Mistero a Crooked House

Mistero a Crooked House

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C’è il genio di Agatha Christie dietro Mistero a Crooked House, che della grande scrittrice britannica però riesce a mantenere solo l’ambientazione e lo sviluppo in parte fedele degli avvenimenti. Troppo anodina e inconsistente la regia di Gilles Paquet-Brenner, e poco in parte il cast.

Gli ereditieri

Basato sul romanzo di Agatha Christie, edito in Italia con il titolo È un problema, Mistero a Crooked House è un giallo corale come quelli che piacciono all’autrice: un confronto incrociato tra i componenti di una ricca famiglia inglese, tra le sale della sontuosa villa del capostipite. Per ottenere finalmente la mano della bella e facoltosa Sophia Leonides, incontrata al Cairo presso l’ambasciata inglese, il giovane investigatore privato Charles Hayward deve risolvere il mistero che avvolge la morte di suo nonno, il patriarca Aristides Leonides, avvelenato da un familiare a Crooked House. Nella dimora lussureggiante, dove l’intera famiglia si è trasferita a causa della Seconda guerra mondiale, figli e nipoti del defunto puntano il dito contro Brenda, giovane seconda moglie dell’anziano miliardario, accusata di avere una liaison sentimentale con il precettore dei nipoti. Le indagini personali conducono Charles su piste non battute dalla polizia, nuovi moventi emergono a rimescolare le carte, e gli alibi già traballanti dei misteriosi inquilini crollano sotto il peso di stringenti interrogativi. Non solo ci si domanda chi è l’assassino, ma se e quando colpirà ancora. [sinossi]

Mistero a Crooked House, tratto dalla penna di Agatha Christie, sulla carta doveva essere un antipasto gustoso prima della portata principale, che arriverà nelle sale cinematografiche il prossimo 6 dicembre con il titolo Assassinio sull’Orient Express; lì la regia di Kenneth Branagh sarà supportata sullo schermo da un cast corale che, oltre allo stesso regista, vedrà rimpallarsi battute e accuse Penélope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Josh Gad, Derek Jacobi, Leslie Odom Jr., Michelle Pfeiffer e Daisy Ridley. Era evidente fin dalla scelta dell’uomo da posizionare in cabina di regia (il quarantatreenne parigino Gilles Paquet-Brenner, già autore tra gli altri de La chiave di Sara e Dark Places – Nei luoghi oscuri), che Mistero a Crooked House non avrebbe potuto in alcun modo competere con la ben più opulenta macchina produttiva allestita per riportare in vita cinematografica Hercule Poirot, ma spunti di interesse ce n’erano. Eccome, se ce n’erano.
Già il romanzo scelto per essere adattato, pubblicato in Italia con lo stravagante titolo È un problema, destava una certa curiosità: poco conosciuto, soprattutto al di fuori della cerchia degli appassionati duri e puri della romanziera britannica: edito nel 1949, Crooked House è un romanzo solo in apparenza minore, in realtà perfettamente in grado di coniugare la naturale propensione a orchestrare un intreccio giallo di non facile soluzione a una lettura di quel che stava accadendo nel mondo dopo la dissoluzione del Terzo Reich e dell’Italia fascista. Scrivere nel 1949 di blocchi contrapposti, di sommovimenti in atto in Grecia e della naturale diffidenza tra Vecchio e Nuovo continente non era materia di tutti i giorni, e la Christie conferma la sua non usuale capacità di sfruttare l’istante politico per ragionare una volta di più sulle differenze di classe, sulla decadenza dell’elite nobiliare e alto-borghese, sui vizi privati e le pubbliche virtù dell’aristocrazia inglese.

Tutto ciò nel film di Paquet-Brenner è solo accennato, tratteggiato senza particolare forza, ridotto a una memoria di passioni amorose a Il Cairo che coinvolsero lo squattrinato ma brillante investigatore Charles Hayward e la bella ereditiera Sophia Leonides. Resta ovviamente l’intreccio, che viene seguito in maniera abbastanza fedele al romanzo, ma come si trattasse di un dovere da assolvere in modo pedissequo, con svogliatezza. La stessa svogliatezza che si percepisce anche nel cast, pur interessante, allestito per la bisogna. Va bene l’ambientazione, va bene anche la prevedibile austera eleganza con cui si pretende di mettere in scena la ricca Gran Bretagna dell’epoca, ma Mistero a Crooked House manca completamente di ritmo, e non fa altro che accumulare una sequenza statica e poco avvincente dopo l’altra. Dov’è la minaccia che dovrebbe gravare sull’intera famiglia? Dove lo struggimento del protagonista? Tutto rimane asettico, freddo, distante, e non certo per una velleità autoriale del regista.
L’impressione, nell’avvicinarsi a Mistero a Crooked House è che si sia completamente frainteso il messaggio artistico e letterario di Christie, la sua scrittura ardita e colta, la sua capacità di costruire personaggi credibili in ogni singolo passaggio della vicenda. Ma per pretendere qualcosa di diverso, e di più riuscito, si sarebbe dovuto trovare di meglio rispetto alla regia anodina e trascurata di Gilles Paquet-Brenner. Un’impresa tutt’altro che improba, per di più.

Info
Il trailer di Mistero a Crooked House.
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