Mamma Mia!

Mamma Mia!

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In fin dei conti, Mamma mia! è una graziosa ma assai futile commedia sentimentale, generazionale e degli equivoci con la sola funzione di fare da contenitore alle canzoni degli Abba. Con altri attori avrebbe funzionato meglio, ma incassato meno. Il problema, in un certo senso, non si pone.

All I need is love… love… love

Siamo nell’incantevole isola greca di Kalokairi. La nostra avventura romantica inizia nel delizioso hotel mediterraneo Villa Donna, gestito da Donna, dalla figlia Sophie e dal fidanzato di Sophie, Sky. Alla vigilia del suo imminente matrimonio, Sophie spedisce segretamente tre inviti indirizzati a tre uomini diversi, uno dei quali potrebbe, a suo avviso, essere suo padre. Partendo da tre città diverse del globo, i tre uomini si mettono in viaggio per tornare sull’isola, dove, 20 anni prima, l’affascinante Donna aveva conquistato il loro cuore… [sinossi]
Mamma mia, here I go again
my, my, how can I resist you
mamma mia, does it show again
my, my, just how much I’ve missed you
Mamma mia!, Abba

Prima di essere un musical e un film con Meryl Streep e soci, Mamma mia! è una sorta di manifesto di un modo di fare musica commerciale e gioioso, condivisibile o meno. Le canzoni degli Abba, gruppo svedese che spadroneggiò le classifiche negli anni Settanta [1], sono infatti le vere protagoniste del lungometraggio di Phyllida Lloyd, nota regista teatrale che aveva già portato sul palcoscenico il musical scritto dalla drammaturga inglese Catherine Johnson nel 1999 – enorme successo, rappresentazioni senza sosta, pubblico in continuo crescendo e inevitabile trasposizione cinematografica: era già tutto previsto, per rimanere in tema di citazioni muscali. E a essere sinceri, il ritmo degli Abba sembra essere stato creato proprio per rinvigorire una qualsiasi sequenza e per trascinare lo spettatore in una dimesione di rilassata gaiezza. Terapeutiche e coinvolgenti, infatti, le sonorità delle varie Dancing Queen, Mamma mia, SOS Take A Chance On Me.

Operazione quindi vincente, almeno dal punto di vista musicale. Con l’intreccio amoroso e generazionale a servizio della colonna sonora, Mamma mia! ha tutti i numeri per sbancare al botteghino, visto anche il lussuosissimo cast. Discorso un po’ diverso, invece, se andiamo a guardare oltre le suggestioni musicali ed economiche: il lungometraggio della Lloyd, contrariamente ai pezzi degli Abba, non brilla per ritmo, piuttosto fiacco, e la messa in scena – soprattutto le coreografie – lascia più di un dubbio. Le immagini da patinatissima cartolina, accompagnate  dalla poca attitudine al musical dei volti più noti, creano una sorta di scenografia statica che enfatizza uno dei punti deboli della pellicola: Mamma mia! è un musical che per scelta di cast non può certo vantare particolari numeri danzerini. In questo senso, il casting è palesemente penalizzante. Discorso identico per la seconda, ugualmente non trascurabile, mancanza: Mamma mia! è un musical che non può vantare particolari doti canore. Facendo un rapido calcolo di ciò che il film della Lloyd non può vantare, tirare le somme diventa un gioco facile: la remunerativa operazione Abba si regge, tranne qualche spunto, sulle spalle larghe del gruppo svedese. In un’ottica musical, la pur nobile presenza di Meryl Streep, Pierce Brosnan, Colin Firth, Stellan Skarsgård e compagni si tramuta in un handicap piuttosto che in un plus valore.

In fin dei conti, Mamma mia! è una graziosa ma assai futile commedia sentimentale, generazionale e degli equivoci con la sola funzione di fare da contenitore alle canzoni degli Abba. Con altri attori avrebbe funzionato meglio, ma incassato meno. Il problema, in un certo senso, non si pone.

Note
1.
AbbA è un acronimo formato coi nomi dei quattro fondatori: Björn Ulvaeus, Benny Andersson, Agnetha Fältskog e Anni-Frid Lyngstad.
Info
Mamma Mia! sul sito della Universal.
Mamma Mia! sul canale youtube Universal.
Il trailer italiano di Mamma Mia!
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