Irréprochable

Irréprochable

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Noir con protagonista una dark lady del settore immobiliare, Irréprochable di Sébastien Marnier intriga e seduce, ma dopo tanto dispendio di manieristica energia, collassa sul finale. Alla Festa del Cinema di Roma.

Immobili e bugie

Senza lavoro da oltre un anno, Constance fa ritorno nella sua città natale. qui scopre che si è liberato un posto nell’agenzia immobiliare in cui ha iniziato la sua carriera, ma il suo vecchio capo le preferisce una candidata più giovane. Constance però è pronta a tutto per recuperare un posto che ritiene le spetti di diritto. [sinossi]

È spregiudicata, disinibita, sola, completamente al verde e pronta a tutto, sfoggia una chioma di un biondo paglia con vistosa ricrescita castana, veste di colori sgargianti e mente sempre. Constance Beauvau rappresenta il prototipo perfetto della dark lady contemporanea, ed è intorno a lei, con la complicità della versatile Marina Foïs (vista di recente in Pericle il nero) che Sébastien Marnier costruisce il suo film d’esordio, Irréprochable, presentato all’undicesima Festa del Cinema di Roma. Rispolverando la migliore tradizione del noir francese (Chabrol, soprattutto) il neo regista costruisce con cura impeccabile il suo meccanismo della tensione, ci trasporta da Parigi in una provincia francese bigia e anonima, centellina le informazioni sulla sua protagonista, lasciando che siano soprattutto gli altri a parlare di lei, e non proprio in maniera encomiabile.

Constance è una donna sulla quarantina, ha perso il suo lavoro da agente immobiliare da circa un anno e dorme di nascosto in un appartamento in vendita. È proprio qui che la sorprende una ex collega, sul punto di mostrare l’immobile a una coppia di acquirenti. Agguantato il suo trolley, Constance si vede costretta a prendere il primo treno verso la cittadina natia. Lungo il viaggio conosce un affascinante cinquantenne e passa con lui la notte in albergo. Continueranno a vedersi, mentre lei cercherà vanamente di recuperare il suo vecchio lavoro. Ma il suo precedente capo non serba di lei un buon ricordo, così come l’ex collega ed ex amante Philippe (Jérémie Elkaïm). Il perché è difficile da comprendere in principio, ma con il progredire di questa storia, Constance si rivelerà tutt’altro che “irreprensibile” (è questa la traduzione italiana del titolo del film). Soprattutto poi quando scoprirà che una giovane e affascinante fanciulla ha preso il suo posto di un tempo nell’agenzia immobiliare locale, accettando tra l’altro di essere pagata come freelance.

Le questioni legate alla crisi economica ad oggi in corso costituiscono certo un punto di partenza per Irréprochable, ma vengono presto abbandonate per seguire le atmosfere tese di un thriller psicologico hitchcockiano, dove per buona parte del tempo lo spettatore è tenuto all’oscuro di ciò che conta, peccato che poi, come spesso poi accade in queste occasioni, al momento della rivelazione, il lambiccato costrutto fin lì edificato si dissolva in una fumosa nuvoletta. Ciononostante Irréprochable si rivela un esercizio di stile piuttosto riuscito, in grado di catturare la nostra attenzione non solo per come svolge il suo compito principale, ovvero quello di intrigare e intrattenere, ma anche per delle annotazioni a margine sottili e originali. Si pensi ad esempio al “machismo” che caratterizza il personaggio di Constance, in principio si tratta di un sentore quasi impercettibile, legato al fatto che lei seduce con facilità e manipola gli uomini che incontra, poi la troviamo che fa gli addominali nel parco e le flessioni in soggiorno (viene quasi alla mente il De Niro di Cape Fear) e infine inizia a tormentare la sua rivale lavorativa con sfide agonistiche al limite della sopportazione e nelle quali puntualmente riesce a primeggiare.

Per buona parte di Irréprochable, Marnier sta ben attento a dosare i suoi ingredienti e, per non rendere la sua protagonista eccessivamente bugiarda e dunque anche respingente, le dona delle nuances inattese di brillante ingegno narrativo. Pensiamo ad esempio a quando la sorprendiamo intenta a ripescare dall’armadio i suoi cimeli di giovinezza: tra questi spicca anche un album delle figurine dei calciatori – “Oooh, Platini!” è il commento nostalgico di Constance – e all’interno poi ci sono i suoi vecchi ritratti, a quanto pare piuttosto realistici, dei peni dei fidanzatini di un tempo – “Ohhh, Frank!” e “Oooh, Paul” sono stavolta le sue esclamazioni . Gran parte del merito della parziale riuscita di Irréprochable è dunque da attribuire al talento attoriale di Marina Foïs, capace da sola di reggere l’intero film, con i piccoli sommovimenti del suo volto e le generose performance ginniche ed erotiche, la cui energia però si dissolve di fronte alla chiosa di questo esercizio di stile ingegnoso e volitivo, che dopo una lunga e trattenuta maratona della tensione, si sbilancia e perde l’equilibrio proprio a pochi metri dalla meta.

Info
Il sito della Festa del Cinema di Roma.
La scheda di Irréprochable sul sito del festival.
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