Giornate del Cinema Muto 2021 – Presentazione
Al via Le Giornate del Cinema Muto 2021, edizione celebrativa dei quarant’anni della manifestazione, per il sesto anno diretta da Jay Weissberg. Si apre il 2 ottobre con Lubitsch e si chiude il 9 con Volkoff, con i piatti forti rappresentati da Ellen Richter, le sceneggiatrici americane e da un focus sul cinema coreano.
Tornano in sala le Giornate del Cinema Muto, nella cornice del Teatro Verdi di Pordenone con la sua grande fossa per le orchestre, dal 2 al 9 ottobre 2021, dopo la parentesi virtuale dell’anno pandemico. E quest’anno la manifestazione, che si contende con San Francisco, il primato della più grande kermesse di silent cinema, raggiunge il traguardo dei quarant’anni. Correva infatti l’anno 1982 quando un manipolo di studiosi entusiasti, nell’ambito di una collaborazione tra Cineteca del Friuli e Cinemazero, organizzò una tre giorni dedicata a Max Linder, mettendo la prima pietra di un evento che oggi raduna appassionati, studenti, docenti da tutto il mondo. L’edizione 2021 è la sesta sotto la direzione artistica di Jay Weissberg. Avverrà nel pieno rispetto delle norme anti-covid e farà tesoro anche dell’esperienza in streaming dell’anno scorso. Parte del programma infatti sarà disponibile anche online, permettendone così la fruizione a un pubblico più vasto o a chi non riuscirà a raggiungere il festival per difficoltà di viaggio. L’apertura delle Giornate sarà affidata al genio della commedia, e del cinema operetta, Ernst Lubitsch, con la proiezione di Lady Windermere’s Fan (1925) nel recente restauro del Museum of Modern Art di New York che è stato realizzato a partire da un nitrato originale. La partitura per tre musicisti, coerente con la concezione cameristica del film, è composta e sarà diretta da Carl Davis. La chiusura sarà invece affidata al Casanova (1927) di Alexandre Volkoff, protagonista il divo russo Ivan Mosjoukine, nel restauro digitale in 4k della Cinémathèque Française. L’accompagnamento sarà dell’Orchestra San Marco di Pordenone che eseguirà la nuova partitura di Günter Buchwald. Ci sarà anche una preapertura venerdì 1° ottobre al Teatro Zancanaro di Sacile, con la proiezione di Maciste all’inferno (1926) di Guido Brignone con accompagnamento della Zerorchestra. E un’ulteriore evento musicale sarà quello di metà settimana con il film cecoslovacco Erotikon (1929) di Gustav Machatý con la partitura del compositore sloveno Andrej Goricar.
Quasi tutte al femminile le retrospettive di quest’anno, a partire da quella dedicata a Ellen Richter (1891-1969), austriaca, attrice e produttrice, grande protagonista del cinema della Repubblica di Weimar. Verranno presentate opere ritrovate dagli studiosi Oliver Hanley e Philipp Stiasny in vari archivi europei, nonché un suo film da produttrice, Der Juxbaron (1926/27), che vede la presenza di una giovane Marlene Dietrich. Altri titoli nella rassegna sono: Lola Montez, die Tänzerin des Königs (Lola Montez, la danzatrice del re), del 1922, dove l’attrice veste i panni di una cortigiana; Die Frau mit den Millionen (La signora dei milioni), del 1923, film d’avventura orientaleggiante in tre parti scoperto al Gosfilmofond di Mosca; e la commedia Moral (1928), ambientata nel mondo delle compagnie di rivista. Altra retrospettiva sarà quella sulle sceneggiatrici americane, in cui si potranno vedere opere scritte da Anita Loos (cosceneggiatrice di Donne di Cukor nonché autrice di Gli uomini preferiscono le bionde), Clara Beranger, Agnes Christine Johnston, Beulah Marie Dix e Sada Cowan. La rassegna proseguirà l’anno prossimo. Torneranno anche le “Nasty Women”, quest’anno incarnate da Rosalie (Sarah Duhamel) e Cunégonde (Little Chrysia), protagoniste di corti cortometraggi francesi e americani dal 1899 al 1914.
Preziossimo poi il focus sul cinema muto coreano, curato da Sungji Oh del Korean Film Archive di Seoul e Stefan Drössler del Filmmuseum di Monaco. E poi i film australiani incentrati sul campione di pugilato, prestato al cinema, Snowy Baker, e l’italiano All’ombra d’un trono di Carmine Gallone, con la diva Soava Gallone, anticipazione della rassegna “Ruritania” dell’anno prossimo. E ancora si prevedono tanti restauri, da archivi e cineteche di tutto il mondo. La commedia di genere blackface del 1927 Ham and Eggs at the Front (Due negri al fronte), nel fresco restauro dell’Università di Udine in collaborazione con altri archivi dopo il ritrovamento alla Cineteca Italiana di Milano; oppure La battaglia dall’Astico al Piave (1918), cronaca dalla parte del fronte italiano impegnato nella Prima guerra mondiale. Ma il pezzo forte dei restauri è quello che porta la Lobster Films, ottenuto utilizzando il materiale di copie di tante cineteche: Il re del circo (Max, der Zirkuskönig, 1924) di Max Linder. Un ritorno alle origini delle Giornate.