Lo specchio

Lo specchio

di

General Video distribuisce per la prima volta in Italia in versione blu-ray Lo specchio, capolavoro di Andrej Tarkovskij. È l’occasione perfetta per rivedere e ripensare a un film e a un autore che ancora oggi percuote il cinema con la sua potenza immaginifica.

Giunto a quarant’anni e vicino alla morte, Aleksei, alter ego del regista, fa un bilancio della propria vita rievocando due vicende familiari analoghe, complementari, consecutive: la propria infanzia con la madre e la sorellina dopo che il padre li aveva lasciati; sé stesso adulto che si è separato dalla moglie e dal figlio… [sinossi]

Un bambino accende la televisione. Stacco. Una videocamera riprende una donna mentre cerca di ipnotizzare e sbloccare la balbuzie di un ragazzo. Titoli di testa. E poi un lungo, consecutivo, ipnotico viaggio nella coscienza di un uomo che è il regista ma che al tempo stesso è qualcun altro. Lo specchio è il film che Tarkovskij ha realizzato alla soglia dei quarant’anni, un’opera con cui ha voluto riflettere sulle origini del proprio essere artista e sulle diramazioni imprevedibili e nostalgiche della sua vita, dichiarando che l’adulto è espressione della sua infanzia, soprattutto a livello creativo. Per fare ciò il regista ha optato per un montaggio e una struttura narrativa che eludessero il normale avanzare della storia ma che, al contrario, prediligessero le associazioni mnemoniche, gli accostamenti di figure che tornano in eterno in una esistenza che sembra circolare e infinita. Associazioni che non riguardano unicamente la parte visiva ma anche quella sonora, con una speciale attenzione all’uso del suono o di elementi, come quello del fischio, capace di far emergere con forza le memorie del protagonista provenienti dal passato. Si tratta di un montaggio che, di fatto, è un flusso di coscienza, capace di alternare ricordi, momenti reali, sogni abbacinanti e incubi maestosi, come la sequenza in cui la madre si lava i capelli aiutata dal padre, mentre tutto intorno cade a pezzi e l’acqua scorre sui muri. Proprio il montaggio, come ha rivelato il regista, è stata la fase più complessa della lavorazione del film.
Proprio questo andamento fluente e sicuramente affascinante, che è la forza della pellicola assieme alla potenza delle sue immagini, rimane un elemento ancora oggi capace di essere ripreso e rielaborato in forme e contenuti diversi. Si pensi, ad esempio, a Knight of Cups di Terrence Malick, che in qualche modo è un film-flusso di coscienza, o a certi momenti del cinema di David Lynch: sono due esempi in cui il cinema mette sullo stesso piano reale e onirico per intrecciarli in un discorso sempre e comunque lucido.

Tarkovskij struttura il proprio film attraverso pochi ma essenziali personaggi. La madre e la ex moglie, il sé stesso bambino e il proprio figlio, non a caso tutti interpretati dagli stessi attori. Perché l’autore russo è ben consapevole che il ruolo della memoria è fondamentale ma spesso fallace e così Lo specchio diventa un vortice in cui il reale rischia di sfaldarsi sotto i colpi di un ricordo sbagliato o volutamente soppresso. In questo modo la vita intera del protagonista/autore scorre in un cortocircuito di corsi e ricorsi, spesso alternati da riprese di vari momenti storici. E siccome Lo specchio è un film sulla nostalgia e sulla memoria, Tarkovskij opta per movimenti di macchina fluidi, corrispondenti alla soggettiva del protagonista. Oltre, naturalmente, a quei piani sequenza tipici del suo lavoro, così elaborati eppure naturali, dove la mdp, che è l’occhio dell’autore, si muove sinuosa all’interno delle stanze e dei luoghi che sono i ricordi del regista stesso. Un esempio particolarmente efficace è senza ombra di dubbio la sequenza dell’incendio: qui lo sguardo si muove fra le stanze e fra i personaggi, avanzando e retrocedendo, sfruttando il riflesso dello specchio per poi ribaltare ancora una volta la prospettiva. Un film autobiografico ma totalmente traslitterato. O meglio, usando le parole dell’autore: «Ne Lo specchio non volevo assolutamente parlare di me stesso, bensì dei miei sentimenti verso le persone a me care» [1].

A differenza di tutti gli altri suoi film, Lo specchio sembra non aver subito i travagli produttivi (o almeno in misura minore) che hanno attanagliato Tarkovskij per la sua intera produzione filmica, se non nella fase di distribuzione e di presentazione ai vari Festival internazionali [2]. Ci sono state rimostranze, e pressioni. In Martirologio, la raccolta dei suoi diari, Tarkovskij racconta di come il Comitato Statale per la Cinematografia imputasse al film di essere troppo incomprensibile e troppo spirituale. Eppure ha suscitato un grande interesse critico e soprattutto una fascinazione del pubblico come mai gli era successo. Come testimoniano le lettere che il regista ha ricevuto negli anni, tutti i vari spettatori concordano sul fatto che Lo specchio sia il suo film che in assoluto è in grado di toccare le corde delicate e spesso dimenticate della nostra memoria, come se il suo linguaggio così specifico eppure universale (dal punto di vista emozionale) sia stato in grado di captare le sensazioni tipiche del ricordo dell’infanzia che tutti noi abbiamo.

