The Green Hornet

The Green Hornet

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Privato dell’afflato eroico e drammatico, messa in secondo piano la componente action, The Green Hornet si presenta come un poco riuscito (e forse poco convinto) ibrido, senza la cattiveria di Super, le suggestioni adolescenziali di Kick-Ass o il ritmo e gli spunti narrativi di Megamind. E, soprattutto, senza il genio creativo mostrato fino a ieri da Michel Gondry: il regista di Eternal Sunshine of the Spotless Mind e L’arte del sogno si normalizza paradossalmente proprio sul più bello, invece di affondare a piene mani nell’universo potenzialmente delirante e pop dei supereroi mascherati.

The Greatest American Hero

The Green Hornet racconta la storia di Britt Reid, il figlio del più importante e rispettato magnate dei media di Los Angeles, impegnato a condurre la propria esistenza senza scopi, all’insegna del divertimento, fin quando suo padre muore misteriosamente, lasciandogli in eredità tutto il suo impero economico. Stringendo un’improbabile amicizia con uno dei più laboriosi e inventivi impiegati del padre, Kato, insieme intravedono la possibilità di fare, per la prima volta nella loro vita, qualcosa di veramente importante: combattere il crimine. Ma per poter fare ciò, entrambi decidono di diventare criminali e per proteggere la legge la infrangono. Britt diviene così The Green Hornet ed insieme a Kato combatte il crimine per le strade… [sinossi]
Look at what’s happened to me,
I can’t believe it myself.
Suddenly I’m up on top of the world,
It should’ve been somebody else…
Believe It or Not – Joey Scarbury

Intanto, una nota di conforto: il talentuoso Michel Gondry sta girando un documentario animato su Noam Chomsky, celebre intellettuale americano. Il prossimo lavoro del cineasta transalpino dovrebbe vedere la luce nel 2013. Il tempo passa, come i film sbagliati.
La genesi del lungometraggio cinematografico The Green Hornet, aka Il Calabrone Verde, la dice lunga sulla natura squisitamente commerciale e ludica di un progetto che sarebbe potuto finire tra le mani di Kevin Smith o Stephen Chow: lontano anni luce dalle cupe atmosfere di Christopher Nolan o Tim Burton, Gondry gioca e si diverte (?) coi personaggi creati da George W. Trendle e Fran Striker nel lontano 1936. Protagonisti di un serial radiofonico, i nemici del crimine Britt Reid/Green Hornet e Kato offrono a Gondry tutti gli stereotipi del genere (doppia identità, maschera, costume, armi stravaganti)[1], privi tuttavia del pesante fardello morale dei vari Superman, Batman e via discorrendo.

Il Calabrone Verde serve su un piatto d’argento a Gondry ironia e comicità senza rischio di lesa maestà: la presenza del simpatico Seth Rogen (Zack and Miri Make a Porno, Strafumati), protagonista e coautore con Evan Goldberg (Strafumati, Suxbad – Tre menti sopra il pelo) della esile sceneggiatura, enfatizza il côté ironico della pellicola in un continuo gioco di parodie e smitizzazioni. La stessa caratterizzazione del personaggio di Kato (Jay Chou)[2], centro gravitazionale delle sequenze action, sposta The Green Hornet nel territorio della commedia, avvicinando il film alle recenti riletture del mito del supereroe (o supercattivo) come Super di James Gunn, Kick-Ass di Matthew Vaughn e Megamind di Tom McGrath, e allontanandolo ulteriormente dalle consuete trasposizioni degli eroi degli albi americani. Ma è proprio l’impostazione scanzonata e dissacratoria a non convincere, a zoppicare vistosamente tra una gag e l’altra, a trascinarsi stancamente nonostante qualche soluzione brillante e qualche slancio estetico di Gondry: The Green Hornet strappa più di una risata, ma si regge su un pretesto, su personaggi appena accennati, su un flebile intreccio che non può contare nemmeno su un’adeguata sovrastruttura spettacolare, condicio sine qua non dei tradizionali superhero movie. Alla lunga, infatti, nonostante il gustoso cameo di James Franco, l’innata verve comica di Cameron Diaz, il volto inquietante di Christoph Waltz e qualche apprezzabile soluzione tecnica (accelerazione, bullet time, inserti animati), il meccanismo narrativo si rivela ripetitivo e prevedibile.

Privato dell’afflato eroico e drammatico, messa in secondo piano la componente action, The Green Hornet si presenta come un poco riuscito (e forse poco convinto…) ibrido, senza la cattiveria di Super, le suggestioni adolescenziali di Kick-Ass o il ritmo e gli spunti narrativi di Megamind. E, soprattutto, senza il genio creativo mostrato fino a ieri da Michel Gondry: il regista di Eternal Sunshine of the Spotless Mind e L’arte del sogno si normalizza paradossalmente proprio sul più bello, invece di affondare a piene mani nell’universo potenzialmente delirante e pop dei supereroi mascherati. Superfluo, come per gran parte delle attuali (e future?) produzioni, il 3D.

Note
1. The Green Hornet anticipa di un paio d’anni, seppur in versione radiofonica, i supereroi dei fumetti americani. Il più noto, Superman, appare per la prima volta sulle pagine Action Comics nel giugno del 1938. Bisogna però attendere il 1940 per la versione cartacea del Calabrone Verde (Green Hornet Comics, edito dalla Holyoke; la serie, cambiando editore e titolo, durerà fino al 1949). Sempre nel 1940, approdano sul grande schermo le avventure di Britt Reid e del fedele Kato, protagonisti di un serial cinematografico (The Green Hornet, 13 episodi) con tanto di sequel (The Green Hornet Strikes Again!, 15 episodi, 1940-41), entrambi prodotti dalla Universal. È del biennio 1966-67 la serie televisiva Il Calabrone Verde (26 episodi), con l’indimenticabile Bruce Lee nel ruolo di Kato.
2. Assai riuscita e calzante la gag sulla nazionalità di Kato, che all’affermazione “Sono nato a Shanghai” si sente rispondere da Britt Reid “Adoro il Giappone”. In origine il personaggio di Kato venne presentato come filippino o giapponese, ma dopo l’attacco di Pearl Harbor (1941) ogni riferimento nipponico venne rimosso. Interessante notare l’enorme successo riscosso a Hong Kong dalla serie televisiva interpretata da Bruce Lee. Jay Chou (Initial D, La città proibita, True Legend), per concludere il nostro tour orientale, è taiwanese.
Info
Il trailer di The Green Hornet.
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