The Greatest Showman
di Michael Gracey
Più simile a una puntata di Glee che a Moulin Rouge o a La La Land, The Greatest Showman è un musicarello americano in costume più sfacciatamente ingenuo e mellifluo che sognatore.
There’s no business like family business
Figlio di un sarto venuto a mancare troppo presto, Phineas Taylor Barnum cresce per le strade della New York d’inizio Ottocento con una testa piena di intraprendenza e voglia di stupire. Dopo aver sposato la figlia del vecchio padrone di suo padre e aver perso l’ennesimo lavoro senza magia, Barnum decide di raccogliere tutto il denaro che può per aprire un grande museo delle meraviglie nel cuore di Manhattan. [sinossi]
È difficile affermare con certezza se la storia degli Stati Uniti d’America affondi così tanto le proprie radici nella violenza, nel grande spettacolo e nell’iniziativa imprenditoriale. Quel che è certo è che le storie migliori con cui da circa due secoli la cultura americana è capace di raccontare se stessa nascono dalla combinazione tra questi tre poli. E in modo particolare, sono i racconti dedicati a grandi personaggi, self-made men potenti, ambigui e ambiziosi (spesso non coincidenti con l’io narrante, come nel Grande Gatsby o in Quarto potere) ad aver costruito questo immaginario sconfinato, selvaggio e affascinante come il suo territorio.
La storia di P.T. Barnum, l’inventore del circo moderno, è in potenza una di queste grandi epopee americane: la storia di un uomo di umili origini che, grazie a un’enorme dote di cinismo, istrionismo e senso per gli affari reinventa il concetto di intrattenimento in tutta la sua filiera commerciale, dall’idea di performance fino a vere e proprie campagne di marketing non convenzionale ante litteram. In modo particolare, con il suo insieme di freak show, imbonitori e rivoluzione popolare dell’idea di spettacolo, quello dell’impresario e del suo circo è uno straordinario soggetto per un film non solo per il cinema ma anche sul cinema.
The Greatest Showman non è niente di tutto questo. Ma, al di là del rimpianto di qualche cinefilo o appassionato di grande narrativa americana per un’occasione mancata, il suo vero problema è proprio la distanza tra quello che è e quel che non è o, per meglio dire, tra quello che racconta e come lo racconta. È un problema non da poco perché riguarda in prima istanza il suo pubblico di riferimento, questione assai cara al vero Barnum e a tutti i suoi numerosi eredi che oggi lavorano a Hollywood. Prima ancora di essere un musical, The Greatest Showman è un “film per famiglie”, la cui prima preoccupazione è stemperare dietro la fantasticheria di balli e canzoni ogni conflitto e ogni asperità, senza paura di risultare più ingenuo e mellifluo che sognatore. Gli aspetti più controversi della vita di Barnum e del suo circo di fenomeni da baraccone si dissolvono completamente dentro la favola aurea di un moderno padre di famiglia capace di guardare oltre le apparenze, il cui unico difetto è quello di voler abbattere le distinzioni di classe. Al punto da chiedersi perché utilizzare proprio il suo nome, se non per sfruttarne la popolarità nella cultura americana?
A parte i dubbi più strutturali sulla natura del lavoro, l’esordio in pompa magna di Michael Gracey è un “film per famiglie” che non riesce a guardare oltre a bambini e pre-adolescenti. Dal musical vero e proprio, e in particolare dal successo di La La Land (utilizzato giusto a fini promozionali, grazie alla presenza dei due stessi parolieri del film di Chazelle), non trattiene niente della malinconia e del melodramma classico. Non è colpa della scarsa versatilità degli attori, che, al contrario, a partire da Hugh Jackman, si confermano performer adattissimi per un genere che chiede ai suoi interpreti grandi talenti da mattatore e intrattenitore. Il vero discrimine sono le canzoni: un trionfo di suoni e ritornelli del pop contemporaneo che, nel bene o nel male, potrebbero essere scambiati per i pezzi dell’ennesimo fenomeno giovanile in heavy rotation. Parole e musica parlano la lingua del talent show, ma senza neanche i conflitti tra personaggi a ridestare un po’ di attenzione.
Info
Il trailer di The Greatest Showman.
- Genere: biopic, drammatico, musical
- Titolo originale: The Greatest Showman
- Paese/Anno: USA | 2017
- Regia: Michael Gracey
- Sceneggiatura: Bill Condon, Jenny Bicks
- Fotografia: Seamus McGarvey
- Montaggio: Joe Hutshing, Jon Poll, Michael McCusker, Robert Duffy, Spencer Susser, Tom Cross
- Interpreti: Austyn Johnson, Cameron Seely, Danial Son, Daniel Everidge, Ellis Rubin, Eric Anderson, Hugh Jackman, Keala Settle, Linda Marie Larson, Michelle Williams, Paul Sparks, Radu Spinghel, Rebecca Ferguson, Sam Humphrey, Skylar Dunn, Will Swenson, Yahya Abdul-Mateen II, Yusaku Komori, Zac Efron, Zendaya
- Colonna sonora: Benj Pasek, John Debney, Joseph Trapanese, Justin Paul
- Produzione: Chernin Entertainment, TSG Entertainment, Twentieth Century Fox
- Distribuzione: 20th Century Fox
- Durata: 105'
- Data di uscita: 25/12/2017