Mosse vincenti

Mosse vincenti

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Il cinema di McCarthy, profondamente umanista, può ancora una volta contare su un cast scelto con estrema cura, dal giovane Shaffer al simpatico Cannavale, fino a Burt Young, ancora in ottima forma. Ma è soprattutto la performance di Giamatti a sorreggere Mosse vincenti: un’interpretazione generosa, che non cannibalizza la scena, lasciando emergere l’ottima prova di Amy Ryan e degli altri comprimari.

Compromessi

Mike è un mediocre avvocato che cerca di risolvere i suoi guai economici sfruttando la tutela di un anziano cliente malato di Alzheimer. Quando il nipote del vecchio scappa di casa per raggiungere il nonno, Mike è costretto a prenderlo con sé… [sinossi]

Il terzo lungometraggio scritto e diretto da Thomas McCarthy, Win Win – Mosse vincenti, selezionato in concorso alla ventinovesima edizione del Torino Film Festival e presto nelle sale italiane [1], intreccia con apprezzabili risultati sport e traumi familiari, crisi economica e moralità, suggestioni indie e ottimi interpreti. Una piccola storia esemplare che sceglie lo sport, la lotta libera, come via (collettiva) verso il riscatto: una disciplina minore, lontana dai riflettori e dai grandi guadagni, da sempre sinonimo di sacrificio ed equilibrio psico-fisico. Una conferma delle qualità narrative e registiche di McCarthy, nonostante qualche ombra.

Win Win – Mosse vincenti sembra avvicinarsi un po’ troppo spesso al cinema di Wes Anderson: si veda, ad esempio, la sequenza iniziale, con la macchina da presa che segue la corsa di Mike Flaherty (Paul Giamatti) lungo un rilassante percorso tra i boschi. Felpa gialla, colonna sonora e atmosfera riecheggiano le pellicole di Anderson, come alcune dinamiche tra i vari personaggi. Certamente non un peccato capitale, ma dopo i convincenti e apparentemente più personali Station Agent e L’ospite inatteso era lecito aspettarsi un’opera terza meno ammiccante, meno arrendevole a certe logiche pseudo-indie. Ma è soprattutto il prevedibile e consolatorio sviluppo narrativo a lasciare più di un dubbio: dalle sfumature e dai chiaroscuri de L’ospite inatteso si è passati ai colori netti e sgargianti di un grazioso, divertente sport movie. Meno velleità e, forse, più box office.

La lotta (libera) per la sopravvivenza. C’è una sequenza, effettivamente divertente, che ci sembra indicare chiaramente pregi e difetti di Mosse vincenti. Mike e il giovane Kyle (Alex Shaffer)[2], ai ferri corti, improvvisano un “incontro” poco amichevole nel giardino di casa: il potenziale drammatico della sequenza è annullato e completamente rovesciato dalla presenza del bizzarro Terry (Bobby Cannavale), spalla comica di Giamatti e protagonista di alcune fulminanti gag con Jeffrey Tambor, amabile caratterista di lungo corso. McCarthy sembra imboccare sempre la strada più facile, più sicura, lasciando solo trasparire il potenziale drammatico, realistico. Della lotta (libera e non) finiamo per vedere solo le vittorie e un paio di istruttive e produttive sconfitte. Sarebbe stato più interessante, ad esempio, trovare soluzioni narrative meno concilianti, come nel suddetto L’ospite inatteso o, per restare ai margini di Hollywood, come nell’inedito Welcome to the Rileys di Jake Scott.

Il cinema di McCarthy, profondamente umanista, può ancora una volta contare su un cast scelto con estrema cura, dal giovane Shaffer al simpatico Cannavale, fino a Burt Young (il nonno di Kyle), ancora in ottima forma. Ma è soprattutto la performance di Giamatti a sorreggere il film: un’interpretazione generosa, che non cannibalizza la scena, lasciando emergere l’ottima prova di Amy Ryan (Jackie Flaherty) e degli altri comprimari. Paul Giamatti, anche in un ruolo minuscolo, vale sempre il prezzo del biglietto.

Mosse vincenti guarda alla crisi economica americana dalla provincia, dalle villette con giardino, dalle High School senza conflitti: sarebbe stata una location ideale per far emergere con più forza e sano cinismo il poco onorevole compromesso dell’avvocato Mike Flaherty, disposto a vincere facendo “qualunque cazzo di cosa”. Alla fine, invece, ha vinto il piacevole compromesso di McCarthy.

Note
1. Il film, uscito negli Stati Uniti durante la stagione primaverile, approda nelle sale italiane con un certo ritardo, dopo essere stato più volte annunciato. Il TFF può essere un buon trampolino.
2. Shaffer, classe 1993, era effettivamente una promessa della lotta libera: campione del New Jersey, si è dovuto fermare per un fatale infortunio alla colonna vertebrale. Prossimamente lo rivedremo in Land of Tomorrow dell’esordiente Kimberly Levin.
Info
Il trailer italiano di Mosse vincenti.
Mosse vincenti sul sito della Fox.
Il trailer originale di Mosse vincenti.
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