Tra i titoli più noti e fondanti del cinema d’impegno civile italiano anni Settanta, Confessione di un commissario di polizia al procuratore della repubblica di Damiano Damiani propone un quesito etico ben radicato in un progetto di diretta denuncia civile e inscritto in una nuova idea di cinema di genere. Leggi tutto
A cinque anni di distanza da Thomas e gli indemoniati Pupi Avati torna al cinema con La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone, e per la prima volta si cimenta con l'industria: ne viene fuori una commedia iper-grottesca, in cui i tipi romagnoli riecheggiano dell'esperienza felliniana Leggi tutto
Bordella è il Pupi Avati più surreale, satirico, crudele, orgogliosamente malpensante e fuori dalle traiettorie canoniche del cinema, tra vagheggiamenti d'antan, giochi quasi musicali e un racconto grottesco dell'Italia - forse altrettanto grottesca - degli anni Settanta. Leggi tutto
L'esordio di Florestano Vancini, ispirato a un racconto di Giorgio Bassani, colpisce a più di cinquant'anni dalla sua realizzazione per la capacità di gettare uno sguardo non allineato sugli italiani. Un'opera viva, più che mai. Leggi tutto
Un altro ritratto di solitudine nella lunga galleria femminile (ma non solo) che Antonio Pietrangeli ha dedicato al vuoto esistenziale di tutta un'epoca. Nata di marzo ha le sembianze di una commedia sentimentale aerea e "glamour", ma conserva al fondo un nucleo tragico e amarissimo. Leggi tutto