Otra película de huevos y un pollo

Otra película de huevos y un pollo

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Grazioso per alcune soluzioni drammaturgiche, ma soprattutto per il bizzarro antropomorfismo delle uova, Otra película de huevos y un pollo inizia fin troppo presto a mostrare la corda. La basica esilità della trama costringe i due registi a infarcire il film di pretesti per raggiungere un minutaggio standard. 

L’uovo in più

Toto, ormai diventato pollo, cerca di vivere come tale, mentre Willy e Bibi devono risolvere alcuni problemi tra di loro. Un uovo stregone del deserto ha bisogno di un cuore di pollo per portare a conclusione il suo incantesimo. Invia dunque la sua coorte di uova di avvoltoio, di struzzo e scorpione per rapire Toto. I suoi amici attraversano per liberarlo e nel frattempo vivono avventure mozzafiato… [sinossi]

Nel gennaio del 2007 gli spettatori del Future Film Festival ebbero l’occasione di imbattersi in un film d’animazione messicano, curioso e vagamente naïf: Una película de huevos, diretto dai fratelli Rodolfo e Gabriel Riva Palacio Alatriste, era infatti l’accorata messa in scena delle (dis)avventure di un gruppo di uova (sic!) a cui gliene capitavano letteralmente di tutti i colori. Il film, nonostante gli evidenti limiti produttivi ed estetici, riuscì a ottenere un buon successo commerciale in patria e acquistò qualche sparuto entusiasta anche tra il pubblico della kermesse felsinea. Ecco spiegati, a grandi linee, i motivi che hanno portato gli accreditati della dodicesima edizione del Future a farsi largo tra la neve per assistere a Otra película de huevos y un pollo. Il titolo spiega meglio di molti giri di parole le differenze di fondo che intercorrono tra questo sequel e il capostipite di quella che potrebbe senza alcun problema trasformarsi in una vera e propria saga cinematografica: se nel primo capitolo i protagonisti erano solo uova, questa volta sono un gruppo di uova più un pollo. Per il resto l’ago della bilancia non sembra essersi spostato più di tanto, anzi: il film ruota ancora una volta attorno a una trama esile, innervata da una comicità nonsense che attraversa l’intera pellicola. Che i fratelli Alatriste non siano dei poveri sprovveduti, è possibile coglierlo fin dall’incipit, in cui la macchina da presa cala sull’arido deserto messicano per condurci in una città fantasma, casa di uno sciamano e, ça va sans dire, di un uovo-stregone e della sua accolita di imbranati. A indicare una certa conoscenza del mezzo da parte dei fratelli cineasti vi è la costruzione del mood, la capacità di dosare il tempo della sequenza, le modalità in cui è tratteggiato lo scenario desertico. Tutti elementi che già era possibile cogliere in Una película de huevos, e che rendono se vogliamo ancor più deludente il risultato finale del film: la realtà è che, come molti altri prodotti a lui similari, Otra película de huevos y un pollo corre il serio rischio di essere sopravvalutato nelle sue potenzialità.

Grazioso per alcune soluzioni drammaturgiche (come l’improvvisa e “tragicamente” breve apparizione di un moschino canterino dalla voce suadente), ma soprattutto per il bizzarro antropomorfismo delle uova – i cui caratteri seguono in maniera pedissequa quelli classici, dall’eroe senza macchia e senza paura, all’innamorato timido, passando per il goffo e impacciato tontolone e via discorrendo – il film inizia fin troppo presto a mostrare la corda. La basica esilità della trama, lineare e senza alcun elemento in grado di deviare anche solo minimamente dal percorso prestabilito, costringe di fatto i due registi a infarcire l’opera di escamotage, veri e propri pretesti narrativi utili solo a raggiungere un minutaggio che si avvicini il più possibile allo standard. Ed è probabilmente qui il vero errore del duo di autori: a Otra película de huevos y un pollo, commedia ispirata solo a tratti ed evidentemente protesa verso una stanca reiterazione di sé, avrebbe al contrario giovato una messa in scena agile, molto più vicina al mediometraggio che al lavoro sulla lunga distanza. Qualcosa di non dissimile, se vogliamo, al divertente e solitamente sottostimato Los campeones de la lucha libre di Eddie Mort, altro prodotto d’animazione messicano passato l’anno scorso sotto le due torri bolognesi: invece i fratelli Alatriste, esagerando tra l’altro nell’utilizzo di una computer grafica utilizzata solo a scopi miseramente sensazionalistici – convulsi movimenti di macchina tesi a percorrere rapidamente grandi spazi: il che, quando si racconta una storia ambientata in due sole location non è propriamente la scelta più indicata – finiscono ben presto per perdere di mira le reali esigenze di un film di questo tipo.

Otra película de huevos y un pollo è un film che si sovrastima, senza per questo riuscire a evitare pessime cadute di gusto (gli sketch con i due topi sarebbero apparsi discutibili anche ai peggiori esponenti della commedia scollacciata italiana degli anni settanta), e senza staccarsi per un momento da una prammatica di scrittura ancorata alla manualistica per sceneggiatori in erba. Dispiace, anche perché l’impressione è che di qui a qualche anno saremo costretti a confrontarci con nuovi capitoli di una saga che, almeno sulla carta, potrebbe davvero non aver mai fine: l’unica speranza è che in questa invasione di uova di ogni tipo trovi spazio uno spin-off dedicato all’uovo di falco, sorta di Obi Wan Kenobi con tuorlo e chiara. Ma forse non si può aver troppo dalla vita…

Info
Il trailer di Otra película de huevos y un pollo.

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