Strane storie. Uno sguardo sul cinema italiano degli anni ’90 (prima parte)
Inizia oggi 24 gennaio, con la proiezione di Mille bolle blu di Leone Pompucci e Condominio di Felice Farina, la rassegna Strane storie. In programma alla Sala Trevi, fino al 31 gennaio, pellicole che avranno il compito di raccontare il cinema italiano anni ’90; da Mario Martone a Eros Puglielli, da Rezza/Mastrella a Gianni Zanasi, da Gianluca Maria Tavarelli a Giuseppe M. Gaudino, l’occasione per riscoprire un decennio caduto nell’oblio critico, e forse scarsamente compreso.
Cosa hanno rappresentato gli anni Novanta per il cinema italiano, e perché con tanta facilità sono stati relegati in un cantuccio, quasi la produzione di quel decennio dovesse essere rimossa, cancellata, o comunque sbiadita nella memoria? Non è semplice ridurre dieci anni di produzioni e di narrazioni in diciannove film, e il rischio è sempre quello di creare ulteriore confusione. Nell’affrontare quel periodo storico, facendolo rivivere sullo schermo del Cinema Trevi, si è dunque presa una decisione drastica: tentare di donare nuova (e forse più fortunata) visibilità a opere che rischiano oramai di essere quasi completamente dimenticate. Nella settimana di proiezioni non ci sarà dunque spazio per i grandi autori del passato comunque attivi sul finire del millennio (Marco Bellocchio, Bernardo Bertolucci, Mario Monicelli, Ettore Scola, Dino Risi, Michelangelo Antonioni, Liliana Cavani) né per i registi la cui formazione si sviluppa in pieno nel corso del decennio precedente – fa eccezione Condominio di Felice Farina, a suo modo decisivo nel cogliere alcune istanze espressive della produzione anni Novanta. Nel prediligere dunque registi che hanno avuto modo di esordire proprio nel corso del decennio, si è poi optato per riscoperte critiche, casi produttivi emblematici e bizzarrie perdute nel tempo: anche gli autori già all’attivo nel decennio, ma che troveranno piena maturità negli anni Duemila, sono stati lasciati in secondo piano, come dimostrano le assenze di Matteo Garrone ed Edoardo Winspeare. Questo non ha impedito ovviamente dolorose rinunce, come i film di Davide Manuli (Girotondo, giro attorno al mondo), Ciprì & Maresco, e Claudio Caligari (L’odore della notte), assurti comunque nel corso degli anni al ruolo di registi di culto. L’obiettivo dichiarato è dunque quello di togliere la polvere dagli scaffali in cui è stato rinchiuso il cinema italiano degli anni Novanta, cercando di dimostrarne la vitalità e soprattutto l’unicità. Un cinema che non ha padri e non ha generato figli, a parte coloro che esordirono proprio in quegli anni. Un cinema a suo modo “orfano”, solitario e inclassificabile, dotato di un coraggio produttivo che nel corso degli anni si è sempre fatto più fievole e impalpabile: chi darebbe vita oggi a follie anarcoidi come Escoriandoli di Rezza/Mastrella, Dorme di Eros Puglielli (enfant prodige dell’epoca), o a schegge incontrollate – e controllatissime – come Il caricatore o Nella mischia? Sperando ovviamente di riuscire a tornare sull’argomento, per ampliare il discorso e completarlo. Buona visione! (Rassegna a cura di Raffaele Meale)
martedì 24
ore 18.00 Mille bolle blu di Leone Pompucci (1993, 85′)
Roma. Estate 1961. In un grande condominio popolare della Capitale alcuni personaggi vivono, nell’arco di due giornate, un momento particolare della loro vita, un “appuntamento” col destino che potrebbe cambiare il corso della loro esistenza.
ore 20.00 Condominio di Felice Farina (1991, 100′)
Assumendo l’incarico di amministratore di un enorme condominio in un popoloso quartiere romano – quattro scale e quattrocento alloggi – il “ragionier” Michele Marrone (Carlo Delle Piane), che lì si è trasferito con la moglie Irene (Leda Lojodice) e le due figlie, Mariella (Fausta Maria Rigo) e Benedetta (Laura Muccino), neppure immagina in quale pantano è andato a finire: sparito nel nulla, ma con la cassa, il suo predecessore inerte e imbroglione; bollette condominiali inevase, proprietari ed inquilini morosi e, soprattutto, gente litigiosa e riottosa.
mercoledì 25
ore 17.00 Libera di Pappi Corsicato (1993, 83′)
Film a episodi su tre donne, Aurora, Carmela e Libera, che nasce e si sviluppa attorno al cortometraggio che dà il titolo all’intera opera. Storie di tradimenti, di passioni che rinascono, di complessi rapporti materni, di sguardi interiori e di dolorose scelte esteriori…
ore 19.00 Morte di un matematico napoletano di Mario Martone (1992, 108′)
La figura di Renato Cacciopoli, illustre ed eccentrico matematico, raffinato pianista, nipote di Bakunin e militante comunista, viene liberamente ricostruita sulla base delle testimonianze di chi lo aveva conosciuto. O, meglio, essa viene delineata con la descrizione della sua ultima settimana di vita fino al suicidio e al successivo funerale. Il personaggio affiora attraverso una trama di comportamenti, dettagli, frasi appena accennate, che ne rivelano brandelli di passato senza mai troppo spiegare. Ma è soprattutto in relazione a Napoli, città-personaggio, al contempo spazio dell’anima e complessa realtà storica e umana, che il ritratto si struttura.
ore 21.00 Giro di lune tra terra e mare di Giuseppe M. Gaudino (1997, 125′)
Ecco Pozzuoli, al centro dei campi Flegrei, sul cui golfo si affacciano anche le città di Baia e di Miseno. Pozzuoli e dintorni sono luoghi con una storia antica e lontana nel tempo. Si rivivono così alcuni drammatici episodi di un passato quasi dimenticato: il matricidio di Agrippina ad opera di Nerone; gli oracoli della Sibilla Cumana; il giovane martire cristiano Artema, ucciso dai compagni di scuola; Maria ‘la pazza’, eroina guerriera che salvò la città dai nemici. Ma accanto al passato c’è il presente. Nei primi anni ’70 nel golfo si riacutizzano i fenomeni del bradisismo. La famiglia Gioia, che vive di pesca, è costretta a lasciare più volte la casa perché a rischio di frana improvvisa. I ripetuti traslochi portano alla progressiva disgregazione dell’unità familiare.
giovedì 26
ore 17.00 Quattro figli unici di Fulvio Wetzl (1992, 103′)
Virginia (Mariella Valentini), una giornalista trentatreenne divorziata dal marito Ennio (Ivano Marescotti), dirigente di un’azienda di computer, il quale le ha affidato, insieme alla loro figlia Micol di 12 anni (Ginevra Colonna), anche il sedicenne Paolo (Fabio Iellini), nato dal suo primo matrimonio, ospita spesso il proprio compagno Giorgio (Roberto Citran), un trentenne aspirante sceneggiatore, piuttosto immaturo, e privo di lavoro. Quando Virginia scopre che Paolo non ha dormito a casa, apprende da Micol che ciò accade da tre notti, e, chiesto l’aiuto di Giorgio, cerca invano fra compagni di scuola, discoteche, sale giochi e collina del motocross, apprendendo soltanto che Paolo (certamente scappato di casa) ha con sé un milione.
ore 19.00 Il caricatore di Massimo Gaudioso, Eugenio Cappuccio, Fabio Nunziata (1996, 95′)
La casa di produzione Boccia Film è in grave crisi: ha un solo caricatore di pellicola e Fabio, il titolare, vuole a tutti i costi realizzare un film. Nell’impresa coinvolge gli amici Massimo – patito di realismo – ed Eugenio, che invece adora il cinema americano. Dopo alterne vicende il terzetto finisce in una piccola stazione dei Carabinieri dove, senza volerlo, l’appuntato fornisce loro lo spunto decisivo per il film.
ore 20.45 Incontro moderato da Raffaele Meale con Gianluca Arcopinto, Felice Farina, Giuseppe M. Gaudino, Massimo Gaudioso, Francesco Ranieri Martinotti, Enzo Monteleone, Eros Puglielli.
a seguire Dorme di Eros Puglielli (1994, 75′)
Ruggero (Cristiano Callegaro), diciottenne della periferia romana, lasciato dalla fidanzata Anna (Anna Bastoni) perché è troppo basso non si rassegna e continua a telefonarle. Ogni volta gli viene risposto: «Anna dorme». Decide allora di andare insieme all’amico Michele (Alessio Muzi) ad aspettarla sotto casa, ma deve inoltrarsi nel quartiere delle Case popolari presidiato dai famigerati fratelli Riccio (Federico Calisti).
venerdì 27
ore 17.00 Nella mischia di Gianni Zanasi (1995, 93′)
In un quartiere della perifieria romana, un gruppo di adolescenti guidati da Lorenzo, Emiliano, Marco e Andrea fa le prime esperienze di vita cercando di sopravvivere all’impazienza e al’insoddisfazione. Le cose però non vanno quasi mai per il verso giusto. Il film è aperto e chiuso dalle immagni de “Le belle prove”, il precedente corto scritto e diretto dal regista, che mostra gli stessi giovani attori con qualche anno di meno.
ore 19.00 Cous Cous di Umberto Spinazzola (1996, 90′)
Una giovane band multietnica, i Cous Cous, sempre alla ricerca di un luogo dove provare e suonare. Ma il loro acid jazz non è gradito e così i Cous Cous vengono sistematicamente cacciati da tutto e tutti. Si trasferiscono allora presso la baracca di un fratello di Evelina, anziana ottuagenaria componente della band; questo precario locale viene però abbattuto per fare posto ad un’autostrada in costruzione. I musicisti riprendono a vagare in cerca di un altro spazio. Forse Isaia è la loro ultima speranza… Con Toni Bertorelli e Philippe Leroy.
ore 21.00 Il verificatore di Stefano Incerti (1995, 74′)
Crescenzio, impacciato verificatore per l’azienda napoletana del gas, è innamorato di una ragazza timida che lavora in un laboratorio con suo fratello, tipo ben più intraprendente. Anche il proprietario del laboratorio è invaghito della ragazza, ma ha mire meno nobili…
sabato 28
ore 17.00 La vera vita di Antonio H. di Enzo Monteleone (1994, 94′)
L’attore Antonio Hutter (Alessandro Haber) recita, in un teatro decadente e con l’ausilio di un nastro registrato con applausi, la sua vita: figlio di un ebreo-romano assai tollerante e di una bolognese cattolica, vive l’infanzia in Israele, dove durante la sua prima apparizione teatrale esordisce facendosi la pipì addosso. Trasferitosi a Verona, è sommerso dall’onda dei film sexy anni ’60. A scuola va malissimo, tanto che il padre gli compra la licenza media. Affascinato dal cinema si esalta nel vedere il successo di Dustin Hoffman nel film Il laureato: anche lui come il protagonista non è un tipo aitante. Nel ’68 e negli anni di piombo, mentre una delle sue donne addirittura ospita dei terroristi, lui pensa solo al cinema, e decide di trasferirsi a Roma, dove ritrova un ex compagno d’armi e sollecita registi e produttori per ottenere una qualsiasi particina, importunando persino Godard e Welles.
ore 19.00 Escoriandoli di Flavia Mastrella e Antonio Rezza (1996, 95′)
Al capezzale del fratello morto, Giuliano si invaghisce della vedova e si unisce a lei. Rolando, uno dei becchini, si innamora di Ida, sposata con il pigro Fiore. Sabrina viene rinchiusa nella comunità “Contro”, dove la dottoressa Coatta usa le torture come cura. Ma la giovane muore. Il suo corpo, chiuso in un sacco, viene depositato sulla linea di partenza della corsa dei sacchi, per farle vincere qualcosa.
