Hold Your Breath Like a Lover

Hold Your Breath Like a Lover

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Opera seconda di Kohei Igarashi e saggio di diploma del corso di Arte dell’Università di Tokyo, Hold Your Breath Like a Lover è un viaggio nelle solitudini e nelle distonie del Giappone del futuro prossimo.

Fantasmi e falsi soldati

30 dicembre 2017. Due anni prima dei Giochi Olimpici di Tokyo, in seguito a una revisione della Costituzione in Giappone viene creata una forza armata destinata alla difesa nazionale, impegnata in operazioni militari. Un cane si perde in un impianto inceneritore, ma quando Tani va a cercarlo non trova niente. Nello stabilimento, Yana toglie le decorazioni natalizie e le sostituisce con quelle di Capodanno. Di notte arriva Gou, un appassionato di giochi di sopravvivenza, e si mette a sfidare Ken ai videogame, nonostante sia il suo giorno libero. Adachi si accontenta di guardarli per ammazzare il tempo. Tutti loro hanno più o meno gli stessi problemi: gravidanze, adulteri, questioni familiari e un amico morto in guerra. Nel frattempo Tani, preoccupata per la sua relazione immorale con Adachi, comincia ad avere la sensazione che il padre di lei, che gestiva l’impianto inceneritore e che dovrebbe essere morto, si stia in qualche modo aggirando per la struttura. [sinossi]

I fantasmi del passato riemergono nel futuro prossimo del Giappone. Per quanto non sia forse immediata la ricezione di un’opera come Hold Your Breath Like a Lover, il secondo lungometraggio diretto dal trentenne giapponese Kohei Igarashi rappresenta una delle prime riflessioni sul destino che grava sul Giappone. Da quando Shinzō Abe è tornato in carica come Primo Ministro, nel 2012, la nazione ha ulteriormente svoltato a destra, facendo soffiare preoccupanti venti nazionalisti su un paese che, dopo la sbornia militare degli anni Trenta dello scorso secolo, culminata nel disastro senza precedenti della Seconda Guerra Mondiale, ha compiuto un percorso coraggioso, non privo di insidie ma teso a una totale negazione delle proprie velleità di conquista.
In questo senso un lavoro come quello di Igarashi, presentato alla sessantasettesima edizione del Festival Internazionale del Film di Locarno nella sezione Cineasti del Presente, si distingue nettamente anche dalle digressioni pacifiste piuttosto tipiche del cinema nipponico: Hold Your Breath Like a Lover non porta alla ribalta le tragedie del passato come monito per ciò che potrebbe accadere domani, ma si muove nella direzione diametralmente opposta. Il film è ambientato nel futuro prossimo, a ridosso delle Olimpiadi di Tokyo, e il Giappone ha già rimesso in piedi il proprio esercito ed è impegnato in azioni militari al di là dell’oceano. La Costituzione è stata dunque modificata, non c’è più tempo né spazio per moniti o avvertimenti sui rischi che ciò potrebbe comportare.

Sradicando qualsiasi tentativo di interpretazione “storica” di quanto avviene sullo schermo, Igarashi ambienta Hold Your Breath Like a Lover in un inceneritore, acuendo la già avvertibile sensazione di non-luogo con una serie di escamotage narrativi: il film è ambientato durante le vacanze di Natale, quindi la maggior parte degli addetti allo stabilimento è in ferie. Le poche persone rimaste a lavorare sono, in qualche modo, tutte collegate le une alle altre da affetti, desideri nascosti, amicizie, relazioni clandestine. In questo microcosmo Igarashi inserisce un ulteriore elemento di sospensione del reale, grazie alla presenza di ectoplasmi, fantasmi del passato che abitano l’inceneritore.
Ma non esiste mai minaccia per i protagonisti, e Hold Your Breath Like a Lover non vira mai in direzione dell’horror o del thriller: i fantasmi del padre di Tani, l’unica ragazza del gruppo, e di un collega di lavoro morto nella guerra a cui il Giappone sta prendendo parte, sono a loro volta vittime di un sistema sbagliato, inumano, privo di alcuna logica.

Tani, Gou, Adachi, Ken e Yana giocano a fare la guerra, si divertono con la playstation, ascoltano musica a tutto volume. Giocano, rimandando il più possibile il momento in cui dovranno confrontarsi con il mondo esterno, l’attimo in cui la guerra non sarà più solo un passatempo da improvvisare nei boschi vicino allo stabilimento.
Igarashi mette in scena Hold Your Breath Like a Lover come se stesse architettando una lenta, caotica e nostalgica marcia funebre: il ritmo si fa compassato, i dialoghi sempre più inessenziali, le relazioni umane si sfilacciano, si disperdono, scompaiono. Non sempre lo stile del giovane regista nipponico riesce a padroneggiare con saldezza la materia a disposizione, ma è indubbio che Hold Your Breath Like a Lover rappresenti una delle opere più interessanti viste a Locarno in questi primi giorni di festival. E nella battuta finale, quando un uomo e una donna incontrano Gou ancora vestito da soldato (per la finta battaglia nei boschi) e si sentono in dovere di salutarlo perché “non si sa mai”, è nascosto un senso politico così profondo da lasciare senza fiato e far intravvedere un futuro luminoso per Igarashi. Sempre che il futuro il Giappone voglia concederselo, ovviamente…

Info
Hold Your Breath Like a Lover sul sito del Festival di Locarno.
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