Hotel Transylvania

Hotel Transylvania

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La mise-en-scène di Tartakovsky, ammirevole anche nelle sequenze meno significative, è il salvagente a paperella di Hotel Transylvania, un lungometraggio che corre veloce come una serie televisiva pur di coprire la pochezza e prevedibilità della trama.

Il talento

Benvenuti nell’Hotel Transylvania, il lussuoso albergo a cinque stelle di Dracula, il resort in cui i mostri e le loro famiglie possono spassarsela, liberi di esprimere la propria mostruosità senza alcun essere umano nei paraggi a rovinargli la festa. Per festeggiare il 118° compleanno di sua figlia Mavis, Dracula ha invitato alcuni dei mostri più famosi al mondo per un weekend molto speciale: Frankenstein e consorte, la Mummia, l’Uomo Invisibile, una famiglia di lupi mannari e tanti altri. Per Dracula, provvedere al divertimento di questi amici famigerati non è certo un problema; tuttavia il suo mondo potrebbe essere distrutto se un essere umano giungesse per caso nel suo hotel, diventando addirittura amico di Mavis… [sinossi]

Gennadij Borisovič Tartakovskij, meglio conosciuto come Dženndi o Genndy Tartakovsky, è un genio. Russo di Mosca, trapiantato da bambino negli Stati Uniti, è cresciuto a pane, fumetti e animazione. Poi, dotato da madre natura di talento grafico e di un’indubbia sensibilità registica, ha fatto le fortune delle serie animate a stelle e strisce: Il laboratorio di Dexter (1996-2003), Le Superchicche (1998-2005), Samurai Jack (2001-2004) e Star Wars: Clone Wars (2003-2005). Basterebbe uno qualsiasi dei cinquantadue episodi di Samurai Jack per intuire le potenzialità cinematografiche di Tartakovsky, arrivato finalmente sul grande schermo con il divertente ed esile Hotel Transylvania, computer grafica 3D targata Sony Pictures Animation.

Il genio, appunto. La mise-en-scène di Tartakovsky, ammirevole anche nelle sequenze meno significative, è il salvagente a paperella di un lungometraggio che corre veloce come una serie televisiva pur di coprire la pochezza e prevedibilità della trama, condita a quattro mani da Peter Baynham (Il figlio di Babbo Natale) e Robert Smigel (tra le penne del Saturday Night Live). Divertente, si diceva: Hotel Transylvania è un flusso di gag senza soluzione di continuità, con tormentoni che si rincorrono, personaggi ben tratteggiati (e non solo graficamente) ma immersi in un calderone narrativo fatto di padri troppo protettivi e figlie alla scoperta del mondo. Insomma, un teen movie visto dalla parte dei genitori e, più in generale, una commediola sulla famiglia, di vampiri, licantropi o mostri vari. Da monster movie a teen movie il passo è breve.

L’idea, come l’incipit, è stuzzicante ed è sostenuta da una computer grafica inappuntabile: non si cercano mirabilie inutili, ma le animazioni sono fluide, ricche di dettagli quando necessario e, cosa ancor più importante, il character design non è l’ennesimo clone pigramente rimodellato. Dietro a Hotel Transylvania c’è una chiara concezione dell’animazione, quantomeno a livello artistico e tecnico. Lo studio sul design di Dracula e soci, funzionale a una lunga serie di gag, è però sperperato da uno script che mostra presto la corda: le gag sono una coperta troppo corta e la parte centrale, tra fughe e inseguimenti, mostra tutti i limiti di un progetto passato probabilmente attraverso troppe mani e troppi registi – alla Sony, dal 2006 al 2011, sono passati da David Feiss (Mucca e pollo) e Anthony Stacchi (Boog & Elliot a caccia di amici) a Jill Culton (Boog & Elliot a caccia di amici), Chris Jenkins (produttore e sceneggiatore di Surf’s Up) e, infine, il prode Tartakovsky.

Di Hotel Transylvania ci restano lo spirito allegro, la gag della zombie e del temibile topolino del cuoco, la frecciatina alla saga di Twilight, la battuta “fuoco brutto”, gli occhioni della pipistrellina triste, e i già citati character design (perfino quello dell’uomo invisibile). Insomma, restano dei frammenti, tanti frammenti. Ma la somma non torna, perché non può bastare il talento di Tartakovsky, fortunatamente già lanciato verso un nuovo progetto cinematografico.
Per la Sony Pictures Animation, altalenante nelle sue produzioni (vale la pena recuperare Piovono polpette, Il figlio di Babbo NatalePirati! Briganti da strapazzo), non è un passo indietro, piuttosto a lato, in attesa del grande colpo, del film che possa proiettarla nell’Olimpo della DreamWorks, per gli incassi, e della Pixar, per la qualità. Basterebbe dare carta bianca a Tartakovsky.

Info
Il sito ufficiale di Hotel Transylvania.
Hotel Transylvania su facebook.
Il trailer italiano di Hotel Transylvania.
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