Punto d’arrivo della prima fase della carriera di Richard Lester e suo film più ambizioso fino a quel momento, Come ho vinto la guerra è una feroce, allucinata satira anti-militarista, accolta all’epoca in modo controverso ma assolutamente da riscoprire oggi. Leggi tutto
Oltre cinquant'anni dopo la sua proiezione dapprima alla Semaine de la critique di Cannes e quindi al Festival di Locarno – dove vince il Pardo d'Oro – Soleil Ô di Med Hondo è ancora una visione esaltante, dolorosa, divertente, fondamentale per scoperchiare l'ipocrisia del mondo occidentale. Leggi tutto
Primo lungometraggio a colori diretto da Pier Paolo Pasolini, Edipo re è il film più scopertamente autobiografico del regista bolognese. Un lavoro di chiarezza esemplare, che parte da se stesso e dai propri natali per arrivare alla tragedia, e al racconto dell'uomo pre-psicologizzato. Leggi tutto
Parodia degli spy movies in voga negli anni Sessanta, realizzato in un fascinoso bianco e nero e vivacizzato da un evidente gusto barocco, La vergine di Shandigor appartiene alla schiera delle satire d’epoca intorno al terrore atomico. Al Trieste S+F Festival 2021. Leggi tutto
Tralasciando l'abominevole titolo italiano, quel Frank Costello faccia d'angelo che va a sostituirsi all'originale Le Samouraï, il decimo lungometraggio diretto da Jean-Pierre Melville è con ogni probabilità anche il capolavoro del cineasta parigino. Leggi tutto
Approdo di Jacques Demy al musical danzante di stampo americano classico, Les demoiselles de Rochefort rilegge i canoni di quel genere hollywoodiano, adattandoli al suo universo colorato di tinte pastello e vibrante delle musiche del sodale compositore Michel Legrand. Leggi tutto
Primo capitolo delle avventure dei celeberrimi personaggi creati da Goscinny e Uderzo, Asterix il gallico è produttivamente ed esteticamente in bilico tra piccolo e grande schermo. Realizzato in economia dallo studio belga Belvision. Leggi tutto
La farfalla sul mirino, noir eretico che disconosce e smentisce tutte le regole stantie del genere in una palingenesi pressoché totale, fu il film che portò la Nikkatsu a licenziare in tronco Seijun Suzuki, il regista che più di ogni altro aveva riempito le casse della casa di produzione. Leggi tutto