I cento anni di Manoel de Oliveira

I cento anni di Manoel de Oliveira

Manoel de Oliveira compie cento anni. Un’occasione per festeggiarlo e ripercorrere quasi ottant’anni di vita cinematografica. Uno dei grandi maestri del cinema europeo, sempre all’avanguardia di se stesso.

Come si può riuscire a condensare un’attività artistica che si avvia a compiere gli ottant’anni di vita in poche righe? Interrogativo che, ne siamo certi, non troverà risposta ora e qui, ma che dovrà essere rimandato a occasioni più articolate, stratificate, complesse; in attesa che ciò avvenga, comunque, approfittiamo per festeggiare i cento anni di vita di uno dei più grandi registi che il cinema europeo abbia avuto occasione di vantare. Cento anni e poco meno di cinquanta film all’attivo (senza metterci a fare distinzioni tra cortometraggi e lavori sulla lunga distanza), per la messa in scena di una poetica coerente e incrollabile.
Per quanto tra Douro, lavoro fluviale e Do Visìvel Ao Invisìvel (il breve e beffardo gioco presentato quest’anno alla Mostra di Venezia) ci siano stati sconvolgimenti mondiali, dittature, e chi più ne ha più ne metta, è indiscutibile come sia possibile riconoscere un percorso unitario, in alcuni momenti quasi monolitico, che attraversa senza interruzioni il cinema di de Oliveira: la messa in scena della storia portoghese – culminata nel caso di “appropriazione indebita” nei confronti di Cristoforo Colombo (Cristóvão Colombo – O Enigma), ma che ci ha visto osservare, come si trattasse di splendidi quadri in movimento, il lato oscuro di Re Sebastião (Il quinto impero), la lotta per i diritti degli indios da parte di Padre Antonio Vieira (Parola e utopia), fino a quel sottostimato e in realtà essenziale calderone storico che è No, o la folle gloria del comando – è solo uno dei punti su cui val la pena soffermarsi. Perché in realtà, probabilmente, dietro la ricerca filologica di una ricostruzione unitaria della storia di quello che fu uno degli imperi marittimi per eccellenza, si nasconde il desiderio profondo di mettere in scena la propria avventura umana: non sarebbe poi così assurdo, converrete con noi, leggere l’intera filmografia di questo splendido centenario, come un lungo e sottile percorso, spesso in punta di piedi, sulla propria memoria. E non solo negli episodi più eclatanti (il sublime Porto da minha infancia, o Viaggio al principio del mondo con Marcello Mastroianni a interpretare il canuto regista Manoel), ma anche e soprattutto in quella pervicace ricerca delle tradizioni culturali del proprio paese natale: l’insistita messa in scena di alcuni dei caposaldi letterari portoghesi, come Francisco Vaz de Guimaraes (Acto de Primavera), João Rodrigues de Freitas (Aniki Bóbó), Camilo Castelo Branco (Amor de Perdição), nasconde la necessità di porre in relazione il proprio status di artista con le radici della propria nazione. Lo dimostra soprattutto il rapporto, artistico e amicale, che lega de Oliveira ad Agustina Bessa-Luís, scrittrice a sua volta ben più che ottuagenaria, dalla cui produzione il cineasta ha tratto Francisca, La valle del peccato, I misteri del convento, Inquietudine, Il principio dell’incertezza e Specchio magico (quest’ultimo capolavoro essenziale anche per cogliere il senso più profondo della riflessione di de Oliveira sui riti e i miti della borghesia, alla pari con Il passato e il presente), intrecciando dunque due approcci non totalmente collimanti alla vita: consigliamo, per comprendere appieno il valore di questo interscambio culturale, di recuperare il bel instant documentary Conversazione a Porto di Daniele Segre, una videocamera fissa su questi due monoliti della cultura lusitana che si confrontano, chiacchierano, trascinando nella loro discussione i detriti dell’esistenza di un intero popolo. Forse il modo migliore, in questo freddo e piovoso dicembre del 2008, per brindare alla salute di de Oliveira, splendido centenario – ricordiamo ancora con stupore e invidia la sua sortita, in forma smagliante, durante le giornate di una delle edizioni de Il vento del cinema, il festival organizzato a Procida da Enrico Ghezzi.
Auguri, Manoel, e mille di questi giorni…

Filmografia

Douro, lavoro fluviale (1931)
Estátuas de Lisboa (1932)
Já Se Fabricam Automóveis em Portugal (1938)
Miramar, Praia das Rosas (1938)
Famalicão (1941)
Aniki Bóbó (1942)
Il pittore e la città (1956)
Il pane (1959)
Atto di primavera (1963)
A Caça (1964)
As Pinturas do Meu Irmão Júlio (1965)
Il passato e il presente (1972)
Benilde o la vergine madre (1975)
Amor de Perdição (1979)
Francisca (1981)
Visita ou Memórias e Confissões (1982)
Nice – À propos de Jean Vigo (1983)
Lisboa Cultural (1983)
Le Soulier de satin (1985)
Mon cas (1986)
I cannibali (1988)
No, o la folle gloria del comando (1990)
La divina commedia (1991)
O Dia do Desespero (1992)
La valle del peccato (1993)
A Caixa (1994)
I misteri del convento (1995)
Party (1996)
Viaggio al principio del mondo (1997)
Inquietudine (1998)
La lettera (1999)
Parola e utopia (2000)
Ritorno a casa (2001)
Porto da Minha Infância (2001)
Il principio dell’incertezza (2002)
Momento (2002) (V)
Un film parlato (2003)
Il quinto impero (2004)
Specchio magico (2005)
Do Visível ao Invisível (2005)
Bella sempre (2006)
O Improvável Não é Impossível (2006)
Rencontre unique (2007)
Cristóvão Colombo – O Enigma (2007)
O Vitral e a Santa Morta (2008)
Romance de Vila do Conde (2008)

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