Le belve
di Oliver Stone
Tolte le sequenze action, le gradevoli apparizioni della Lively e le interpretazioni gigionesche di John Travolta, Salma Hayek e Benicio Del Toro, Le belve ci lascia la sensazione di avere assistito a uno schizofrenico crossover pulp tra Gossip Girl e Orange County, perennemente indeciso tra morale e moralismo.
La bella e le bestie
Due imprenditori di Laguna Beach, il pacifico buddista Ben e il suo più caro amico ed ex Navy Seal Chon, gestiscono una redditizia piantagione di un’ottima varietà di marijuana e vivono un felice menage a tre con la bellissima Ophelia. La loro esistenza idilliaca, nella piccola cittadina della California del Sud in cui vivono e lavorano, viene compromessa dalle richiesta di un cartello di spacciatori messicani che vorrebbero entrare in società con loro. La spietata boss del cartello Elena e il suo brutale collaboratore Lado hanno sottovalutato il forte legame che c’è tra Ben, Chon e Ophelia, e sembrano seriamente intenzionati a mettere le mani sulla loro piantagione… [sinossi]
Ci sono due sequenze molti simili nelle recenti fatiche di Oliver Stone e Harmony Korine, due scene che chiariscono il parziale fallimento di Savages (Le belve) e la debordante riuscita di Spring Breakers, pellicola che ha diviso la critica durante la 69a Mostra del Cinema di Venezia, probabilmente destinata a rimanere a lungo un cult amato/odiato. Nel film di Korine, la telefonata di una delle ragazze alla madre, «degna rilettura in chiave postmoderna dell’effetto Kulesov» [1], rappresenta l’ennesimo rovesciamento di senso, il ripetuto gioco metacinematografico e metalinguistico, dissacrante e beffardo, smaccatamente incurante della morale e soprattutto dei moralisti. Stone mette in scena una situazione apparentemente identica, con la bella O (Blake Lively) che mente alla madre, nascondendole la drammatica situazione [2]. Qualcosa però non torna, non convince: questa storia di giovani amanti e spacciatori, sostanzialmente dei ragazzi troppo viziati, non ha il coraggio di andare oltre le patinate scene di sesso, le distese di droga e le ipertrofiche sequenze action. E lo stesso si potrebbe dire per le scelte estetiche, a partire dal flashback in bianco e nero seguito da un’epifania di colori e toni accesi.
Le belve è una parentesi à la U-Turn (1997), è un tentativo di tornare almeno in parte agli svaghi estetici di Natural Born Killers – Assassini Nati (1994), ma è soprattutto un progetto che tradisce l’omonimo romanzo di Don Winslow, scontento coautore della sceneggiatura, incastrandosi in un finale sballato e posticcio, privando di qualsiasi spessore e interesse i personaggi e le loro storie. Tolte le sequenze action, le gradevoli apparizioni della Lively e le interpretazioni gigionesche di John Travolta, Salma Hayek e Benicio Del Toro, ci resta la sensazione di avere assistito a uno schizofrenico crossover pulp tra Gossip Girl e Orange County, perennemente indeciso tra morale e moralismo. Stone resta intrappolato tra il divertissement e il suo classico cinema dagli intenti politici e sociali, lasciandoci un miscuglio di gangster movie, western contemporaneo, love story e via discorrendo.
Ancora una sequenza indicativa quanto inesistente: durante la proiezione per la stampa romana, evidentemente per un errore tecnico, la pubblicità di una pizza si è sovrapposta a una delle ultime sequenze, già di suo fin troppo “farcita”. Le strane e casuali dissolvenze di sangue e pomodoro, mozzarella e toni drammatici, ci suggeriscono di tuffarci comunque a piene mani su questa pietanza cinematografica generosa e sovrabbondante. Ecco, paradossalmente l’ancora di salvezza del nuovo film di Oliver Stone è proprio la sua mancanza di misura, l’incapacità di trovare un punto di equilibrio narrativo: sorvolando sulla superficialità delle due figure maschili, prendendo per buone le spacconate di Travolta e Del Toro (si veda, ad esempio, la sua entrata in scena in grande stile) o la verve comica di Salma Hayek e perdonando a O/Lively l’insensatezza drammaturgica del suo personaggio, ci si può intrattenere con i virtuosismi registici, con le birichinate della fotografia, col ritmo abbastanza sostenuto e coi cambi di registro. E, magari in preda ad attacchi di romanticismo, si può prendere per buono anche il ménage à trois da copertina.
Note
1. Rimandiamo alla recensione di Raffaele Meale dalla Mostra del Cinema. Spring Breakers era in concorso.
2. In questo caso la comunicazione è via mail.
Info
Le belve sul sito della Universal.
Il trailer italiano de Le belve.
- Genere: drammatico, gangster movie
- Titolo originale: Savages
- Paese/Anno: USA | 2012
- Regia: Oliver Stone
- Sceneggiatura: Don Winslow, Oliver Stone, Shane Salerno
- Fotografia: Daniel Mindel
- Montaggio: Alex Marquez, Joe Hutshing, Stuart Levy
- Interpreti: Aaron Taylor-Johnson, Alexander Wraith, Anthony Cutolo, Antonio Jaramillo, Benicio Del Toro, Blake Lively, Candra Docherty, Demian Bichir, Diego Cataño, Emile Hirsch, Gary Stretch, Jake McLaughlin, Jana Banker, Joaquín Cosio, John Travolta, Jonathan Carr, Karishma Ahluwalia, Nana Agyapong, Salma Hayek, Shea Whigham, Taylor Kitsch
- Colonna sonora: Adam Peters
- Produzione: Ixtlan, Onda Entertainment, Relativity Media
- Distribuzione: Universal Pictures
- Durata: 131'
- Data di uscita: 25/10/2012