Il blu-ray di General Video è ottimo da un punto di vista meramente tecnico. Oltre a presentare un audio italiano e originale in DTS HD-Master 5.1, questa versione offre, grazie a una definizione ben più alta rispetto alla precedente edizione in dvd, un’immagine più equilibrata che esalta l’attento studio fotografico, sia nelle sequenze a colori (giocate sui contrasti cromatici e su un’illuminazione anch’essa onirica) che quelle in bianco e nero. La cover presenta un errore non da poco: sul retro vi è la trama di Sacrificio (altro film tarkovskijano peraltro inedito in Italia sul mercato home video recente). Del tutto passabili gli extra, identici alla versione dvd: un fantomatico documentario intitolato Sul set con Tarkovskij, che altro non è se alcune riprese del regista mentre cammina, e l’intervista con Grigorij Yavlinskij.

Note
1. Andrej Tarkovskij, Scolpire il tempo, Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij, 2015, p. 126.
2. È quello che emerge dai suoi diari raccolti in Martirologio, Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij, 2014. Il Festival di Cannes avrebbe fortemente voluto il film in concorso ma il Goskino (il Comitato Statale per la Cinematografia) si rifiutò categoricamente.
Info
Il trailer originale de Lo specchio.
Una sequenza tratta da Lo specchio.
La scheda de Lo specchio sul sito della CG.
  • Lo-specchio-1975-Andrej-Tarkovskij-24.jpg
  • Lo-specchio-1975-Andrej-Tarkovskij-23.jpg

Articoli correlati

Array
  • Speciali

    Bergman 100Bergman 100

    Nel centenario della nascita la rassegna Bergman 100 omaggia il cinema del maestro svedese con una selezione dei suoi film più celebri, rigorosamente proiettati in 35mm. Al Palazzo delle Esposizioni di Roma dal 18 gennaio al 4 marzo.
  • Venezia 2015

    Aleksandr Nevskij

    di Tra i restauri digitali di Venezia Classici c'è anche il capolavoro di Sergej Ejzenstejn, che ritorna a vivere sul grande schermo grazie alla Mosfil'm; l'occasione per godere di una delle visioni indispensabili della storia del cinema.
  • Berlino 2015

    Knight of Cups

    di Presentato alla 65esima edizione della Berlinale, Knight of Cups, settimo film di Terrence Malick, è ancora un’opera sui massimi sistemi, contemplativa, dove la struttura portante è quella del flusso di coscienza.
  • Venezia 2014

    The Postman’s White Nights

    di Končalovskij riesce a tratteggiare i confini di un mondo già in dissolvenza, ne fissa indelebilmente lo splendore e i lati oscuri. Presentato in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2014.
  • News

    Yuri Norstein su Fuori Orario

    La notte tra il 6 e il 7 gennaio, alle 00.40, a Befana oramai volata via, Fuori Orario - Cose (mai) viste ci regala l'opera (quasi) omnia di Yuri Norstein.
  • Roma 2013

    Hard to be a God RecensioneHard to be a God

    di L’opera postuma di Aleksej J. German è un capolavoro destinato a riscrivere la storia del cinema nei prossimi anni.
  • Speciali

    Arca Russa, cinema senza montaggio – Seconda parte

    Il 27 marzo 2013 il regista russo Aleksandr Sokurov ha tenuto il workshop "Arca russa, cinema senza montaggio" nell'ambito dell'iniziativa L’immagine e la parola promossa dal Festival del Film di Locarno...
  • Archivio

    Anime nella nebbia

    di URSS, 1942. Fronte occidentale. La regione è occupata dell'esercito tedesco e i partigiani locali stanno cercando di resistere in tutti i modi...
  • Archivio

    Silent Souls RecensioneSilent Souls

    di L'impressione è che Silent Souls segni un punto fondamentale all'interno della carriera di Fedorchenko, che riesce a coniugare una sceneggiatura ispirata, tratta da Sergeyev, a una messa in scena rigorosa e straordinariamente "altra" rispetto alla prassi.
  • AltreVisioni

    Paper Soldier RecensionePaper Soldier

    di Paper Soldier si dimostra da subito non la ricostruzione di un evento storico, bensì l’analisi della rivoluzione (apparente) che sconquassò l’URSS a ridosso della morte di Stalin: per un pugno di febbrili anni, l’intellighenzia sovietica si convinse di aver trovato la vera, definitiva, via al socialismo...