Habitat [Piavoli]

Habitat [Piavoli]

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In concorso a Italiana.doc Habitat [Piavoli], un film d’osservazione dedicato a Franco Piavoli – maestro dimenticato del nostro cinema – che però finisce per perdersi in una manierata ricerca della bella immagine.

Franco Piavoli nel suo mondo, nel suo habitat. La sua casa, i suoi oggetti e le immagini dei suoi film che si perdono tra quelle odierne… [sinossi]

Appare senz’altro giusto e doveroso omaggiare uno dei maestri più dimenticati del nostro cinema, quel Franco Piavoli autore di capolavori come Il pianeta azzurro, ed è per questo che Habitat [Piavoli], film diretto da Claudio Casazza e Luca Ferri in concorso in Italiana.doc, merita la giusta attenzione. Quel che però convince meno riguardo all’operazione è il modo stesso in cui si è deciso di omaggiare il cinesta nato nel 1933 a Cozzolengo in provincia di Brescia.
I due registi hanno condiviso del tempo in casa di Piavoli, non chiedendogli di parlare secondo una dinamica da intervista, ma lasciandogli piuttosto la libertà di esprimere le sue idee sul cinema nei momenti in cui lo riteneva più opportuno. Allo stesso modo, le immagini di alcuni dei suoi film sono intervallate con riprese elaboratissime e curate con cui Casazza e Ferri mostrano apertamente di volersi dedicare a un omaggio anche estetico, di scrittura cinematografica. Nulla da obiettare in tal senso, se non che Habitat [Piavoli] finisce per apparire un’operazione manierista proprio rispetto a un cinema, come quello di Piavoli, che al contrario è distantissimo da tale concezione, facendo del sentimento panico e immediato con la natura – pur nell’attenta costruzione – la sua maggiore tensione e necessità.

Dunque non convince questa operazione di ri-scrittura, a tratti un po’ compiaciuta, e allo stesso tempo, il processo di filiazione messo in mostra dai due registi si colora poi di un’improvviso connotato vagamente fastidioso e supponente. Ciò accade nel momento in cui, verso la fine del film, Casazza e Ferri interloquiscono più direttamente con Piavoli e anzi, con un lungo monologo, si lanciano in un’esegesi del suo cinema, una piccola lezione che, arrivando inaspettata, confonde le acque: l’intenzione dei registi – ci si comincia a chiedere – era semplicemente quella di riconoscere umilmente in Piavoli un maestro oppure era quella di “usare” Piavoli per proporre una forte, e un po’ troppo ambiziosa, auto-affermazione di autorialità?
Ci si congeda perciò da Habitat [Piavoli] senza aver trovato risposta a questo interrogativo e con la convinzione, una volta di più, che non basta costruire delle belle immagini per fare un film.

Info
Il trailer di Habitat [Piavoli].
Habitat [Piavoli] sul sito di Nomadica.

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