Quel che sapeva Maisie

Quel che sapeva Maisie

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Trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Henry James, Quel che sapeva Maisie racconta un divorzio leggendolo attraverso lo sguardo di una bambina, silenziosa testimone delle dinamiche della sua famiglia.

Il carapace

A fronte di una seria crisi coniugale Susanna e Beale decidono di divorziare: a farne le spese è la loro figlioletta, la piccola Maisie, tanto contesa quanto poco considerata nei rinnovati equilibri familiari. [sinossi]

Nel 1897 Henry James con il suo Quel che sapeva Maisie raccontava la novità giuridico-sociale dell’affidamento congiunto dei figli a seguito di un divorzio: dopo oltre un secolo il testo del celebre autore statunitense si traduce in immagini e torna al cinema con un omonimo adattamento firmato da Scott McGehee e David Siegel, che con una commedia dai toni agrodolci trasferisce in un contesto contemporaneo la disfunzionalità familiare al centro del romanzo, riadattandone le caratteristiche ai tempi ormai mutati. Il risultato è un ritratto tiepido e pudico di uno spaccato umano preda di insicurezze ed egoismo, che però non si fa mancare serbatoi di speranza e dedizione: seguendo le geometrie dei rapporti in un divorzio difficile, Quel che sapeva Maisie legge i contrappunti della storia filtrandoli attraverso lo sguardo di Maisie, figlioletta strenuamente contesa eppure spesso considerata mero baluardo di conquista, lasciata sola senza che si comprendano a fondo le sue esigenze e necessità.

Susanna – rockstar ormai non più giovanissima – è una madre scostante, che alterna improvvisi slanci d’affetto ad autentiche fughe dalle responsabilità: aggrappata con fierezza alla sua vita di bizze “artistoidi”, non riesce a mettere da parte l’astio per Beale, l’ex marito mercante d’arte costantemente in viaggio d’affari. Malgrado il ruolo di genitori, entrambi sono troppo impegnati a rimanere protagonisti assoluti di ogni istante della loro vita, anche a costo di sacrificare il rapporto con la loro bambina, che silenziosamente osserva ciò che le accade intorno assorbendone i contraccolpi: così a prendersi cura della piccola Maisie rimangono due apparenti “outsider” della famiglia, la fida Margo, l’amorevole babysitter diventata moglie di suo padre, e Lincoln, il nuovo marito della madre, un barista dall’animo gentile.

McGehee e Siegel non puntano sul sensazionalismo e su una rappresentazione esasperata della vicenda, scegliendo al contrario uno stile tendenzialmente minimale, che attutisce gli aspetti più sgradevoli e spigolosi della storia grazie allo sguardo innocente e smaliziato della piccola protagonista: la sfida del film è in effetti proprio quella di rinunciare a ogni lettura “esterna” e di affidare completamente le sorti dell’evoluzione del racconto alla percezione della bambina, peraltro senza fare affidamento a espedienti tecnico-narrativi come il voice-over. Asciugato da ogni orpello Quel che sapeva Maisie – che fa del suo carattere “indipendente” una sua cifra distintiva – si lascia guidare da una sceneggiatura puntuale, che sa alternare appropriatamente momenti più spigolosi a parentesi più disimpegnate, definendo i confini di un viaggio che a dispetto delle potenzialità retoriche si dimostra discreto e dolce: il merito va anche all’apprezzabile lavoro di scrittura realizzato sui personaggi, che malgrado alcune esasperazioni si dimostrano credibili e ben inscrivibili nel contesto in cui si sviluppa la storia. Non esistono buoni e cattivi nel mondo raccontato da Maisie, che con il suo approccio “ad altezza di bambino” coglie senza preclusioni tutte le sfaccettature degli individui che la circondano, dalla madre fragile e al contempo feroce (una Julienne Moore capricciosa e sopra le righe), al padre giocoso ma distratto interpretato da Steve Coogan: sono invece Alexander Skarsgård e Johanna Vanderham a portare sullo schermo i due personaggi meno preda di personalismi, i soli che – mentre i genitori di Maisie si affannano nel farsi vicendevolmente la guerra, contendendosi le attenzioni della figlia anche a scapito della sua stessa tranquillità – riequilibrano il baricentro delle priorità, ricollocando al centro la bambina finendo per concederle gli unici veri scampoli di normalità.

In una New York luminosa, evanescente e caotica, McGehee e Siegel accompagnano Maisie (che ha il volto della brava esordiente Onata April) nella sua rumorosa e complicata vita: certo non mancano imperfezioni e sbavature, ma Quel che sapeva Maisie si dimostra comunque capace di affrontare un tema complesso come quello del divorzio leggendolo con insperata grazia e delicatezza, senza pietismi, lasciandosi guidare dalla malinconica dolcezza di una bambina dallo sguardo serio con la passione per gli animali e il sogno di un’uscita in barca.

INFO
Il trailer di Quel che sapeva Maisie.
Quel che sapeva Maisie su facebook.
Il sito ufficiale di Quel che sapeva Maisie.
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