Addio Ciro
Il nostro ricordo di Ciro Giorgini, scomparso il 6 aprile. Autore di Fuori orario, massimo esperto del cinema di Orson Welles.
Per noi Ciro Giorgini era l’unico che sapesse interpretare l’autentica eredità di Orson Welles. Lui, infatti, al contrario di tutti gli altri, non si compiaceva nel rileggere il cinema wellesiano secondo il classico e limitante schema del gioco di specchi in cui tutto sembra essere stato già previsto dall’autore stesso (compreso lo smarrimento del teorico), ma anzi – con spirito empirico – superava questa inerzia dedicandosi con passione inesausta alla ricerca della materia stessa di quelle pellicole, di quei fotogrammi scomparsi, perduti o rubati, da scovare in un magazzino o un albergo, o un deposito abbandonato.
Per anni abbiamo mitizzato Ciro Giorgini perché lui ci aveva permesso di vedere a Fuori Orario “cose wellesiane mai viste”, dalla sequenza del cinema del Don Chisciotte alle sette ore e mezza di montaggio “a fisarmonica” di Mr. Arkadin / Rapporto confidenziale.
E quel che potevamo solamente intuire prima di incontrarlo, é diventato concreto nel momento in cui davvero abbiamo conosciuto Ciro Giorgini, nell’ottobre del 2013 a Pordenone, quando abbiamo avuto finalmente il coraggio di avvicinarlo per chiedergli del Too Much Johnson ritrovato.
Così abbiamo potuto capire che colui che per anni avevamo imparato a mitizzare, perché parte dell’alveo ristretto di chi era a conoscenza dei mille segreti wellesiani, era in realtà una persona che per sua stessa natura si poneva in modo “antimitico”, spontaneamente familiare e dotata sopratutto di un ardente desiderio di condividere con gli altri ciò che amava.
Ciro ci ha subito accolto a casa sua, a Roma, e ci ha illustrato il suo lungo percorso wellesiano, ce ne ha fatto dono, trasmettendoci una metodologia che partiva dal dettaglio di un’inquadratura, dalla direzione di uno sguardo, da un residuo sul fotogramma. Il cinema come arte materica, prima della sua smaterializzazione digitale. Questo ci insegnava Ciro. E questo ci ha insegnato nell’arco di tempo troppo breve della nostra amicizia. Troppo breve. E non dimenticheremo mai, non solo i suoi insegnamenti, ma anche la generosità con cui li trasmetteva, che non ha eguali in questo campo.
Adesso non ci resta che cercare di prendere a esempio la sua tenacia nel perseguire una ricerca infaticabile intorno al cinema di Welles e al corpus di un’opera in cui i film non-finiti sono quasi equivalenti, per durata e per numero, a quelli finiti e celebrati. L’incompiuto wellesiano è il mistero di una filmografia, il suo gorgo profondo e oscuro, che solo grazie a Ciro ci è apparso meno inaccessibile.
La nostra intervista a Ciro Giorgini, pubblicata il 2 gennaio del 2014.