La Mummia – La tomba dell’imperatore dragone

La Mummia – La tomba dell’imperatore dragone

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Blockbuster in bilico tra azione e ironia, effetti speciali e target familiare, La Mummia – La tomba dell’imperatore dragone è cinema di facile consumo, praticamente usa e getta, senza effetti collaterali, senza infamia e senza lode. Lo spostamento dello scenario dal classico deserto egiziano alla più modaiola Cina non cambia, in buona sostanza, praticamente nulla.

Eroi, mummie e pop corn

L’avventura ha inizio con il risveglio della mummia dell’imperatore ad opera del giovane esploratore Alex O’Connell, ormai ventunenne, vittima di un inganno. Il più grande guerriero che la Cina ha mai conosciuto non è stato in grado di realizzare il suo sogno di dominare il mondo intero a causa della fattura che la strega Zi Yuan gli ha fatto mille anni fa. Risvegliatosi da poco, sa che c’è un mondo che deve essere ancora conquistato. Per poterlo fare, deve acquisire la vita eterna raggiungendo la leggendaria città di Shangri-la. Se lì riuscirà a bere dalla fonte della vita eterna, gli sarà possibile far risorgere un esercito che è rimasto sepolto per migliaia di anni. A meno che Rick, Evy ed Alex O’Connell non riescano a fermarlo prima… [sinossi]

Le avventure del bellimbusto Richard “Rick” O’Connell (Brendan Fraser), a cui possiamo aggiungere l’evitabile prequel Il Re Scorpione (2002), giungono al terzo, forse conclusivo, episodio, La Mummia – La tomba dell’imperatore dragone, blockbuster in bilico tra azione e ironia, effetti speciali e target familiare. Indubbiamente i produttori hanno spremuto tutto il possibile, pur mantenendo, ad eccezione del fiacco prequel, una qualità media accettabile: questa serie avventurosa, parente minore di Indiana Jones, può tranquillamente essere ascritta al cinema di puro consumo, al prodotto per quattro (papà, mamma e due fanciulli), pop corn e coca cola compresi. Smarrita per strada la freschezza del primo capitolo, La Mummia (1999), e il regista Stephen Sommers (qui sceneggiatore non accreditato), resiste lo spirito originale fatto di acrobatiche sequenze, spacconerie dei protagonisti, apprezzabile autoironia, moderato sentimentalismo e ottimi effetti speciali. Cinema di facile consumo, praticamente usa e getta, senza effetti collaterali, senza infamia e senza lode.

Lo spostamento dello scenario dal classico deserto egiziano alla più modaiola Cina (il nuovo pericolo!) non cambia, in buona sostanza, praticamente nulla: interessante semmai l’utilizzo di alcuni tra i nomi più noti del cinema asiatico (ma avrebbe meritato sorte migliore Anthony Wong, volto prediletto della cinematografia hongkonghese). E se Jet Li (Hero, Danny the Dog) e Michelle Yeoh (La tigre e il dragone, Memorie di una geisha) sono oramai facilmente riconoscibili anche per un pubblico totalmente a digiuno di film asiatici, la bella Isabella Leong (Spider Lilies, Isabella) rappresenta un’interessante novità e, potenzialmente, una futura stellina di importazione, sulla scia dell’altra meravigliosa creatura Zhang Ziyi che prossimamente rivedremo in The Horsemen di Jonas Åkerlund, Mei Lanfang di Chen Kaige e Lost for Words di Susanne Bier.

Dopo aver frettolosamente archiviato la regia di Rob Cohen nella categoria buon artigianato, preferiamo aprire una parentesi sui ruoli di Brendan Fraser, John Hannah (al minimo sindacale) e Maria Bello (al posto di Rachel Weisz, in altre faccende affaccendata), avventurieri passati dietro la scrivania tra mille rimpianti e ben felici di tornare a rischiare l’osso del collo tra mostri, mummie e spericolati atterraggi: l’insofferenza per la  vita sedentaria, il richiamo dell’avventura, l’amore per il rischio, l’inevitabile incedere dell’età e l’eredità dei figli sono temi affrontati con leggiadria e ironia, con risultati non tanto distanti dal fratello nobile Indiana Jones, giunto a un quarto episodio non proprio indispensabile…
Finita la proiezione, godute le sequenze dell’atterraggio sulla neve, lo scontro in salsa wuxia e gli yeti-combattenti (un po’ troppo spacconi), resta la sensazione di aver passato 112 minuti quieti quieti. Non è molto, non è poco, è il cinema pop corn.

Info
La pagina facebook de La Mummia – La tomba dell’imperatore dragone.
La Mummia – La tomba dell’imperatore dragone sul sito della Universal.
La Mummia – La tomba dell’imperatore dragone sul canale youtube della Universal.
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