Young Adult

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Con Young Adult, Jason Reitman e la sceneggiatrice Diablo Cody orchestrano una commedia sagace e dimessa, in grado di muoversi in equilibrio precario sul confine che divide la risata dal pianto. Alla Berlinale 2012.

Il primo amore

Una scrittrice di romanzi per ragazzi decide di ricominciare dal suo passato per darsi una nuova possibilità di vita. La donna, fresca di divorzio, torna nella propria città natale per riallacciare una relazione col fidanzato dei tempi del liceo, ma l’uomo, sposato da poco e con un figlio appena nato, di lei non ne vuol proprio sapere… [sinossi]

Più passano gli anni (ne sono passati sette dall’esordio Thank You for Smoking) più Jason Reitman dimostra anche agli occhi dei più scettici di possedere un carisma autoriale assai superiore a quello della maggior parte dei registi venuti alla luce nell’ultimo decennio sotto la comoda e fuorviante etichetta “indie”. Quattro film diretti, quattro diverse declinazioni per ragionare da vicino sull’umanità statunitense, senza mai sorvolare con leggerezza sul delicato periodo storico che sta attraversando il mondo occidentale. Se in Thank You for Smoking attaccava con fare corrosivo l’incancrenito sistema delle lobby e in Up in the Air analizzava da vicino la crisi economica e sociale attraverso la vita solinga del “licenziatore di professione” George Clooney, con Juno prima e Young Adult poi si concentra più da vicino sulle esigenze, i sogni e le disillusioni della middle class, piccola borghesia che sembra essere diventata la terra di nessuno degli USA attuali. Questo leggero scarto è dovuto senza troppe esitazioni alla sensibilità narrativa di Diablo Cody, la sceneggiatrice che esordì tra grida di giubilo proprio con Juno per poi affrontare con assai meno verve il teenage-horror Jennifer’s Body: con uno sguardo naturalmente attento alle psicologie femminili, la Cody sta delineando passo dopo passo una cartografia frammentata ma affascinante della donna nell’America del ventunesimo secolo, giocando gran parte della sua scrittura sulla frenesia spontanea dei dialoghi, la loro ghignante crudeltà, l’utilizzo mai banale e casuale di un vocabolario ricco e persino desueto. Le eroine e gli eroi del suo cinema non saranno mai dei veri e propri vincenti, non conquisteranno la leadership del paese e vivranno un’esistenza probabilmente anonima, normale, persino prevedibile: l’America della suburbia, insomma.

In Young Adult, presentato come evento speciale fuori concorso alla sessantaduesima edizione della Berlinale, Charlize Theron interpreta Mavis Gary, trentacinquenne appena divorziata, con un lavoro non completamente soddisfacente – scrive libri per ragazzi – e una vita a Minneapolis non particolarmente memorabile. Dopo aver visto su internet le foto del figlio neonato del suo fidanzato storico dei tempi del liceo decide di prendere armi e bagagli e raggiungere la cittadina natale di Mercury, in Minnesota, per riconquistare il suo primo amore e strapparlo alla donna che ha sposato. Da questo presupposto Young Adult prende quasi le pieghe del film a pedinamento, con la Theron perennemente seguita dalla macchina da presa che ne immortala le debolezze, i (rari) momenti di gioia, le strategie d’attacco per raggiungere l’obbiettivo prefissato.

Reitman e la Cody orchestrano una commedia sagace, ma incredibilmente dimessa: quasi fosse la versione al femminile di Roger Greenberg nell’omonimo film di Noah Baumbach, Mavis appare incapace a conciliarsi con il mondo che le ruota accanto, passando da un’ubriacatura all’altra, assaporando tanto l’ottimismo sfrenato quanto l’umore più depressivo.
Reitman è bravo a non esasperare mai i toni, lasciando il film a muoversi in equilibrio precario sul confine che divide la risata dal pianto. Diablo Cody, dal canto suo, ci mette dialoghi forse meno frizzanti di quanto sarebbe apparso lecito ma in grado di cogliere in maniera incontrovertibile lo stato di confusione, di ambizione repressa e invidia malcelata che rappresenta una cartina di tornasole semplicistica ma non così peregrina dei trentenni di oggi. Senza perdersi nella retorica, Reitman racconta ancora una volta la crisi, orchestrando una commedia comunque divertente, a tratti spassosa, impreziosita dalle belle interpretazioni del cast, composto per la maggior parte da attori non propriamente noti al pubblico di massa. Alcuni siparietti, come quelli che vedono protagonisti Mavis e il cagnolino che la accompagna, si segnalano come scene di culto di questo ancor giovane 2012.
Merito del duo Reitman/Cody, certezze degli USA che magari accettano di lavorare nel mainstream puro e semplice, ma riescono sempre a dimostrarsi indipendenti di pensiero. Il che non è cosa da poco.

Info
Il sito ufficiale di Young Adult.
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