Viaggio al centro della Terra 3D

Viaggio al centro della Terra 3D

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Prodotto della Walden Media, Viaggio al centro della Terra 3D aggiorna l’avventura scritta da Jules Verne col chiaro obiettivo di rendere quasi tangibili le fantasie del romanzo. Il risultato, abbastanza debole dal punto di vista narrativo, è un lungometraggio dal ritmo sostenuto, mediamente divertente. Nelle sequenze più spettacolari l’impatto visivo è indubbiamente efficace. Una simpatica cine-giostra.

Poltrona comoda, occhialini a posto

Deciso a scoprire che fine abbia fatto il fratello, un professore di scienze, dalle teorie un pò stravaganti, insieme al nipote e ad una guida montana, partono per l’Islanda e iniziano le ricerche. Quando si addentrano in una grotta, il percorso gli porta sino al centro del pianeta, dove trovano un altro mondo, completamente inesplorato ed affascinate, ma, al tempo stesso, molto pericoloso… [sinossi]

Dato per morto già nei primissimi anni del ventesimo secolo, il cinema sembra oramai pronto per l’ennesimo cambiamento. Dopo il sonoro, il colore, i formati della pellicola e via discorrendo, lo spettatore del ventunesimo secolo potrà tranquillamente godersi le proiezioni tridimensionali, esperienza visiva non esattamente nuova ma finalmente perfezionata e alla portata delle normali sale cinematografiche – ok, ok, nel Bel Paese non siamo pronti, ma questo è un altro discorso. I tempi sembrano essere maturi per una (quasi) globale visione 3D, per una totale rivoluzione cinematografica, per nuovi confini sensoriali. Freniamo subito gli entusiasmi e mettiamo dei punti fermi: mentre il tridimensionale avanza compatto (da seguire, senza dubbio, il 3D Day organizzato dal Future Film Festival) e il godibile Viaggio al centro della Terra 3D approda nelle nostre sale, è fondamentale non farsi trascinare dalla corrente, tenendo bene a mente che uno dei punti di forza del cinema è l’ampiezza delle possibilità espressive, dei mezzi tecnici, narrativi e tutto quel che segue. In buona sostanza, è importante accostarsi al 3D con una certa consapevolezza critica e spettatoriale, evitando di ricadere nell’errore commesso con l’animazione in computer grafica, scioccamente considerata da molti l’unico mezzo possibile per Cartoonia e dintorni.

Ancor prima di affrontare le peculiari caratteristiche tecniche di Viaggio al centro della Terra 3D, è utile dare un’occhiata al cast tecnico e artistico: sceneggiatura dei coniugi Jennifer Flackett e Mark Levin (tra script e regia hanno firmato il grazioso Innamorarsi a Manhattan, Alla ricerca dell’isola di Nim e Wimbledon) e del meno noto Michael D. Weiss, regia di Eric Brevig, esordiente dietro la macchina da presa ma con un’esperienza notevole nel campo dei visual effects (The Day After Tomorrow, Pearl Harbour, Men in Black e molto altro), produzione della Walden Media (Le cronache di Narnia, Ember – Il mistero della città di luce e l’ottimo e commovente Un ponte per Terabithia) e il roccioso Brendan Fraser nel ricorrente ruolo di pseudo Indiana Jones, affiancato dal giovane Josh Hutcherson (Zathura – Un’avventura spaziale e i suddetti Innamorarsi a Manhattan e Un ponte per Terabithia). Non è arduo prevedere il tipo di prodotto, assolutamente in linea con i vari film appena citati: notevole cura del reparto effetti speciali, avventura per famiglie senza eccessi, interpreti adeguati a un intrattenimento leggero, buoni sentimenti e una certa, ma non troppo fastidiosa, prevedibilità della trama. Una sorta di aggiornamento dei vecchi e cari film live action della Disney. Si astenga dalla visione, quindi, chi non apprezza il genere. Uomo avvisato…

Già perfetto per essere un videogioco (il lungometraggio è strutturato a livelli da superare: la pioggia di fulmini, la corsa sui binari, la traversata del mare sotterraneo, la cascata, il dinosauro e via discorrendo), il film targato Walden Media aggiorna l’avventura scritta da Jules Verne col chiaro obiettivo di rendere quasi tangibili le fantasie del romanzo (alcuni effetti 3D arrivano fin sotto il nostro naso). Il risultato, abbastanza debole dal punto di vista narrativo, è un lungometraggio dal ritmo sostenuto, mediamente divertente. Nelle sequenze più spettacolari l’impatto visivo è indubbiamente efficace. Una simpatica cine-giostra.

Consigliato a chi si è divertito con Zathura (in fondo, cambia solo la direzione esterna/interna), Viaggio al centro della Terra 3D sposta verso nuovi confini, grazie al 3D, il concetto di profondità di campo, esaltando ogni minimo particolare dell’inquadratura e dando corpo a ogni oggetto. Sarà interessante seguire gli sviluppi futuri, nella speranza che non si trasformi in un’invasione di prodotti senz’anima. La meraviglia e il divertimento funzionano soprattutto grazie alle idee e solo in minima parte dipendono dalla fredda tecnologia: ogni riferimento al cult I Goonies (1985) di Richard Donner è puramente casuale.

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