(Ab)normal Desire

(Ab)normal Desire

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Melodramma decisamente sui generis strutturato su un’ampia coralità narrativa, (Ab)normal Desire di Yoshiyuki Kishi indaga con atteggiamento da entomologo solitudini metropolitane e forme non convenzionali di erotismo. Imperniato su interrogativi stratificati e pure inquietanti, il film si fa forte di una gran bella sceneggiatura e di una rara capacità di introspezione psicologica. In concorso al Far East Film Festival 2024 di Udine.

Alieni, vampiri

Nel Giappone di oggi, due ex-compagni di scuola, Natsuki e Yoshimichi, si incontrano di nuovo a distanza di anni e riscoprono la strana forma di piacere erotico che li accomuna fin da ragazzi. Entrambi infatti traggono particolare piacere dalla visione dell’acqua che rumorosamente zampilla da fontane e rubinetti. Parallelamente, la studentessa universitaria Yaeko è infastidita da qualsiasi minimo contatto fisico con gli uomini a causa di un trauma vissuto in passato, ma finisce per innamorarsi dell’oscuro Daiya, suo compagno di studi. Con tutti loro finirà per incrociare la propria strada anche il pubblico ministero Terai, uomo serio, sposato e padre di un figlio in età scolare totalmente incapace di studiare, discutibilmente incoraggiato dalla madre a diventare una baby-star virale tramite la pubblicazione quotidiana di video sui principali canali streaming in uso. [sinossi]

I diversi orientamenti affettivi più diffusi, eterosessualità, omosessualità e bisessualità, rischiano ormai di assumere profili tradizionali. Si tratta di una netta spartizione avviata verso l’inefficacia e l’irrilevanza in un universo erotico e affettivo sempre più multiforme nelle sue infinite varianti, al quale si assomma inoltre la questione dell’identità di genere che appartiene a tutt’altra sfera parallela, benché spesso confusa con l’orientamento stesso. Fra gli altri, esiste anche tutto il versante del fetish, emerso con sempre maggiore insistenza negli ultimi decenni a tutte le latitudini. Ovviamente è sempre esistito, ma la visibilità e libertà d’espressione, attualmente acquisite in ambito sessuale anche tramite le nuove risorse dell’interconnessione digitale, hanno permesso la crescente messa in luce di una galassia fino a qualche decennio fa profondamente nascosta. Prende le mosse da qui il giapponese (Ab)normal Desire di Yoshiyuki Kishi, presentato in concorso al Far East Film Festival 2024 di Udine, incardinato intorno a un pugno di personaggi mediamente giovani che si aggirano per la metropoli come alieni o vampiri, nascosti e solitari, lontani da tutti e decisamente inconsueti nelle loro predilezioni di piacere (difficile immaginare qualcosa di più inedito del piacere erotico ricavato dall’acqua che zampilla nelle fontane…). Nella massa umana che sciama in enormi città spersonalizzanti è pure difficile riconoscersi, e ogni volta che avviene un incontro fra simili prende forma una sorta di miracolo al quale aggrapparsi per non cadere di nuovo in una schiacciante solitudine. Se una dei giovani protagonisti ha un rapporto travagliato con il contatto fisico, altri due si caratterizzano per una bizzarra e innocua predilezione erotica; un altro personaggio invece, scopriremo poi, è affetto dalla più atroce delle perversioni patologiche e criminali. A questi quattro giovani si aggiunge un pubblico ministero alle prese con un disagio di segno ben diverso (ma ugualmente invalidante sul piano sociale) vissuto dal proprio figlio in età scolare, incapace di studiare e fanaticamente sostenuto dalla madre nel trovare una diversa via d’espressione tramite video virali da pubblicare sui maggiori canali di streaming.

