Warm Bodies
di Jonathan Levine
Teso esclusivamente a ribadire il successo commerciale del filone delle love story orrorifiche, Warm Bodies è un mediocre film nato in provetta. Tratto da un altrettanto dimenticabile romanzo di Isaac Marion, pubblicato nel 2010 dopo che un breve racconto di sette pagine aveva destato l’attenzione dei lettori internauti.
Lo zombi innamorato
Warm Bodies è la storia di R, giovane e bellissimo zombie che scopre l’amore per Julie, la ragazza di una delle sue vittime. Il calore del sentimento riscalderà il suo cuore freddo, trasformandolo in un “uomo” diverso e spingendolo a scontrarsi con i propri simili… [sinossi]
C’era un tempo il cinema horror, dominato da un romanticismo crudele, a tratti cinico, spesso solo ed esclusivamente “realistico”, per quanto questo possa apparire quasi come una contraddizione in termini. Poi, qualche anno fa, irruppe sulle scene Twilight, romanzo di Stephanie Meyer che mescolava senza troppa accortezza gli elementi propri del genere – nel caso specifico facendo riferimento al mito dei vampiri e a quello dei licantropi – fondendoli a un’estetica narrativa e contenutistica degna dei racconti d’amore editi da Harmony. La nuova generazione di adepti dell’orrore è dunque cresciuta con un’idea piuttosto distorta di ciò che dovrebbe o non dovrebbe appartenere al genere: non è certo un caso che schiere di adolescenti abbiano preso d’assalto la sala in cui si svolgeva la proiezione stampa di Warm Bodies solo per poter posare gli occhi su Nicholas Hoult, giovane volto del cinema britannico che nel film di Jonathan Levine interpreta il ruolo di R, lo zombi che non ha perduto coscienza della sua vita prima dell’infezione. L’horror sporco e disadorno che rese grande il cinema a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta sembra oramai materiali per vecchi nostalgici, visto che le giovani generazioni puntano in maniera ben più decisa verso un cinema a suo modo edulcorato, privo di qualsiasi pericolo abrasivo, netto e pulito come una piccola ferita.
Qualcosa di ben lontano da ciò che dovrebbero produrre i morsi affamati dei morti viventi, risorgenti che hanno (o meglio, dovrebbero avere) come unico scopo quello di nutrirsi a loro volta di coloro che ancora vivono. Invece R ama ascoltare vinili rock – il cd è forse troppo poco stiloso per gli adolescenti di oggi – e nella carlinga dell’aereo che ha adibito a sua personalissima dimora tiene chitarre, blu-ray e via discorrendo. Non bastasse tutto questo, R è anche capace di amare: il suo cuore, per quanto incartapecorito dal decesso, è ancora in grado di battere, di quando in quando. Così quando sulla sua strada si affaccia la giovane e procace Julie (interpretata da Teresa Palmer, attrice australiana che esordì neanche ventenne nell’ottimo Wolf Creek di Greg Mclean), il morto vivente dal taglio di capelli alla moda inizia progressivamente a tornare alla vita. “Omnia vincit amor et nos cedamus amori”, affermava Publio Virgilio Marone, anche se difficilmente la sua frase avrebbe mai preso in considerazione i “risorgenti”: è questo comunque lo spirito che anima Warm Bodies, tratto da un altrettanto dimenticabile romanzo di Isaac Marion, pubblicato nel 2010 dopo che un breve racconto di sette pagine aveva destato l’attenzione dei lettori internauti. Peccato che la storia d’amore tra la Palmer e Hoult – una carriera iniziata ad appena sette anni ed esplosa prima nel 2002 con About a Boy dei fratelli Weitz e quindi nel 2007 in seguito alla sua partecipazione al teenage serial inglese Skins – non decolli mai completamente, rimanendo ancorata a una serie di concatenazioni così basiche da lasciare basiti: possibile che la giovane riesca a dimenticare in appena poche ore il decesso del ragazzo che amava da anni? E perché, in ogni caso, dovrebbe iniziare a provare sentimenti così intensi verso uno zombi?
Tutti interrogativi inevitabili, e che certificano senza possibilità di errore la mediocre statura narrativa ed estetica di un film nato in provetta, teso esclusivamente a ribadire il successo commerciale di un filone, quello delle love story orrorifiche, che non sembra aver alcuna intenzione di arrestare la propria marcia, forte anche di un riscontro economico tutt’altro che secondario. Chissà quante altre storie d’amore tra streghe, giganti, fantasmi, folletti e via discorrendo dovranno impazzare sugli schermi di mezzo mondo prima che ci si renda conto che alle spalle mancano un reale contesto di riferimento, idee quantomeno apprezzabili e il coraggio di osare.Ma finché gli adolescenti continueranno ad accontentarsi degli occhioni dolci del protagonista di turno, i produttori potranno dormire sogni tranquilli. Da Jonathan Levine, francamente, era lecito aspettarsi molto di più.
Info
La pagina facebook di Warm Bodies.
- Genere: commedia, horror, sentimentale
- Titolo originale: Warm Bodies
- Paese/Anno: USA | 2013
- Regia: Jonathan Levine
- Sceneggiatura: Jonathan Levine
- Fotografia: Javier Aguirresarobe
- Montaggio: Nancy Richardson
- Interpreti: Adam Driscoll, Alec Bourgeois, Analeigh Tipton, Billie Calmeau, Chris Cavener, Clifford LeDuc-Vaillancourt, Cory Hardrict, Daniel Rindress-Kay, Dave Franco, Debbie Wong, Diana Laura, Felix Bergeron, John Malkovich, John Topor, Jonathan Dubsky, Josée Laviolette, Nicholas Hoult, Rob Corddry, Robert Reynolds, Teresa Palmer, Vincent Leclerc, Zavier Vaillancourt
- Colonna sonora: Buck Sanders, Marco Beltrami
- Produzione: Make Movies, Mandeville Films, Summit Entertainment
- Distribuzione: Lucky Red
- Durata: 97'
- Data di uscita: