Da Chaplin a Hitchcock: prime anticipazioni delle Giornate del Cinema Muto 2019

Da Chaplin a Hitchcock: prime anticipazioni delle Giornate del Cinema Muto 2019

Prime anticipazioni sulle prossime Giornate del Cinema Muto: si apre con Il monello di Chaplin e si chiude in bellezza (e suspense) con The Lodger di Hitchcock. In mezzo: il ritorno delle irriverenti ragazzacce “Nasty Girls” e una personale sul divo del western William S. Hart. Appuntamento a Pordenone, dal 5 al 12 ottobre.

Apertura all’insegna di uno dei classici più amati di sempre per la 38a edizione, la quarta sotto la direzione di Jay Weissberg, delle Giornate Del Cinema Muto di Pordenone (5 – 12 ottobre 2019) con la proiezione de Il monello (The Kid, 1921) di Charlie Chaplin, accompagnata dalle musiche composte dal regista per la riedizione del ’71 e arrangiate per l’occasione dal maestro Timothy Brock e suonate dal vivo dall’orchestra San Marco. Considerato da molti il capolavoro chapliniano, Il monello lanciò sulle scene il baby divo Jackie Coogan, a proposito del quale, David Robinson, critico e biografo ufficiale di Chaplin (e direttore emerito delle Giornate), ha scritto: “Nessun bambino, nel cinema sia muto che sonoro, ha mai superato, per naturalezza e intensità dei sentimenti, Jackie Coogan nei panni del monello.”

Sarà invece il maestro della suspense Alfred Hitchcock a chiudere questa edizione 2019 con The Lodger (Il pensionante, 1927) di Alfred Hitchcock, pellicola ambientata nella nebbia di Londra, e ispirata alle vicende di Jack lo Squartatore. Anche in questo caso la proiezione sarà accompagnata dall’Orchestra San Marco che, diretta da Ben Palmer, eseguirà la nuova partitura composta da Neil Brand.

Altro imperdibile evento orchestrale sarà la proiezione, il 9 ottobre, del capolavoro del 1929 del regista sovietico Fridrikh Ermler, Oblomok imperii (Un frammento d’impero), una struggente metafora dei mutamenti avvenuti in Unione Sovietica negli anni Venti.

Protagonista di una delle retrospettive di quest’anno è poi la star del western muto, William S. Hart, il divo cowboy che ha segnato per sempre il genere western e i cui film si distinguevano per l’attenzione, inusuale all’epoca, per la cultura dei nativi americani. In programma sette corti e altrettanti lungometraggi tra i quali il nuovo restauro, presentato in prima mondiale, di The Aryan (Il bandito della miniera d’oro, 1916), film a lungo creduto perduto.

Donne e dive dell’epoca del muto saranno inoltre protagoniste delle Giornate del Cinema Muto 2019, dove tornerà, dopo essere stata già proposta nel 2017, la retrospettiva dedicata alle “Nasty Women” con una serie di cortometraggi comici in cui le protagoniste femminili gettano le basi per una gustosa sovversione alle regole del patriarcato. L’omaggio farà parte di una sezione più ampia sullo slapstick europeo, volta alla scoperta delle origini di questo genere rintracciabili nella tradizione del music hall, del vaudeville e del circo.

Il focus al femminile proseguirà poi con le proiezioni dedicate a due vedette d’oltralpe: Suzanne Grandais, la Mary Pickford francese, e la mitica Mistinguett. E sarà inoltre possibile vedere sul grande schermo la diva Joan Crawford, nel film MGM Sally, Irene e Mary (Sally, Irene and Mary, 1925) di Edmund Goulding, da poco restaurato dal George Eastman Museum di Rochester (New York).

Bisognerà attendere l’autunno, ma queste anticipazioni sono già in grado di far fremere anche il cinefilo più tiepido. L’appuntamento è a Pordenone, al Teatro Comunale Giuseppe Verdi, dal 5 al 12 ottobre, dove le Giornate del Cinema Muto, ancora una volta, promettono di svolgere il mirabile compito di farci scoprire le innumerevoli connessioni tra il cinema di ieri e quello di oggi, che forse è meno sperimentale e, spesso, meno vivo.

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