La guerra dei bottoni
di Christophe Barratier
Con La guerra dei bottoni Christophe Barratier firma il remake del celeberrimo film di Yves Robert, dimostrando di avere le idee ben chiare. Bella l’interpretazione dell’intero cast, con gli esperti Guillaume Canet, Kad Merad, Gerard Jugnot e Laetitia Casta a prendere per mano un formidabile manipolo di esordienti.
I ragazzi di Longeverne
Marzo 1944. Mentre il mondo è scosso dalla guerra, in un piccolo pezzo di campagna francese si scatena un altro tipo di guerra. I giovani dei due villaggi vicini di Longeverne e Velrans si affrontano in una lotta senza pietà. Chi perde sarà costretto a fare ritorno a casa senza bottoni, quasi nudo, sconfitto e umiliato... [sinossi]
Louis Pergaud, tra i più apprezzati scrittori francesi per l’infanzia del Novecento, non ebbe in sorte di assistere al successo planetario del suo capolavoro letterario, La guerra dei bottoni: nel 1915, appena tre anni dopo l’uscita del libro, trovò infatti la morte in un ospedale da campo tedesco, bombardato dai caccia francesi, a Verdun. La Prima Guerra Mondiale si portava via, insieme a più di un altro milione di soldati francesi, una delle penne più ispirate di quel periodo storico, capace di racchiudere nelle pagine dei propri libri il senso più intimo e profondo dell’infanzia [1]. Pergaud cadde sul campo, ma la gloria de La guerra dei bottoni ha continuato a perpetuarsi anno dopo anno, decennio dopo decennio, restando uno dei testi più amati dagli scolaretti d’oltralpe. Inevitabile dunque che anche il cinema si sia interessato (quasi) da subito a riprodurre su pellicola le avventure gloriose di Lebrac e della sua ghenga di compagni di scuola: dalla versione del 1936 firmata da Jacques Daroy ed Eugène Deslaw a quella di Barratier sono ben cinque gli adattamenti del romanzo, di cui uno anglosassone – War of the Buttons di John Roberts del 1995.
In particolare l’approssimarsi dei festeggiamenti per il centenario della pubblicazione del romanzo, che si terranno tra pochi mesi, ha spinto le case di produzione francese a lanciarsi in una corsa sfrenata per proporre ancora una volta al pubblico le schermaglie tra i giovani abitanti dei paesini di Longeverne e Verlans, nell’Alta Loira: l’autunno francese del 2011 si è dunque trasformato in un grande omaggio all’opera di Pergaud, grazie all’apparizione sul grande schermo sia de La guerre de boutons di Yann Samuell che de La Nouvelle guerre des boutons, diretto per l’appunto da Christophe Barratier, uno che di remake se ne intende, visto che a lui si deve Les Choristes, rifacimento de La cage aux rossignols di Jean Dréville. Non avendo avuto ancora modo di posare gli occhi sul lavoro portato a termine da Yann Samuell è impossibile lanciarsi in un paragone, ma appare quantomeno inusuale l’idea di due interpretazioni del medesimo testo uscite in contemporanea.
Per quanto a prima vista la luminosa e scintillante fotografia di Jean Poisson possa dare l’impressione di una rilettura calligrafica delle parole di Pergaud, in realtà un’operazione come quella portata a termine da Barratier e dalla sua troupe si diverte a sparigliare le carte: non vi è nulla di pedissequo ne La guerra dei bottoni, a partire dal cambio di ambientazione storica. La Francia che ancora non ha vissuto le sofferenze della guerra viene spazzata via, e l’azione stavolta è interamente concentrata nel marzo del 1944, poco prima dello sbarco delle truppe statunitensi sulle coste della Normandia, con una modifica che cambia nettamente anche il sottotesto politico della vicenda: ora le battaglie a colpi di agguati e latrocini di bottoni che combattono ferocemente i ragazzini dei due villaggi confinanti hanno come contraltare l’invasione nazista della Francia, la resistenza partigiana, la deportazione degli ebrei nei campi tedeschi. Il quadro si allarga, partendo da un microcosmo per cercare di raccontare la voglia di ribellione e libertà dei francesi, in un inno alla convivenza delle diversità culturali che colpisce nel profondo. Giocando con affettuosità con la memoria di Pergaud (nel corso del film si viene a sapere che il padre del maestro di simpatie comuniste Paul è morto a Verdun nel corso della Prima Guerra Mondiale, proprio come il romanziere) Barratier riesce a dimostrarsi fedele e sovversivo allo stesso tempo. Perché se è vero che l’opera acquista una componente metaforica di non indifferente rilevanza, è ancor più indiscutibile come l’asse portante su cui si regge l’intera impalcatura narrativa sia sempre rappresentata dai fratellini Gibus e da Lebrac, La Crique, Camus, Bacaillé; bambini che si ispirano ai guerrieri greci e punici per improvvisare le loro battaglie all’ultimo bottone nel bel mezzo dei prati, o a ridosso dell’argine del fiume, e che non si rendono neanche conto di quale sia la portata del conflitto che ha trascinato via dalle loro case i padri e i fratelli maggiori. Sono loro i protagonisti assoluti di questa bella pellicola, che rinverdisce i fasti di uno dei testi di riferimento per quel che concerne la letteratura pensata per l’infanzia.
Bella l’interpretazione dell’intero cast, con gli esperti Guillaume Canet, Kad Merad, Gerard Jugnot e Laetitia Casta a prendere per mano un formidabile manipolo di esordienti: quasi tutti i ragazzini, infatti, sono alla loro prima esperienza davanti alla macchina da presa, se si escludono i “veterani” Louis Dussol e Ilona Bachelier. Eppure è la loro vitalità espressiva a rappresentare l’arma segreta de La guerra dei bottoni: future stelle in incubazione?
NOTE[1] Tragica ironia del destino, nel corso della Seconda Guerra Mondiale sarà un altro grande letterato dell’infanzia, Antoine de Saint-Exupéry, a perdere la vita nel corso del conflitto.
- Genere: commedia, drammatico
- Titolo originale: La nouvelle guerre des boutons
- Paese/Anno: Francia | 2011
- Regia: Christophe Barratier
- Sceneggiatura: Christophe Barratier, Stéphane Keller, Thomas Langmann
- Fotografia: Jean Poisson
- Montaggio: Anne-Sophie Bion, Yves Deschamps
- Interpreti: Anne Gaydier, Anthony Decadi, Éric Naggar, Clément Godefroy, Elise Le Stume, Eva Sciauvaud, François Morel, Gérard Jugnot, Grégory Gatignol, Guillaume Canet, Harold Werner, Ilona Bachelier, Jean Texier, Jean-Michel Coulon, Kad Merad, Laetitia Casta, Louis Dussol, Lucie Geneste, Marie Bunel, Nathan Parent, Nicolas Clauzel, Oliver Papot, Philippe Jeancoux, Sébastien Saint-Martin, Théophile Baquet, Thierry Liagre, Thierry Nenez, Thomas Goldberg, Vincent Bowen
- Colonna sonora: Philippe Rombi
- Produzione: La Petite Reine, Studio 37
- Durata: 100'
- Data di uscita: