Un weekend da bamboccioni

Un weekend da bamboccioni

di

Al di là delle poetiche autoriali del duo Sandler-Dugan, Un weekend da bamboccioni funziona un po’ sulla carta ma poco o nulla sullo schermo. Quest’ultima fatica sembra nascere stanca, cibarsi di una convenzionalità decrepita e disinibita, assecondando solo le facce note che scorrono sullo schermo: oltre a Sandler ci sono Salma Hayek, Maria Bello, Chris Rock, Rob Schneider e il solito cameo di Steve Buscemi.

Era meglio morire da piccoli

Dopo trent’anni durante i quali cui si sono persi di vista, cinque amici dei tempi del liceo, vecchi compagni di squadra, si riuniscono per onorare la scomparsa dell’allenatore di basket dell’infanzia. Con mogli e figli, trascorrono insieme il weekend del 4 luglio nella casa sul lago dove anni prima avevano festeggiato la vittoria della squadra. Ricreando atmosfere del passato, scoprono che crescere non significa necessariamente diventare adulti... [sinossi]

L’ennesimo stupro della distribuzione italiana si accanisce senza neanche troppo senso su questa pellicola del commediante Dennis Dugan, sorta di alter-ego registico dell’attore Adam Sandler. Stavolta si è andati addirittura a rispolverare la vecchia sortita dell’ex Ministro Padoa-Schioppa sui bamboccioni, per cui candidiamo autorevolmente i solerti e fantasiosi distributori di Un weekend da bamboccioni tra i migliori storpia-titoli d’Europa. Scherzi a parte, il Grown Ups del titolo originale era senza dubbio più fedele e azzeccato rispetto alla trasposizione nostrana: Lanny, Eric, Rob, Marcus e Kurt sono cresciuti, eccome, e non abitano più con mamma e papà che gli rimboccano le coperte prima di andare a letto. Altro che bamboccioni, Lanny è tra i manager del wrestling più importanti e gli altri non se la passano mica male…

Film nel film, o meglio, film che si inserisce in pieno in un filone e ne cita (veramente) le fondamenta questo Un weekend da bamboccioni. Siamo negli Usa e si sente. A scuola si gioca a basket e si è tutti amici. Poi si cresce. Il duo Sandler-Dugan insiste sullo stesso tema da anni: possibile rimanere bambini in un corpo da adulti? Vedendo il primo, supponiamo proprio di sì. Comunque, quella squadretta di tipacci non c’è più e il loro allenatore se n’è andato per sempre, sarà questa dunque l’occasione per ritrovarsi tutti insieme, ala, guardia, playmaker e centro. Ci sarà da spargere le ceneri del loro coach, uno dei topoi più forti dell’immaginario americano soprattutto per come travalica gli steccati di genere (Il grande Lebowski ovviamente, ma anche Elizabethtown, I segreti di Brokeback Mountain, così andando a una memoria più recente). Lo faranno e forse gli servirà per diventare più grandi ed evitare di far poggiare le proprie esistenze sulle fandonie.

Al di là delle poetiche autoriali del duo Sandler-Dugan, Un weekend da bamboccioni funziona un po’ sulla carta ma poco o nulla sullo schermo: se Zohan, di certo non Io vi dichiaro marito e…marito, riusciva nella sua più completa demenzialità a divertire, anche offrendo un quadro vagamente originale per quanto riguardava l’aspetto narrativo (c’è da dire che l’idea dell’agente del Mossad il cui unico sogno è quello di diventare parrucchiere era piuttosto sfiziosa), quest’ultima fatica sembra invece nascere stanca, cibarsi di una convenzionalità decrepita e disinibita, assecondando solo le facce note che scorrono sullo schermo (oltre a Sandler ci sono Salma Hayek, Maria Bello, Chris Rock, Rob Schneider, oltre al solito cameo di Steve Buscemi) ma senza dargli il benché minimo spessore. Quell’irriverenza che altrove, detto di Zohan, era garanzia di una anche minima grattata sulla superficie, qui sparisce per lasciare spazio a un’edulcorata commediola per famiglie, per niente incazzata, anzi insipida, svogliata e remissiva. Non basta una infarcita di luoghi comuni su una nazione ancora infante per fare un film che vuol dirsi completo, o interessante fate voi, anche se al box-office americano tutto ciò è bastato per fare un bel botto al botteghino. Non è per voler fare a ogni costo i nazionalisti, e anzi chi ci conosce saprà che a volte siamo all’esatto contrario, ma se si tratta di rimpatriata tra amici di vecchia data, colleghi e quel che sia, senza scomodare gli Amici miei monicelliani (nella certezza che non diverranno mai neriparentiani), ci teniamo senza dubbio il miracoloso Compagni di scuola verdoniano. E se invece volessimo farci due risate vedendo l’eventuale maturazione di un branco di adulti a contatto con la vita rurale, bé, probabilmente sceglieremmo Noi uomini duri. Senza offesa, eh.

Info
Il trailer di Un weekend da bamboccioni.

  • Un-weekend-da-bamboccioni-2010-Dennis-Dugan-01.jpg
  • Un-weekend-da-bamboccioni-2010-Dennis-Dugan-02.jpg
  • Un-weekend-da-bamboccioni-2010-Dennis-Dugan-03.jpg

Articoli correlati

Array
  • Archivio

    Una notte da leoni 3 RecensioneUna notte da leoni 3

    di Todd Phillips con il terzo e conclusivo capitolo della saga, Una notte da leoni 3, riesce a recuperare cattiveria e demenzialità diffusa per un divertente action-movie picaresco.
  • AltreVisioni

    A Good Old Fashioned Orgy RecensioneA Good Old Fashioned Orgy

    di , In anteprima al Torino Film Festival 2011, nella speranza di vederla anche nelle sale nostrane nell'immediato futuro, una di quelle pellicole che ti auguri non finiscano mai. Goliardica, sboccata e senza peli sulla lingua, A Good Old Fashioned Orgy mette seriamente in pericolo la mascella dello spettatore di turno...
  • Archivio

    Una notte da leoni 2 RecensioneUna notte da leoni 2

    di Secondo episodio della saga, Una notte da leoni 2 non regge comunque il confronto con l'originale, perché ne ricalca pedissequamente la struttura e l'unica vera novità è rappresentata da una spinta ancora maggiore sul pedale dell'eccesso fracassone.
  • Archivio

    Parto col folle RecensioneParto col folle

    di In questo road movie assolutamente scorretto, nelle cui vene scorrono dosi incontrollate di demenzialità, il regista  statunitense si appoggia in tutto e per tutto sulla coppia Robert Downey Jr/Zach Galifianakis per dare vita a un viaggio coast to coast capace di regalare momenti di irresistibile comicità.
  • Archivio

    racconti-incantatiRacconti incantati

    di Racconti incantati avrebbe avuto bisogno di una regia meno ordinaria, di una messa in scena capace di sfruttare il potenziale immaginifico e di una sceneggiatura ben più calibrata.
  • Archivio

    Tropic Thunder RecensioneTropic Thunder

    di Tra irresistibili citazioni, crisi d'identità degli attori, pesanti ironie sui produttori e poderose frecciate allo star system, Tropic Thunder regala sequenze memorabili e molti motivi per farsi quattro risate...
  • Archivio

    Zohan RecensioneZohan – Tutte le donne vengono al pettine

    di Zohan ha un segreto: nonostante ami il suo Paese, è stanco di combattere e desidera avere l'opportunità di prendersi una pausa dall'esercito per esprimere la sua creatività come parrucchiere...