Settimana della Critica 2018 – Presentazione

Settimana della Critica 2018 – Presentazione

Nella cornice della Casa del Cinema a Roma è stato presentato alla stampa il programma della Settimana della Critica 2018, terza edizione sotto l’egida di Giona Nazzaro, delegato generale. Nove giorni tra fantasy, body-horror e documentario, alla scoperta di opere che potranno preconizzare gli orizzonti futuri del cinema, e che fotografano, tra terrore e stupore, lo stato attuale delle cose.

La trentatreesima edizione della Settimana della Critica 2018, la terza sotto la direzione del delegato generale Giona Nazzaro, svela il suo programma a Roma mentre il mondo occidentale appare in balia di venti sempre più forti e sospinti in direzione di una destra xenofoba e feroce. Venti che portano voci di odio, venti che alimentano desideri separatisti, venti che soffiano sul fuoco della discriminazione razziale, dell’ingiustizia sociale, con gli ultimi della classe relegati in fondo, sempre più in fondo, vessati, umiliati, lasciati morire in mare e in terra. Fantasmi. Non è forse un caso che l’edizione numero trentatré della SIC si apra nell’India ancora colonizzata e sotto il giogo britannico, location per un fantasy con tinte orrorifiche – Tumbbad di Rahi Anil Barve e Adesh Prasad – che è però anche narrazione storica, tentativo di ricostruzione di un immaginario nazionale. E non è un caso che a chiudere la più longeva tra le sezioni collaterali della Mostra di Venezia giunga un thriller tunisino, Dachra del trentaquattrenne Abdelhamid Bouchnak, che a sua volta si interroga sulla storia, sul passato, sui misteri che sono collegati alla propria terra, alla propria cultura. Se il cinema è (anche) ricerca della verità, non c’è dubbio che i nove esordienti scelti da Nazzaro e dal comitato di selezione – Luigi Abiusi, Alberto Anile, Beatrice Fiorentino, Massimo Tria – diano l’impressione di voler coniugare l’αλήϑεια con una spinta vitale verso la costruzione e la decostruzione dell’immagine, in una tensione continua allo sminamento dell’icona, superficie calpestabile e modellabile.

È così che trovano collocazione naturale l’uno accanto all’altro un poema notturno sulla classe operaia svanita e dissezionata dal Capitale (il montenegrino You Have the Night di Ivan Salatic), il falso/verissimo autoritratto della popstar tuttofare finlandese Anna Eriksson (M, quasi una riscrittura su se stessa del mito Marilyn Monroe), le commedie sui generis The Roundup del sudanese Hajooj Kuka e Bêtes blondes della coppia franco-svizzera composta da Alexia Walther e Maxime Matray, la storia d’amore sconfinata a cavallo della riunificazione tedesca narrata da Andreas Goldstein in Adam & Evelyn, il conflitto generazionale filtrato attraverso la musica che compone Saremo giovani e bellissimi dell’italiana Letizia Lamartire – già alla SIC l’anno scorso con il cortometraggio Piccole italiane, selezionato in SIC@SIC, la sezione dedicata ai lavori brevi italiani curata in collaborazione con Istituto Luce-Cinecittà e che anche quest’anno sarà presente per dare un contributo alla scoperta del cinema nazionale del futuro e del presente: in apertura e chiusura spazio infatti a nomi già consolidati come Toni D’Angelo e Cosimo Alemà. Rimane da annotare l’unico titolo strettamente documentario presente in concorso, girato nel corso di tre anni dai giovani studenti d’arte siriani Saaed Al Batal e Ghiath Ayoub, fermo immagine su un paese stravolto dalla guerra, smembrato, bombardato, distrutto e ancora in distruzione. Quel titolo, Still Recording, suona come un sinistro monito che costringe anche lo sguardo cinefilo a confrontarsi con il reale, in un mondo in fiamme. La salvezza forse non si può trovare nell’occhio di una videocamera, ma è lì, e nelle nuove generazioni di cineasti, che si può forse rintracciare l’istinto alla ribellione, alla lotta contro lo stato attuale delle cose, al ritorno all’ethos. Sempre attraverso l’immagine, e la sua potenza destabilizzante.

Info
Il sito ufficiale della Settimana della Critica 2018.

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