ore 21.00 Strane storie. Racconti di fine secolo di Sandro Baldoni (1994, 82′)
Durante un viaggio in treno un uomo racconta una serie di storie surreali alla figlia per trascorrere il tempo, prendendo spunto dagli altri viaggiatori che si siedono nello stesso scompartimento. Terminata la narrazione di tali storie di (stra)ordinaria quotidianità, i passeggeri scendono dal treno e si ritrovano in una stazione fantasma…
domenica 29
ore 17.00 Un amore di Gianluca Maria Tavarelli (1999, 105′)
Sara e Marco si conoscono in una discoteca a Torino nel giugno del 1982. Da quel momento cominciano a vedersi e a frequentarsi sempre più spesso. I loro incontri successivi avvengono l’8 giugno 1984, il 13 luglio 1985, l’11 novembre 1989, il 17 gennaio e il 15 febbraio 1991, il 19 febbraio 1994, il 16 dicembre e il 20 dicembre 1996, il 29 luglio 1997, il 28 gennaio 1998. In tutte queste occasioni il sentimento che fin dall’inizio li aveva uniti torna costantemente fuori, senza tuttavia riuscire mai a concretizzarsi veramente. Litigano, si lasciano, si riprendono, si sposano, si perdono, si ritrovano, vivono furtivamente come amanti, si separano dai coniugi, pensano di vivere da soli. Il 31 gennaio 1999 per caso si incontrano di nuovo ad una festa.
ore 19.00 Il trittico di Antonello di Francesco Crescimone (1992, 106′)
Il casale di Rafforosso, in cui si trova il malridotto trittico di scuola antonelliana, fa da sfondo alle vicende che tre donne di una stessa casata vivono in tre diversi contesti storici. Vicende minime ma che alludono a una “storia altra”, rimorso di quella declamata. Il film si snoda in tre episodi: “febbre”, “furore”, e “fiele”. Attraverso le vicende di Vera (Lorena Benatti), Saveria (Lydia Alfonsi) e Martina (Lorenza Indovina), viene tracciato in chiave critica un percorso storico, quello della Sicilia, dal 1894, quando era sconvolta dallo stato d’assedio e dai processi contro i militanti dei fasci dei lavoratori, fino ai giorni nostri, attraversando il periodo del separatismo del ’44, in piena resistenza antifascista.
ore 21.00 Il tuffo di Massimo Martella (1993, 98′)
Matteo (Vincenzo Salemme), laureato in Fisica, prepara un concorso e accudisce i genitori, ormai anziani. Non ha desideri, non ha amici, non ha una ragazza. Di fronte a sé ha soltanto l’estate. Matteo è inquieto: saranno il concorso, la malattia del padre, oppure quella sabbia rossa e finissima che viene dall’Africa e attraversa la cittadina, in un vento caldo e inoffensivo. Matteo raggranella qualche soldo dando ripetizioni di Fisica. I suoi allievi si chiamano Giulio (Arturo Paglia) ed Elsa (Carlotta Natoli). Hanno diciassette anni. Giulio è introverso, sensibile e parla poco. Elsa ha due occhi di fuoco, non ha paura di niente e di nessuno.
martedì 31
ore 18.00 Abissinia di Francesco Ranieri Martinotti (1993, 87′)
Antonio (Enrico Salimbeni), venticinque anni, fa il cameriere stagionale in un mega ristorante. Licenziato su due piedi, ruba l’intero incasso. Pestato a sangue dai buttafuori del locale, viene abbandonato sul ciglio di una strada di campagna. La mattina dopo si sveglia in una cadente costruzione anni Sessanta. Ce l’ha portato Enzo Pagnini (Mario Adorf), proprietario del “Titano”, fatiscente ristorante in riva al mare, in una zona così periferica da meritarsi il nome di Abissinia. Pagnini assume Antonio come cameriere, a fare cosa non si capisce bene, visto che in quel posto non ci va mai nessuno: il “Titano” infatti è popolato solo da chi ci lavora: la cuoca Armida (Milena Vukotic), il lavapiatti Marco (Luca Zingaretti) e Silvia (Danila Pisano), la nipote del proprietario.
ore 20.00 Verso sud di Pasquale Pozzessere (1992, 88′)
Nel degradato ambiente che circonda la Stazione Termini vive Paola (Antonella Ponziani) uscita da poco dal carcere: le mancano sempre i soldi per i piccoli acquisti, e si prostituisce occasionalmente per mangiare e fare qualche regaluccio al figlio Chicco, due anni, che un Istituto tiene in custodia essendo lei inaffidabile come madre. Nello stesso ambiente vive Eugenio (Stefano Dionisi), che ruba le elemosine nelle Chiese, e frequenta amici ladruncoli e, pur non drogandosi, sovente abbonda con l’alcool.