Les souvenirs

Les souvenirs

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Senza strizzare troppo l’occhio a Nouvelle Vague, mumblecore o sentimentalismo ricattatorio, Les souvenirs sceglie la leggerezza del cinema medio francese come unico registro.

I labili ricordi

Romain è un giovane studente di letteratura all’alba delle grandi scelte di vita. Quando sua nonna Madelaine rimane vedova, è lui a tenerle compagnia la maggior parte del giorno, almeno finché suo padre non decide di farla entrare in una casa di riposo. Tutto sembra procedere, finché nonna Madelaine non scompare e Romain deve attrezzarsi per andare a cercarla in giro per la Francia. [sinossi]

L’amore a vent’anni a Parigi sognando di diventare scrittori. Basterebbe questa frase, sottotitolo ideale di tutto un sottogenere del cinema non solo francese, a solleticare lo spettatore romantico e facile sognatore e ad allontanare quello più cinico e insofferente ai cliché. Già, perché se c’è qualcosa di cui (fin dal titolo) Les Souvenirs non ha paura è proprio lo stereotipo del cinema medio francese, a partire dal livello produttivo.
Tratto da un romanzo di David Foenkinos (scrittore popolarissimo in Francia), il film Jean-Paul Rouve (caratterista popolarissimo in Francia) sfrutta attori ed ex comici come comprimari per raccontare una storia che lavora su due linee: il giovanilismo e il nostalgismo.
La prima linea poggia interamente sulle spalle del giovane protagonista: il suo smarrimento senza false depressioni, il desiderio di innamorarsi senza facili corteggiamenti, le ambizioni letterarie senza reali convinzioni. La parte nostalgica si delinea invece tutta per contrasto coi personaggi più anziani, tenendo ben salda la regola che la sensibilità salta una generazione e che nonni e nipoti devono coalizzarsi contro gli aridi padri (comunque capaci di redimersi).

Attori bravi, perfetto equilibrio fra dramma e commedia e musiche assai familiari (una cover della classica Que reste-t-il de nos amours? di Charles Trenet, già tema portante di Baci rubati di Truffaut) lo tengono saldamente dentro la fascia media d’appartenenza. Senza strizzare troppo l’occhio alla Nouvelle Vague, al mumblecore o al sentimentalismo ricattatorio, Les souvenirs infatti sceglie la leggerezza come unico registro. Anche a livello di racconto, dove le varie sequenze sembrano succedersi legate da un filo leggero, senza lasciare eccessiva traccia nelle scene successive. Come in un sogno di cui si conservano solo sensazioni impalpabili non appena risvegliati.

Info
Il trailer di Les souvenirs su Youtube.
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