Together 99

Together 99

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Lukas Moodysson torna al suo film di successo Together immaginando quei personaggi bohemien, che convivevano in una tipica comune degli anni Settanta, a distanza di un quarto di secolo. Nostalgie, rimpianti, imborghesimenti, rapporto con le nuove generazioni: sono i sentimenti espressi in Together 99, che si è potuto vedere al Bergamo Film Meeting 2024 nell’ambito della personale dedicata al regista svedese per la sezione Europe, Now!.

Cosa resterà di questi anni Settanta?

Sono trascorsi ventiquattro anni per gli amici che vivevano nella comune del 1975, ormai ridotta a soli due membri che faticano a sbarcare il lunario: Göran scrive saltuariamente qualche articolo di politica e Klasse tesse tappeti di stracci. Per risollevare il morale, Klasse organizza una festa di compleanno a sorpresa per Göran, invitando gli ex componenti del collettivo. La “reunion” riporta allo scoperto vecchie ferite mai rimarginate, ma apre anche la porta a nuove speranze. [sinossi]

«L’espressionismo è solo un gioco, ma oggigiorno tutto nella vita è solo un gioco»: così Fritz Lang fa dire al dottor Mabuse, per evidenziare il suo rapporto con il movimento artistico dominante, da cui non poteva non essere influenzato. Le correnti artistiche sono passeggere anche al cinema. Una moda più recente, ed estremamente effimera, è stata quella di Dogma 95. Together, film del 2000 del regista svedese Lukas Moodysson, ancorché non espressamente ‘vidimato’ dai detentori del marchio, è indubbiamente un’opera affine a quello spirito di sobrietà e castità cinematografica. Non aderiva appieno alle rigide regole del dogma, per esempio le musiche non sempre erano diegetiche, ma la vicinanza con quel gruppo di cineasti danesi era anche nella produzione Zentropa, la casa di Lars von Trier, che peraltro ha anche prodotto questo sequel. Uno spirito anche di rifiuto di una cultura mainstream che era anche quello dei personaggi del film, esponenti di quella controcultura degli anni Sessanta/Settanta che rifiutava la società borghese, capitalistica vivendo insieme in una comune autogestita. Lukas Moodysson ha ora realizzato un sequel di quel film, Together 99 (Tillsammans 99 in originale) che si è potuto vedere al 42° Bergamo Film Meeting nell’ambito della personale dedicata al regista svedese per la sezione Europe, Now!, dopo l’anteprima di Toronto 2023 e i passaggi ad altri festival tra cui Rotterdam.

Moodysson ritrova i personaggi del primo film 24 anni dopo. Nella comune di Tillsammans, nella periferia di Stoccolma, sono rimasti solo in due, Göran e Klasse, ancora convinti di quella esperienza tant’è che meditano di trovare nuovi coinquilini. Per il compleanno del primo, il secondo organizza una festa a sorpresa in una rimpatriata con gli originali membri del collettivo. Tornano praticamente tutti gli stessi attori, a parte quelli che erano bambini all’epoca e a parte Michael Nyqvist, che è morto nel 2017, e a cui il film è dedicato, e Ola Rapace, che è stato rimpiazzato da Jonas Karlsson per il ruolo di Lasse. Al di là della necessità della credibilità dell’invecchiamento coerente per i personaggi, è indicativa la scelta di Lukas Moodysson di mantenere lo stesso anacronismo temporale, la stessa visione retrospettiva su un passato di un quarto di secolo antecedente. Together 99 è ambientato proprio negli anni in cui usciva Together. Il film non fa altro che esplicitare quel senso di distanza e disillusione che provava lo spettatore svedese, e non solo, a giudicare quell’illusoria felicità della vita collettiva, quel socialismo realizzato in salsa hippie-ecologista, pulsante delle note di SOS degli ABBA.

A parte Göran e Klasse, i due rimasti nella comune, quasi in una contraddizione, sono tutti belli imborghesiti i vecchi compagni. Per festeggiare portano vini e formaggi francesi, sono ben vestiti. C’è chi lavora per la televisione, chi fa il burocrate. Gli stessi Göran e Klasse si arrabattano come possono, sfruttando commercialmente il loro essere alternativi. Il primo tiene corsi di meditazione e scrive articoli, a macchina, cosa già vintage nel 1999. Il secondo invece vende i tappeti artigianali. Si illudono, i personaggi della festa, di poter tornare, anche solo per quei momenti di festeggiamento, di poter tornare allo spirito di quei giorni felici insieme: ballando nei prati, giocando a palla nel laghetto. La loro nostalgia equivale a quello spirito che aveva spinto Moodysson a fare il primo Together, uno dei suoi primi film di successo. Trapela anche la nostalgia per quella stagione cinematografica improntata allo spirito di Dogma 95. Così anche Together 99 si costruisce con quella mdp a mano, mai veramente stabile, con quei piani sequenza dalle repentine panoramiche a schiaffo che si dirigono dove, e non appena, si sposta il centro dell’attenzione. Anche tematicamente sembra di tornare a quelle storie, come a quella del primo film Dogma ovvero Festen. Anche qui una festa è rovinata dall’emergere dei fantasmi del passato, dagli annunci shock sulla vera paternità dei figli, dal rinfacciare situazioni di bullismo agli ex-compagni di comune. In definitiva in Together 99 prevale un senso di mortificante desolazione. Lukas Moodysson torna alla fine dello scorso millennio, quando guardava all’epoca dei figli dei fiori, per la quale era in corso una sorta di revival, per compiere una grande operazione di smitizzazione e disillusione.

Info
Together 99, il trailer.

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