Madre!

Ambizioso, visionario, metaforico, claustrofobico, Madre! cerca di mettere in scena l’essenza della creazione e della distruzione, del caos che ci permea e circonda, di quella stessa ferocia cannibale che porta gli spettatori a smembrare un’opera, a cibarsene per mille svariati motivi. Un film che sovrappone temi e paure ancestrali, personali, collettive, attuali, autoriali. Un horror volutamente caotico e magmatico, nato per essere vivisezionato, fonte di possibili letture in chiave religiosa, materna, sociologica, politica, storica. Tutto. Troppo?

Apocalisse

La relazione di una coppia viene messa a dura prova quando alcuni inattesi ospiti si presentano a casa loro, gettando nello scompiglio la loro tranquilla esistenza… [sinossi]
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle,
e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti,
mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa
di ciò che dovrà accadere sulla terra.
Vangelo – Luca 21, 25-26

Partiamo dai fischi, dalle grida e dagli insulti che hanno accompagnato i titoli di coda di Madre! – seconda proiezione stampa, il verbo si era già diffuso. O dal groviglio di accreditati che alla fine della conferenza stampa si sono catapultati verso Jennifer Lawrence per strapparle un autografo. Una dedica. Un selfie. Brandelli di celebrità. Questi due siparietti tanto reali quanto grotteschi potrebbero essere, perdonate il paradosso, una delle tante fonti di ispirazioni dell’ultima fatica scritta e diretta da Darren Aronofsky. Dalla stratificata metafora e dal flusso apparentemente caotico di Madre! emergono queste ed altre orrorifiche derive dell’Uomo, soprattutto quando riunito in branchi, gruppi, sette.

(Ri)partiamo dalle parole dello stesso Aronofsky: Madre! sgorga da un «brodo primordiale di angoscia e impotenza». Pellicola ambiziosa, visionaria, metaforica, claustrofobica, Madre! cerca di mettere in scena l’essenza della creazione e della distruzione, del caos che ci permea e circonda, di quella stessa ferocia cannibale che porta gli spettatori a smembrare un’opera, a cibarsene per mille svariati motivi. Un film che sovrappone temi e paure ancestrali, personali, collettive, attuali. Un horror volutamente caotico e magmatico, nato/creato/partorito per essere vivisezionato, fonte di possibili letture in chiave religiosa, materna, sociologica, politica, storica e via discorrendo.
Tutto. Troppo?

Madre! è il blockbuster (im)possibile che solo Aronofsky avrebbe potuto immaginare, scrivere e girare. Artista, padre, divinità. Con autoironia e coscienza di sé (per fortuna). Una base d’appoggio, delle solide fondamenta: un genere, l’horror, che serve ad Aronofsky per contenere la fiumana di significati, di immagini, e che è anche l’inevitabile approdo, il punto di arrivo (di implosione ed esplosione) di una serie di paure, frenesie e schizofrenie.
Madre! si offre in pasto al pubblico come metafora della creazione artistica (musa/creatore).
Come metafora del rapporto di coppia (moglie/marito, madre/padre).
Del rapporto tra la Lawrence e Aronofsky (attrice/regista, donna/uomo) (madre/padre?).
Della maternità: delle paure, delle conseguenze psicologiche, della totalità del rapporto madre/figlio.
Della schizofrenia politica e morale degli Stati Uniti, che innalza muri ed esporta democrazia.
Della pericolosità dei culti religiosi privi di controllo, dei fanatismi (e dei fan…).
Madre! è la messa in scena dell’Apocalisse.
Di molte apocalissi, con creazione e distruzione che si susseguono, come un nastro di Möbius che a ogni giro genera vita e morte, gioia e sofferenza. Tornando alle parole di Aronofsky: una rappresentazione della frenesia e della perdita di equilibrio (e controllo) di questi «tempi folli».
Nuovamente: tutto. Troppo?

L’orrore rinchiuso tra quattro mura, polanskiano nel sondare i lati oscuri della maternità e nel mettere in scena degli ospiti così indesiderati e deformati, visto dall’esterno ha i riflessi di un quadro wyethiano, come se avessimo l’opportunità di penetrare il realismo magico del celeberrimo Christina’s World. Luogo di eterni ritorni del cinema horror, la casa maledetta aronofskyiana non è un pretesto ma un contenitore allegorico: Stati Uniti, Mondo, luogo psicologico e ventre materno. La casa è la sfera privata invasa dal pubblico; è il corpo materno che si deforma e partorisce; è la Terra devastata da miliardi di persone; è la cultura sopraffatta dalle credenze tribali.
Madre! è la messa in scena di micro e macro-sistemi che crollano, in un delirio visionario che sembra sterzare improvvisamente dagli eccessi miikiani alla Izo alle magmatiche implosioni/esplosioni otomiane.
Un’opera che Aronofsky ha rigurgitato su carta e poi su pellicola, contraddicendo i suoi consueti tempi di gestazione, ma restando fedele alla propria poetica. Madre! è l’approdo di Pi greco – Il teorema del delirio a Hollywood, è la follia data in pasto al grande pubblico. Una follia pronta a essere sbranata. Opera madre pronta a dare, dare e ancora dare.

Info
Il trailer italiano di Madre!.
Il trailer originale di Madre!.
La scheda di Madre! sul sito di Venezia 2017.
La pagina facebook di Madre!.
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