Jupiter – Il destino dell’universo
di Lana Wachowski, Lilly Wachowski
Una parabola sul potere, la rivincita degli “ultimi”, la genetica e la maternità: con Jupiter – Il destino dell’universo i fratelli Wachowski proseguono l’esplorazione delle loro ossessioni. Il risultato è schizofrenico: a tratti fallimentare, a tratti entusiasmante.
Tutto sulla madre
Jupiter Jones è una giovane donna, destinata fin dalla nascita a cambiare le sorti dell’universo. Una volta cresciuta però sarà costretta ad abbandonare i suoi sogni e ad affrontare la dura realtà di un lavoro come domestica e una serie infinita di fallimenti sentimentali. Solo quando Caine, un ex militare geneticamente potenziato, giunge sulla Terra per rintracciarla, Jupiter scopre di essere stata prescelta per ricevere una straordinaria eredità genetica che potrebbe rovesciare per sempre l’equilibrio del cosmo. [sinossi]
Ci sono cineasti le cui opere, a prescindere dalla loro riuscita o meno, sono programmaticamente destinate a suscitare aspri dibattiti e/o partigianerie diffuse, ma la cui esistenza e produttività non può che suscitare, in un panorama che si teme sempre più omologato e stantio, un sano entusiasmo. Si tratta di personalità prometeiche, che proseguono la propria ricerca espressiva con estrema libertà, guidate da una hubris che in alcuni spettatori provoca un netto rifiuto, o ben che vada un certo scherno, in altri un gioioso giubilo redentorio. Redentorio anche perché si è portati a condonare qualche difetto nei film di siffatti registi (una narrazione lasca, una recitazione poco convincente), dal momento che viene compensato dalla fulgida espressione di un nitido, coerente talento.
Fanno sicuramente parte di questa schiatta i fratelli Wachovski, protervi costruttori di mondi meticciati e postmoderni (la trilogia di Matrix), ludici ammiratori di superfici pop (il sottostimato Speed Racer), fautori di un socialismo distopico appassionato e militante (Cloud Atlas). Ma soprattutto, i Wachowski sono degli abili miscelatori di suggestioni allogene, provenienti dal cinema come dalle altre arti, dal pensiero filosofico, scientifico e socio-politico contemporaneo (ampiamente è stato scritto su Matrix e i suoi legami con le teorie postmoderne e i relativi simulacri), tutto ciò non tanto per compiacere critici e teorici, quanto per stimolare la propria ricerca, da avidi “studiosi” quali sono, al tempo stesso utopici e disillusi, severi e infantili.
Ed è anche questa loro naiveté così schietta a farci guardare con una certa condiscendenza virtù e fallimenti del loro ultimo lavoro: Jupiter – Il destino dell’universo. Protagonista questa volta è Mila Kunis nei panni della Jupiter del titolo, figlia di immigrati di origine russa (il padre è stato brutalmente ucciso in patria in circostanze non ben chiarite) che lavora insieme alla madre come donna delle pulizie (nel dettaglio: lustra i sanitari) nelle case di alcuni ricconi di Chicago. Spinta dal cugino a donare i propri ovuli dietro congruo pagamento, Jupiter viene aggredita, proprio mentre è in sala operatoria, da dei misteriosi esseri ignudi e dalle gambe rovesciate all’indietro, nonché salvata poi in extremis da una creatura ibrida e albina che ha le fattezze di Channing Tatum. Scoprirà di essere il bersaglio di Balem Abrasax (Eddie Redmayne) rampollo di una dinastia spaziale post-capitalista che vuole appropriarsi di ciò che invece tocca in eredità a Jupiter: la Terra. Balem e la sua stirpe (ha un fratello che predilige intrattenimenti orgiastici e una sorella che pensa solo a come ringiovanire) si nutrono infatti dell’energia degli umani, mietendone periodicamente in grande quantità, per trarre da loro del fluido rigeneratore, in grado di prolungare la loro esistenza e la loro supremazia.
