accusato di omicidio, fugge. Un avvocato non riesce a trovare la borsa che conteneva il diario della moglie appena morta. Un tassista scopre che suo nonno morente non ha mai dimenticato una vecchia fiamma… [sinossi – programma Far East Film Festival 2011]

L’involuzione del cinema di Jang Jin, tra i nomi di punta dell’industria cinematografica coreana, inizia a essere preoccupante, visto il filotto di lungometraggi assai deludenti realizzati nelle ultime stagioni. Eppure Jang, prima di Romantic Heaven e altri passaggi a vuoto, nelle vesti di regista, sceneggiatore e produttore ha firmato alcuni dei blockbuster più significativi della New Wave sudcoreana: pellicole solide e spesso ottimamente scritte come Guns & Talks (regia e sceneggiatura, 2001), Someone Special (regia e sceneggiatura, 2004), Righteous Ties (regia e sceneggiatura, 2006), Going by the Book di Ra Hee-chan (sceneggiatura e produzione, 2007) e meno brillanti ma di enorme successo come Welcome to Dongmakgol di Park Kwang-Hyun (sceneggiatura e produzione, 2005).

Con Romantic Heaven, presentato nel corso della tredicesima edizione del Far East Film Festival di Udine, Jang sembra aver (definitivamente?) smarrito la creatività che aveva caratterizzato le prime opere, quella capacità di coniugare comico e drammatico che riusciva a spiazzare anche lo spettatore più smaliziato. Misurato eppure eccentrico, sentimentale ma anche spassoso, il cinema di Jang si è fatto sterile e confusionario. Fallimentare al botteghino, Romantic Heaven è una produzione a basso budget, in HD, che cerca di confrontarsi con temi alti ma senza particolare ispirazione, con una struttura a incastro alquanto prevedibile, tra personaggi e trame che inevitabilmente si intrecceranno. Se in pellicole come Guns & Talks e Someone Special dramma e comicità convivevano perfettamente, si alternavano, aggrovigliavano, confondevano, strappando lacrime e risate, in questo lungometraggio i differenti toni stridono: l’unico guizzo della sceneggiatura è nella prima sequenza alla stazione di polizia, con otto personaggi in scena e uno sviluppo non scontato.

Non giova a Romantic Heaven l’ambientazione celeste, peraltro ben poco fantasiosa. Gli ampi spazi e i candidi arredamenti (anche Dio è vestito di bianco) sono un immaginario troppo facile, su cui peraltro non si è cercato di lavorare a livello di messa in scena. Non si pretende certo l’eccesso iconografico e la sovrabbondanza di computer grafica di Amabili resti o l’eleganza inarrivabile di Scala al Paradiso, giusto per citare due versioni dell’Aldilà così diverse tra loro, ma la piatta e sbrigativa rappresentazione di Jang finisce per togliere pathos alle vicende terrene e alla contrapposizione terra/cielo, vita/morte.

Eccessivamente lungo e suddiviso in quattro parti (Mom, Wife, Girl, Romantic Heaven), il film scritto e diretto da Jang cerca di leggere positivamente il passaggio dalla vita alla morte, mostrando le (presunte) gioie della vita eterna, tra pace e riconciliazioni varie: ma nell’accumulo non troppo ordinato di personaggi e sentimenti prevale uno stucchevole gusto melodrammatico, appesantito dal finale che deve forzatamente sciogliere tutte le vicende – sempre con segno negativo, si vedano i finali intrecciati di Foxy Festival, altra pellicola sudcoreana presentata al Far East 2011 e flop al botteghino nazionale.

Info
Il trailer originale di Romantic Heaven.
La scheda di Romantic Heaven sul sito del Far East.
La scheda di Romantic Heaven sul sito del Kofic.
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