Una notte a New York
di Christy Hall
Christy Hall esordisce alla regia con Una notte a New York, un dramma a due tutto di scrittura che palesa la sua iniziale destinazione teatrale e che se convince, là dove convince, lo fa quasi esclusivamente per l’accorata interpretazione dei due protagonisti, Dakota Johnson e Sean Penn. Resta però la nostalgia per un cinema d’altri tempi, un indie che riporta indietro la lancetta del tempo produttivo di un trentennio. E questo non è necessariamente un male.
Taxista di notte
Una donna che prende un taxi dall’aeroporto JFK intrattiene una conversazione con il tassista sulle relazioni importanti della loro vita. Il film racconta un viaggio in taxi dall’aeroporto JFK di New York a Manhattan. Una giovane donna, bella e assorta nei suoi pensieri, inizia una conversazione con il tassista Clark, un uomo diretto e senza peli sulla lingua. Nel tempo del tragitto, il contesto apparentemente ordinario di un taxi diventa il luogo di un dialogo straordinario, intimo e denso, fatto di piccole verità e grandi rivelazioni. Una storia semplice e universale, sul come una conversazione apparentemente banale tra due estranei possa prendere strade inaspettate e creare una connessione profonda. [sinossi]
Chissà, forse Daddio – questo il titolo originale del film che in Italia è stato tradotto con un pleonastico e un po’ pedissequo Una notte a New York – funzionerebbe davvero bene su un palco teatrale, luogo cui lo script era inizialmente destinato, prima che prendesse corpo l’idea di trasformare la storia dell’incontro notturno tra un tassista sessantenne e una passeggera in immagini in movimento. Dopotutto lo scenario a due, solo all’apparenza in continua mutazione visto che si è all’interno di un taxi, si prestava alla perfezione per un atto unico durante il quale indagare l’umanità sottaciuta, i piccoli o grandi segreti nascosti, i paraventi prodotti dalla mente per difendersi psicologicamente dall’altro, dall’esterno, da tutto ciò che non si può controllare in prima persona. Perché a conti fatti di questo parla l’esordio alla regia della statunitense Christy Hall, anche autrice del testo: può una corsa notturna in taxi, dall’aeroporto alla propria destinazione cittadina, permettere a due esseri umani di conoscersi, comprendersi, e forse persino aiutarsi? Per quanto fin dalle sue prime avventure festivaliere lo scorso anno, e poi da giugno – quando il film è stato infine distribuito negli Stati Uniti d’America –, la critica abbia lodato in particolar modo la recitazione dei protagonisti (effettivamente notevole, in particolar modo per quel che concerne Dakota Johnson) e il lungo, sterminato dialogo che accompagna l’intera narrazione, l’impressione data dalla visione di Una notte a New York è che lo spunto realmente interessante sia da rintracciare nelle modalità produttive, e non in quel che accade in scena, che per di più pretende di poter veicolare quello che non è inesatto definire un coup de théâtre per quanto si sviluppi durante l’intero arco narrativo.
L’idea di produrre il film girandolo cercando di rispettare proprio l’origine teatrale, con Johnson e Penn impegnati sul set con i grandi schermi a LED utilizzati per renderizzare gli ambienti digitali scardina il concetto di produzione contemporanea, e in qualche modo si muove nella stessa direzione di un film che sembra provenire da un’altra epoca, quella del sistema “indie” degli anni Novanta, quando il cinema statunitense, almeno quello non prossimo alle major, cercava di districarsi tra situazioni minimali, basandosi su sceneggiature forti e puntando l’accento sulla qualità attoriale. Certo, Hall non sembra possedere lo sguardo creativo e libero delle migliori espressioni di quel periodo storico, e quindi Una notte a New York passa di primo piano in primo piano, in un rimpallo che se da un lato rinnova la matrice dialettica e dialogica del racconto dall’altro depaupera le potenzialità registiche del doversi arrabattare in un abitacolo piccolo e scomodo come quello di una autovettura. Per quanto questo rimando indietro nel tempo possieda una eco passatista e quindi pervicacemente “reazionaria”, non si può non accogliere con interesse un film che osa discostarsi dalla prassi produttiva contemporanea. D’altronde il contemporaneo, con tutte le sue pastoie, si fa largo con fin troppa facilità quando ci si trova a doversi confrontare con quello di cui parlano i due personaggi, con il ciarliero Clark – della donzella non si conoscerà mai il nome proprio – che spinge la sua cliente ad aprirsi con lui, in una chiacchierata che assume ben presto i toni della confessione cattolica. Il tassista-prete diventa ovviamente consigliere per questa giovane ragazza che ha così modo di parlare di mascolinità tossica, aborto, omosessualità, mancanza della figura paterna, violenza domestica, resilienza, autodeterminazione femminile. Tutti temi rilevanti, ma che si esplicano solo ed esclusivamente attraverso la parola, tenendosi a distanza dalle radici stesse del cinema, dal suo linguaggio, dal suo senso. “Girlie” potrà anche togliersi un po’ di peso dalle spalle, affidandosi ai saggi consigli di un uomo che neanche la conosce (scelta abbastanza sorprendente, visto che il film dovrebbe muoversi attorno alla consapevolezza della donna), ma non sfiorerà mai il cinema, rimanendo elemento di sfondo un po’ come quel paesaggio newyorchese che neanche esisteva davvero sul set. Prodotto molto più semplice di quanto amerebbe “autodeterminarsi” Una notte a New York avrebbe come unico elemento di reale interesse il suo poter essere fuori dal tempo, ma vi viene ricondotto a forza dentro da una sceneggiatura poco accorta, molto acerba, e che può essere almeno in parte salvata, un po’ come Girlie, solo dalla recitazione.
Info
Il trailer di Una notte a New York.
- Genere: drammatico
- Titolo originale: Daddio
- Paese/Anno: USA | 2023
- Regia: Christy Hall
- Sceneggiatura: Christy Hall
- Fotografia: Phedon Papamichael
- Montaggio: Lisa Zeno Churgin
- Interpreti: Dakota Johnson, Sean Penn
- Colonna sonora: Dickon Hinchliffe
- Produzione: Hercules Film Fund, Projected Picture Works, Raindrop Valley, Rhea Films, TeaTime Pictures
- Distribuzione: Lucky Red
- Durata: 101'
- Data di uscita: 19/12/2024