Sulla base di un impianto fiabesco piuttosto basico (Cenerentola pulisce latrine, ma scopre le sue nobili origini) i Wachowski imbastiscono dunque la loro parabola sul potere, la lotta sociale, la genetica e la maternità. Non tutto fila come dovrebbe, data la copiosa carne al fuoco e la narrazione prende derive ora verbose, ora confuse, tra ellissi, salti temporali e personaggi che scompaiono nel nulla (la sorella di Balem, per esempio, e anche il di lui fratello). Si susseguono inseguimenti nell’aere, salvataggi rocamboleschi, che vedono per lo più la nostra Jupiter aggrappata alla solida schiena di Channing Tatum. Assistiamo poi a momenti shakespeariani con congiure di palazzo dalle trame astruse, sullo sfondo di scenari avveniristici nei quali si intravvedono architetture di Frank Gehry. Gli interpreti hanno i volti truccati e pronunciano le battute con tono monocorde e anaffettivo, nei loro dialoghi risuonano tonanti terminologie politico-burocratiche o persino militari come “protocollo” o “legione”, mentre i terrestri sono definiti “terranei”. Il cattivo incarnato da Redmayne poi, è costantemente afono, mentre Tatum pattina sovente nel cielo con degli appositi scarponi.
Insomma non tutto fila proprio via liscio in Jupiter – Il destino dell’universo, eppure si resta ipnotizzati dall’incantevole utilizzo degli effetti speciali, qui foraggiati da un 3D per una volta funzionale ed espressivo, con quei pianeti pronti ad emergere da nebulose indistinte, fatte di denso pulviscolo. C’è il nitore dei mondi digitali e c’è una densità materica, quasi fisiologica, nel film dei Wachowski, al punto che i luoghi remoti dell’universo paiono un rispecchiamento di ciò che sta dentro al corpo umano, ovvero in quel caos di organi in misterioso equilibrio, proprio come i pianeti. Insomma: l’uomo o, meglio, la donna si rovescia e dà origine al cosmo, o viceversa.
Mai come in questo caso – e forse, anche se è sin troppo facile pensarlo, proprio in virtù del cambiamento di genere di Larry, ora diventato Lana – i fratelli Wachowski sono concentrati sul tema della maternità e della genesi, a partire dalla scena chiave della donazione degli ovuli di Jupiter, per proseguire con i problemi amletici del perfido Balem e con la sua brama di sentirsi “creatore della vita”. Da non sottovalutare poi, l’interessante e devirilizzante utilizzo di un assorbente per signora, dagli insospettabili poteri taumaturgici.
Insomma è proprio il caso di dire che con Jupiter – Il destino dell’universo i Wachowski porgono il fianco ai loro detrattori, e se è pur vero che non riescono pienamente, in questa occasione, a rinnovare le loro ossessioni, di certo bisogna riconoscergli l’onestà intellettuale e il coraggio di chi consapevolmente continua ad esporsi, anche al ludibrio, se la contropartita è la propria libertà espressiva.
Info
Jupiter – Il destino dell’universo sul sito della Warner Bros.
La pagina facebook di Jupiter – Il destino dell’universo.
Il trailer italiano di Jupiter – Il destino dell’universo.
- Genere: action, avventura, fantascienza
- Titolo originale: Jupiter Ascending
- Paese/Anno: USA | 2014
- Regia: Lana Wachowski, Lilly Wachowski
- Sceneggiatura: Lana Wachowski, Lilly Wachowski
- Fotografia: John Toll
- Montaggio: Alexander Berner
- Interpreti: Channing Tatum, Charlotte Beaumont, Christina Cole, Douglas Booth, Du-na Bae, Eddie Redmayne, Gugu Mbatha-Raw, James D'Arcy, Jeremy Swift, Jo Osmond, Kick Gurry, Maria Doyle Kennedy, Mila Kunis, Neil Fingleton, Sean Bean, Spencer Wilding, Terry Gilliam, Tim Pigott-Smith, Tuppence Middleton, Vanessa Kirby
- Colonna sonora: Michael Giacchino
- Produzione: Village Roadshow Pictures, Warner Bros.
- Distribuzione: Warner Bros.
- Durata: 127'
- Data di uscita: 05/02/2015