A Hero Never Dies

A Hero Never Dies

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A Hero Never Dies è uno dei capolavori di Johnnie To, nonché uno dei film fondativi per il cinema hongkonghese dopo la riannessione alla Cina del 1997. Ora esce in una meritoria edizione home video grazie alla sinergia tra CG Entertainment e Tucker Film.

Hong Kong è messa a dura prova dalla feroce lotta, senza tregua, tra due bande rivali di gangster. Due capi gestiscono il potere, ognuno dei due ha un braccio destro: due uomini della massima fiducia. A loro volta i due giovani uomini, che non si sono mai incontrati, vivono una vita parallela, sono antagonisti ma in fondo appaiono simili e, accomunati da un medesimo destino, finiranno per stimarsi a vicenda e allearsi. Il primo, Martin, è un vero duro, porta un cappello da cowboy e fuma un grosso sigaro che gli pende dal lato destro della bocca. Non ha mai commesso un errore e non ha mai perso una battaglia. Allo stesso modo l’altro, Jack, non gli è da meno e mostra coraggio e spietatezza. Il loro unico scopo, da principio, è uccidersi a vicenda… [sinossi]

Distribuito dalla Tucker Film, nella collana Far East Film, A Hero Never Dies rappresenta uno dei capolavori di Johnnie To. È il 1998, anno fondamentale perché immediatamente successivo alla riannessione dell’isola di Hong Kong alla Cina continentale, quando To, che con Wai Ka-fai stava iniziando a contribuire decisivamente alla rinascita e al successo internazionale del cinema Hongkonghese dopo aver coofondato nel 1996 la casa di produzione Milkway Image, firma questo noir in cui si sviluppano gran parte delle tematiche sia stilistiche che narrative che ritroveremo in tutta la sua filmografia. Si narra dello strano legame che unisce due giovani boss di due imponenti gang rivali nell’ambito della mafia cinese. Una sfida che diventa ambiguamente un rapporto di amore-odio-amicizia tra ordini di esecuzioni, accaparramenti di mercati e continue vendette reciproche. Un classico ritratto di duello che ricorda ad esempio i celebri I duellanti di Ridley Scott, The Heat di Michael Mann e non ultimo The Killer di John Woo. Proprio al confronto tra la pellicola di Woo e A Hero Never Dies è dedicato l’approfondimento di Marco Müller, L’eroe dal cuore puro, presente negli extra come intervento critico. Un contributo fondamentale per approcciarsi sia al mondo variegato del noir e del poliziesco di To, sia al cinema di Hong Kong in generale. Müller evidenzia uno dei temi cari del regista di Election, ovvero la stilizzazione estrema della messinscena composta da opposizioni sistematiche dei suoi elementi. Una delle opposizioni fondamentali è appunto “il caldo e il freddo delle luci e il caldo e freddo dei colori”, come afferma Müller.  

La straordinaria capacità di To e del fido direttore della fotografia Cheng Siu-keung è proprio quella di inserire senza soluzione di continuità schemi di luce sempre a contrasto: sia la luce naturale che la sovraesposizione, imprimendo al film la tipica miscela di realismo e crepuscolarità presente nel cinema di To. Tutto ciò si abbina perfettamente alla visione poetica e pessimistica del regista, dove i personaggi, qui come in molti altri film da PTU fino al recente Vendicami sembrano inesorabilmente delle pedine guidate da un destino più grande di loro. Nel caso di A Hero Never Dies, il senso di malinconia che accomuna i protagonisti della vicenda, come si diceva inizialmente sembra connesso con l’idea che un’epoca, quella dell’isola a parte, non ancora dipendente dalla legge e dalle tradizioni della Cina continentale, stia per volgere al termine. Con la sua cifra stilistica profondamente personale, Johnnie To riscrive così in modo radicale anche le sembianze di un genere molto codificato come quello poliziesco dell’estremo oriente, in modo ancora più marcato rispetto a John Woo, la cui intensità emotiva, come ci ricorda Müller, si costruiva dentro forme che somigliavano alla commedia musicale. Se in The Killer siamo pienamente costretti sentimentalmente nelle vicende dei due protagonisti, sempre comunque dentro dei virtuosismi continui della messinscena, in A Hero Never Dies invece l’ironia gioca uno scarto decisivo ed è la grande differenza rispetto al regista di Face Off. Diversi infatti sono i momenti in cui l’ombra melò viene allontanata dall’idea del gioco, della sfida infantile, e tradotto in immagini dalle invenzioni visive e coreografiche. Ne è una prova la magnifica sparatoria finale in cui uno dei protagonisti, costretto su una sedia a rotelle, nella drammaticità della sfida inscena una vera e propria danza con la pistola.  

Probabilmente non si tratta del miglior film di To, talvolta così eccessivo nell’arricchire visivamente l’immagine da perdere quella forza narrativa che invece hanno film successivi come PTU, Breaking News, Exiled o Vendicami, col loro particolare pastiche di generi che rendono inimitabile il regista asiatico. Tuttavia si tratta di un film davvero a poca distanza dalla vette massime raggiunte dall’hongkonghese, e che contiene all’interno singole scene che senza timore possiamo definire di grande cinema.
Per approfondire ulteriormente la conoscenza del regista completano il dvd, oltre al citato contributo di Marco Müller, il Making of del film, un’intervista alla bellissima attrice Yo Yo Mong, e i trailer dei vari film presenti nella linea Far East.

Info
Il trailer di A Hero Never Dies.

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