Qualcosa di troppo

Qualcosa di troppo

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Partendo da uno spunto assurdo, una donna che si ritrova di punto in bianco munita di un sesso maschile, Qualcosa di troppo sviscera ogni possibile trovata intorno al tema, costruendo una commedia a tratti spassosa. Diretto e interpretato dalla francese Audrey Dana.

L’ospite inatteso

Fresca di divorzio, lontano dai suoi figli una settimana su due, Jeanne non vuole più sentire parlare di uomini. Ma un bel giorno, la sua vita prende una svolta totalmente inaspettata: a prima vista non sembra essere cambiato nulla in lei… a eccezione di un piccolo dettaglio! [sinossi]

Curioso come sia uscito da poco tempo in sala un film come Moglie e marito, in cui si ipotizza un inatteso scambio tra sessi, in grado di scatenare una serie di trovate divertenti, ma in fin dei conti non troppo imprevedibili. Curioso perché ora è in uscita un nuovo film che ragiona su un tema simile, di fattura francese e non italiana, un film che appare nettamente superiore, sia come idea che come sviluppo.
Qualcosa di troppo, seconda regia – dopo 11 donne a Parigi – dell’attrice Audrey Dana, che interpreta anche la protagonista, parte da uno spunto assurdo quanto perfettamente calibrato e sviscerato: una donna sfigata, con una serie di paure e di fisime, si sveglia un bel giorno armata di pisello e, dopo l’iniziale smarrimento, trova il modo di assecondare questa sua imprevista dote.

Non sono tanto gli spunti pseudo-sociologici o di commedia di costume a convincere in Qualcosa di troppo, ché anzi appaiono nettamente secondari, quanto il semplice divertimento ed equivoco di natura puramente plautina. Caso unico e potenzialmente da studiare – il ginecologo della protagonista (interpretato da uno strepitoso Christian Clavier) non riesce a trovare una spiegazione scientifica all’innaturale epifania – quello della protagonista di Qualcosa di troppo diventa l’occasione per dispiegare un numero inesauribile di gag che coinvolgono a pari titolo chi sa e chi non può e non deve sapere: l’amica e vicina di casa di lei, con cui potrebbe forse nascere qualcosa di imprevisto; i piccoli figli della donna, ovviamente tenuti all’oscuro dell’inspiegabile “malformazione”; ma anche l’uomo che scopre di amare e a cui non può sentirsi di rivelare il suo segreto.

Si ritrova in Qualcosa di troppo l’eredità della trovata comica di Billy Wilder, quell’insieme di eleganza e di osceno, di proibito e di non-detto/non-visto, su cui è costruito A qualcuno piace caldo. Audrey Dana rincorre Jack Lemmon e Tony Curtis nel suo travestitismo che non è più di facciata, quanto clamorosamente e soprannaturalmente concreto.
Così, Qualcosa di troppo riesce nell’impresa di affrontare con eleganza un tema potenzialmente scabroso, senza però per questo indorare la pillola o cercare di evitare le note più stonate. Anzi, il suo conclusivo obiettivo pare essere quello di una libera, sguaiata e libertaria mescolanza di generi, in cui uomo e donna, padre e madre, appaiono potenzialmente interscambiabili, a seconda delle circostanze e del momento. E cosa si chiede di fare a una commedia se non di ribaltare schemi consolidati, di far ridere attraverso di essi? Qualcosa di troppo ci riesce, come ormai capita sempre più raramente.

Info
Il trailer di Qualcosa di troppo su Youtube.
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