Continental, un film sans fusil (2007) Recensione

Presentato alle Giornate degli Autori di Venezia 64, Continental è uno specchio impietoso di quello che siamo, della nostra monotonia inevitabile, delle piccole gioie che inseguiamo, forse inutilmente. Cambiare vita, cambiare lavoro, cambiare moglie: la fuga dal vuoto di tutti i giorni…

Storie di tutti i giorni

Un uomo scende da un autobus e poi sparisce, mentre la moglie lo attende invano. Un anziano, abbastanza squattrinato, deve rimediare quindicimila euro per salvare denti e mandibola. Un padre di famiglia inizia la sua nuova attività di assicuratore, lontano da casa. Una ragazza, portiere di notte, cerca legami affettivi… [sinossi]

Stéphae Lafleur scrive e dirige Continental, un film sans fusil, lungometraggio minimalista che indaga la quotidianità e la solitudine di quattro persone decisamente normali: quattro vite che, almeno per un attimo, si incroceranno. Il film di Lafleur, presentato alle Giornate degli Autori della 64. Mostra del Cinema di Venezia, non rimarrà impresso nella memoria ma è un’opera abbastanza interessante, soprattutto dal punto di vista tecnico-artistico: a parte le apprezzabili performance dei quattro protagonisti (Marie-Ginette Guay, Gilbert Sicotte, Fanny Mallette e Réal Bossé), risalta l’elegante e accurata messa in scena, sostenuta dalla buona fotografia di Sara Mishara.

Convince meno, nonostante la buona dose di ironia che stempera la desolante atmosfera della pellicola, questo modo di scandagliare la natura umana, imprigionata in una routine soffocante, priva di gioia e prospettive. Continental è uno specchio impietoso di quello che siamo, della nostra monotonia inevitabile, delle piccole gioie che inseguiamo, forse inutilmente. Cambiare vita, cambiare lavoro, cambiare moglie: la fuga dal vuoto di tutti i giorni sembra condurre inevitabilmente i personaggi verso fugaci momenti felici che presto si esauriranno. Memorabili, a dire il vero, alcune soluzioni narrative: su tutte, senza dubbio, il piccante invito, goffamente accettato, che l’assicuratore pentito riceve dalla focosa coppia che abita nella stanza accanto.