The Accidental Kidnapper
di Hideo Sakaki
Presentato al Far East 2010, The Accidental Kidnapper non si impantana mai nel paludoso terreno di statiche sdolcinatezze e anzi affronta con brio e piglio deciso ogni sua fase costitutiva. Sakaki si dedica con energia alla realizzazione di momenti action decisamente accattivanti, contrassegnati da un’ottima messinscena e da una rilettura in chiave comica del filone yakuza.
Il riscatto
Un ex detenuto, Hideyoshi Date, pensa alla sua vita – senza lavoro, senza moglie, senza famiglia, senza soldi – e decide di farla finita in mezzo alla fioritura dei ciliegi. Ma dopo il suo tentativo di suicidio poco convinto che finesce in un fallimento – si accorge che un bambino si è infilato nella sua auto. A 6 anni, è scappato di casa, e non ha alcuna intenzione di tornare indietro. Questo dà a Date una cattiva idea: farà un falso rapimento del bambino per 50 milioni di yen. Prende in prestito il cellulare del bambino, dicendogli che sarà lui a aiutarlo con la sua grande fuga, mentre fa la fatale chiamata… [sinossi]
Sono queste le premesse dalle quali trae il suo avvio The Accidental Kidnapper, terzo lungometraggio firmato da Hideo Sakaki presentato con successo al Far East Film 12: il film racconta l’improbabile avventura di due compagni di viaggio tanto diversi quanto affini, pronti a condividere esperienze irripetibili. Ciò che rende infatti “singolare” il rapimento del piccolo Densuke è che la giovane vittima è in realtà entusiasta all’idea di intraprendere un lungo viaggio lontano da casa, alla scoperta di quel mondo esterno dal quale è stato tenuto a distanza dalla propria educazione familiare. Ciò che infatti Date non sa è che il bambino non è il figlio di un presidente aziendale (come invece supponeva) bensì di un potente boss della yakuza.
Il cardine attorno al quale si impernia l’intera struttura del film è senz’altro il profondo legame di amicizia e fiducia che viene a crearsi fra rapitore e rapito: sovvertendo ogni cliché relativo al rapporto fra vittima/carnefice, The Accidental Kidnapper declina con delicatezza e tenerezza un sentimento pulito, sfrondato delle mille sovrastrutture che spesso finiscono per soffocare la cristallinità dell’affetto. Nonostante la centralità del dato emozionale, sarebbe profondamente errato classificare il film di Sakaki come un melodramma segnato dal sentimentalismo: il regista giapponese infatti lascia spazio nell’impianto narrativo a diverse venature comiche e ironiche che rendono leggero e mai retorico il viaggio dei due protagonisti. Grazie a una piacevole alternanza fra momenti di azione e sequenze dedicate alla descrizione del rapporto fra i protagonisti, The Accidental Kidnapper non si impantana mai nel paludoso terreno di statiche sdolcinatezze e anzi affronta con brio e piglio deciso ogni sua fase costitutiva. Al di là infatti della pregevole indagine sui personaggi Sakaki si dedica con energia alla realizzazione di momenti action decisamente accattivanti, contrassegnati da un lato da un’ottima messinscena, dall’altra da una rilettura in chiave comica del filone cinematografico dedicato alla yakuza.
I riflettori dello script sono puntati sulla lettura della “doppia ingenuità” che funge da pilastro negli equilibri del film: da un lato c’è quella di Densuke, bambino curioso e vivace che vive il proprio rapimento come una fantastica avventura, dall’altro troviamo quella di Date, un “rapitore per caso” che si destreggia con difficoltà nella complessa realtà della malavita. Per i due quindi il viaggio che intraprendono in coppia rappresenta un’opportunità di crescita, un sentiero attraverso il quale imparare gradualmente a relazionarsi con un mondo che è al di fuori del loro normale centro d’azione (Densuke vive nella prigione di cristallo della malavita, Date non è mai riuscito a inserirsi con successo nella società). The Accidental Kidnapper si trasforma quindi nel racconto di un percorso di formazione che finisce per scavare anche nelle dinamiche familiari: i due protagonisti infatti (entrambi segnati da una conflittualità intra-parentale padre/figlio) riusciranno a riconsiderare il loro approccio alla famiglia e all’affettività.
La spontaneità è l’autentica chiave di lettura del film: una naturalezza fresca ed esuberante che permea la sceneggiatura, la regia e soprattutto le interpretazioni (Kastunori Takahashi nel ruolo di Hideyoshi e Roi Hayashi in quello di Densuke rappresentano davvero un valido appoggio nello sviluppo dei dialoghi), che contribuiscono a creare un affresco tenero e mai banale di un’amicizia sui generis.
Hideo Sakaki (presente nel film anche nel ruolo di attore – è uno dei componenti della gang del padre del bambino – a causa di alcune vicissitudini giudiziarie legate all’interprete al quale era stata assegnata la parte) presenta sullo schermo una storia semplice, sviluppata con linearità e senza forzature, ma che riesce con notevole disinvoltura a dare un volto alla gioia della scoperta, all’innocenza dell’infanzia e alle difficoltà legate alla maturità.
Info
La scheda di The Accidental Kidnapper sul sito del Far East.
- Genere: drammatico
- Titolo originale: Yūkai Rhapsody
- Paese/Anno: Giappone | 2010
- Regia: Hideo Sakaki
- Sceneggiatura: Hisako Kurosawa
- Fotografia: Masayuki Fujii
- Montaggio: Hideki Kiyono
- Interpreti: Bengal, Eiichiro Funakoshi, Hideo Sakaki, Hiroshi Yamamoto, Joe Hyūga, Jun Miho, Katsunori Takahashi, Kazue Tsunogae, Roi Hayashi, Shō Aikawa, Shūichirō Masuda, Susumu Terajima, Takashi Sasano, Toshiyuki Watarai, You
- Produzione: Kadokawa Pictures, Studio Three Co. Ltd.
- Durata: 111'