Il magico mondo di Oz

Il magico mondo di Oz

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A parte i più piccoli, che forse si emozioneranno per le canzoni di Violetta, resta difficile identificare un pubblico adatto a Il magico mondo di Oz di Will Finn e Dan St.Pierre, lungometraggio d’animazione dallo stile e dalle trovate non particolarmente originali.

A/R Andata Kansas + Ritorno Oz

Dopo essersi svegliata nella sua casa in Kansas, Dorothy viene immediatamente riportata a Oz, dove i suoi vecchi amici, lo Spaventapasseri, il Leone, l’Uomo di latta e Glinda la fata buona, sono minacciati da un nuovo nemico, un perfido giullare. In questo suo ultimo viaggio attraverso il coloratissimo paesaggio di Oz, Dorothy incontrerà dei nuovi amici che si uniranno a lei per riportare pace e felicità nella Città di Smeraldo: Socrate il gufo, il Maresciallo Mellow, la Principessa di porcellana e molti altri ancora… [sinossi]

Tornare a Oz non è sempre facile. Dopo l’intramontabile pellicola del 1939 con protagonista Judy Garland, Il mago di Oz, sono in tanti a essersi ispirati al mondo meraviglioso e immaginifico che seppe creare, a livello letterario, lo scrittore statunitense L. Frank Baum. Tra i diversi riferimenti cinematografici ai “libri di Oz” se ne possono trovare alcuni diretti, espliciti, altri decisamente più criptici. Alla seconda categoria si può tranquillamente ascrivere quell’ingegnosa parafrasi, contenuta in uno dei capolavori più misconosciuti e stranianti di John Boorman, il distopico Zardoz; film di fantascienza del 1974, il cui titolo contiene un ardito gioco linguistico: “(The wi)zard (of) Oz”, quale ermetica chiave per decifrare l’enigma scientifico/metafisico proposto nel racconto. Sempre a proposito di distopie, ci piace ricordare il tenebroso e sottostimato Ritorno a Oz di Hal Sutherland, girato nel 1972 e ispirato in forma terribilmente ansiogena al secondo libro della serie scritta da L. Frank Baum.

Ecco, fino ad ora ci sono scappati solo esempi positivi, fondamentalmente riusciti. Col film di animazione diretto da Will Finn e Dan St.Pierre, Il magico mondo di Oz, abbandonare il Kansas per raggiungere quel paese favolistico non ha prodotto in noi, volendo usare un eufemismo, lo stesso entusiasmo. Il lungometraggio in questione è tratto in realtà dai libri di Roger Stanton Baum, pronipote del più volte citato scrittore: in questo ipotetico sequel la mitica Dorothy deve confrontarsi, quantomeno nelle battute iniziali, con una speculazione edilizia in atto presso quella regione del Kansas, appena devastata della furia del tornado. Ma poi verrà richiamata a Oz, attraverso un arcobaleno magico, per aiutare lo Spaventapasseri, l’Uomo di Latta e il Leone Codardo a sconfiggere un nuovo e temibile avversario, il Giullare, che si è peraltro circondato di dispettosissime scimmie alate! Senza dubbio diverte che nel plot insieme alle creature e ai regni già visti in passato ne vengano illustrati di nuovi. Ma il retaggio disneyano dei due registi, così poco aggiornato, fa sì che ci si rifugi in un carachter design per niente originale e nel solito viavai di animali parlanti, brividi telefonati e siparietti musicali quanto mai melensi. Ogni tanto si intravvede qualcosa di grazioso, come ad esempio nell’incontro tra il Maresciallo Mellow e la Principessa di Porcellana, foriero di siparietti quasi alla Hans Christian Andersen, in quanto a vicissitudini e iconografia dei personaggi. Trovate del genere restano isolate o non vengono sviluppate adeguatamente. Anche l’ambiguità del “villain” di turno, quel perfido Giullare succube della propria ambizione ma a sua volta vittima di un incantesimo della sorella, poteva essere giocata un po’ meglio. Un certo apprezzamento, durante l’anteprima svoltasi a Roma, è sembrato arrivare dagli spettatori più piccoli. Ma questo lo si deve, in parte, a una prerogativa della versione italiana: all’anteprima era infatti presente Violetta, artista emergente molto amata dai giovanissimi, che avendo interpretato alcuni brani del film si è persino prestata a salutare il pubblico cantando e accompagnando, col fido ukulele, un pezzo di tale repertorio. Che dire? Voce carina, di sicuro educata, ma non in grado di assicurare un forte pathos al pubblico adulto. Sembra che molti bambini, al contrario, l’abbiano apprezzata al pari della simpatia e dell’indiscutibile pazienza nel firmare autografi. Sebbene la versione animata di Oz resti infine un po’ sciapa, si può sempre dire: lasciate che i pargoli vadano da lei.

Info
Il trailer italiano de Il magico mondo di Oz.
Il magico mondo di Oz sul sito della M2 Pictures.
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La pagina twitter de Il magico mondo di Oz.
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