Kishi si prende i suoi estesi tempi narrativi, pedinando con passo trattenuto i destini dei cinque protagonisti destinati poi a incrociarsi drammaticamente. Ispirato a un romanzo di Asai Ryo, per buona parte (Ab)normal Desire assume i tratti di un raffreddato melodramma sui generis, dove la posta in gioco non è necessariamente la felicità amorosa, bensì un più tortuoso incontro con anime gemelle talmente rare da rendere la ricerca quasi impossibile. Il sesso, la vera attrazione, il corteggiamento passano tutti in secondo piano. Nell’impianto corale assume in tal senso i tratti più riusciti e significativi il percorso di Natsuki e Yoshimichi, che vanno a convivere per sconfiggere la solitudine ma anche per darsi una veste normale e accettabile per la società. Lo stigma è una minaccia, e la voglia di imitare la normalità è una tentazione fortissima. Per tali esistenze ai limiti del vampiresco il passo della vita si accompagna quotidianamente a un senso di inutilità e di morte che pare non mollare mai la presa. Vivere o morire non fa molta differenza, e ogni giornata è vissuta come l’ultima in una sostanziale monotonia di emozioni. Tecnicamente si chiamerebbe depressione, ma come è possibile parlare di stati depressivi quando l’esistenza propone soltanto rarissime occasioni di riscatto? La monotonia emotiva, alla fine, assume la veste di una singolare normalità, a volte accettata, a volte subita. Per tali figure giunte a diversificate forme di consapevolezza di sé, l’idea del suicidio è una confortante e ipotetica uscita di sicurezza. Tuttavia, per il personaggio a suo modo più appassionato prevale fino all’ultimo il desiderio di esserci, di non abbandonare il territorio, di tentare di esistere. Il faut tenter de vivre, a conti fatti. Com’è evidente (Ab)normal Desire spalanca numerosi livelli di lettura. Sullo sfondo del racconto fluttuano secoli di suggestioni letterarie, dalla solitudine romantica del conte Dracula alle più diverse personificazioni mostruose, umiliate e addolorate per la propria condizione, che tanta narrativa di genere ha raccontato in ogni parte del mondo. Non è altresì ignoto al film di Kishi l’universo dei manga, soprattutto di quelli declinati verso umori giovanili di emarginazione e incomprensione. I personaggi di (Ab)normal Desire costeggiano anche pareti pericolose, poiché il web contiene minacce e perversioni di indicibile orrore, e il tragico equivoco è una costante spada di Damocle che penzola sulle teste di questi alieni solitari, vaganti in giro per le città sotto le mentite spoglie di un opaco anonimato. La metropoli garantisce infatti un’inquieta irrilevanza umana che per i personaggi del film è al contempo rifugio e condanna. L’invisibilità sociale protegge più o meno efficacemente dallo stigma, ma nello stesso istante allontana quasi completamente ogni possibilità di incontro con altri esseri umani.

Sollevando interrogativi inquietanti e scegliendo le chiavi espressive di un melodramma di crescente coinvolgimento emotivo, (Ab)normal Desire riserva le sue pagine più pregnanti al confronto finale fra Natsuki e il magistrato Terai che si delinea per l’incontro, denso di comprensione reciproca, fra due diverse manifestazioni di solitudine e isolamento. Qua e là si aprono altresì squarci di lacerata umanità, colmi di un sentimento di piena e schietta autocoscienza che nell’accettazione di sé accoglie pure la leggerezza dell’ironia – si veda la sequenza in cui Natsuki e Yoshimichi tentano, per pura curiosità e nel più totale disinteresse, di fare sesso in modo tradizionale. Ed è d’altra parte un’ulteriore forma di omologazione anche il desiderio di compensare la propria diversa abilità scolastica tramite una delle attuali forme più inflazionate di espressione individuale – un canale social oramai non si nega più a nessuno. Non è forse disperata e mostruosa la madre che protervamente insiste per esporre suo figlio alla quotidiana e pericolosa divulgazione di se stesso in streaming? Melodramma nevrotico ed eccentrico con finali aperture verso la tetra tragedia, disciplinatamente trattenuto nei toni e distribuito in un’ampia coralità narrativa, (Ab)normal Desire dà forma tangibile a un invincibile dolore di vivere. Opera ispirata, riuscita, capace di scavare a fondo nei suoi personaggi tramite gli strumenti di una brillante sceneggiatura, di una regia corretta e accorta e di una bella prova collettiva del suo cast di attori. Ben fatto, avvincente, appassionante, e animato da grande intelligenza analitica intorno all’essere umano.

Info
(Ab)normal Desire sul sito del Far East.

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