La Santa

La Santa

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Il cinema popolare rivive, dopo Song’e Napule dei Manetti Bros., anche ne La santa, secondo lungometraggio da regista per Cosimo Alemà presentato all’interno dell’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Un noir secco e puntuto, che sembra guardare ai b-movie dei tempi andati.

La piccola provincia

Dante, Gianni, Agostino e Diego sono quattro balordi intenzionati a rubare la statua della Santa di un paesino del sud Italia. In una comunità in cui religione e feroce superstizione convivono in equilibrio precario, le reazioni possono essere imprevedibili, e molto violente. Quando i quattro si accorgono di aver commesso il più grande errore della loro vita, è troppo tardi… [sinossi]

Uno dei segnali più incoraggianti rintracciabili nei film selezionati all’interno dell’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma arriva senza alcun dubbio dal cinema ‘popolare’ italiano. Fuori dalla competizione ufficiali sono stati infatti presentati sia Song’e Napule, omaggio al poliziottesco dei Manetti Bros., sia La Santa, opera seconda di Cosimo Alemà. Per quanto si tratti di due operazioni nel complesso risolte con successo, si avverte una sostanziale differenza nell’approccio alla materia: da un lato i Manetti, che come loro abitudine prendono di petto un genere per costruirvi attorno un patchwork dalle tinte fortemente inclini al pop, e dall’altro Alemà che con La Santa allestisce invece un b-movie secco e puntuto, pressoché privo di fronzoli.

Prima ancora che i protagonisti della vicenda, in una delle sequenze meno ispirate del film, si rimpallino citazioni cinefile, lo spettatore ha modo di cogliere i riferimenti di Alemà, che evitano buona parte del panorama nostrano per muoversi piuttosto in direzione di un recupero di quelle atmosfere ansiogene e claustrofobiche che ben colsero lo stato di sottile e perpetua paranoia in cui veniva svezzata l’adolescenza statunitense del post-Sessantotto. Già a partire dall’ambientazione, il profondo e assolato sud d’Italia, si può notare la scelta a suo modo coraggiosa di Alemà, che decide di costruire le dinamiche di un thriller claustrofobico lavorando su un microcosmo che fa invece degli spazi aperti uno dei suoi tratti distintivi: in questo senso emblematica la bella sequenza nella quale Diego cerca la fuga attraverso l’uliveto. Una natura curata, ordinata, “amica” si trasforma in un luogo labirintico, con il pericolo capace di annidarsi dietro ogni tronco. Lo stesso paesino di Nebula (la salentina Specchia nella realtà) diventa quasi da subito un non-luogo, dedalo di strade prive di una loro logica topografica, in cui i quattro banditi – piuttosto improvvisati – non potranno trovare alcuna via d’uscita.

Nella costruzione di questo mood paranoide si avverte con decisione la mano di Alemà, che come già nel precedente At the End of the Day si dimostra soprattutto un ottimo metteur en scéne, meno abile semmai nella costruzione del dialogo. Anche qui, in effetti, alcuni scambi di battute, soprattutto nella prima metà del film, sembrano girare a vuoto, ma si tratta in ogni caso di un difetto secondario, che non inficia se non in minima parte il giudizio generale sull’opera, decisamente positivo. Perfino l’inconsistenza del piano ordito dai quattro (perché una statua di una santa qualunque, tra le migliaia che sono reperibili nelle chiesette paesane del meridione, dovrebbe essere oggetto di un furto? Chi dovrebbe essere interessato all’acquisto della reliquia?) passa in secondo piano rispetto a una mirabile costruzione scenica, e alla capacità di Alemà di gestire la tensione montante.

Dispiace semmai per un finale buttato via, gestito male fin dall’irruzione in scena di un personaggio fino a quel momento visto solo di sfuggita e piuttosto raffazzonato rispetto al resto dell’impianto visivo. Sarebbe però un peccato concentrare l’attenzione sulle falle del film senza cogliere lo spirito sincero e appassionante de La Santa, nella speranza che il cinema di Alemà riesca a spiccare il volo una volta per tutte.

Info
La Santa sul canale youtube Rai Com.
La Santa, deleted scene #1.
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